Matteo Messina Denaro è morto, ma prima di approfondire questa notizia, ci sono eventi che richiedono un focus prioritario. Ne sono un esempio il ricordo del giudice assassinato Cesare Terranova e la tragedia di Federico Aldrovandi, vittima di un episodio di violenza che coinvolge lo Stato.
Non serve una ricerca minuziosa o setacciare il web attraverso le parole che compongono il nome e il cognome del boss, per scoprire la notizia della giornata: Matteo Messina Denaro è morto!
- La BBC titola con enfasi: “Messina Denaro: Notorious Italian Mafia boss dies”.
- The Guardian ci informa: “Matteo Messina Denaro, ‘last godfather’ of Sicilian mafia, dies after long illness”.
- Il The Telegraph riporta: “Notorious Italian Mafia boss Matteo Messina Denaro dies in hospital”.
- Al Jazeera annuncia: “Jailed Italian Mafia boss Matteo Messina Denaro is dead: Reports”.
Ecco, ora lo sappiamo tutti. Dopo giorni di agonia, il boss Matteo Messina Denaro ha concluso il suo lungo viaggio nella quiete dell’ospedale dell’Aquila. Quest’uomo, noto per essere l’ultimo capo indiscusso di Cosa Nostra, è stato arrestato a gennaio, dopo una fuga durata ben tre decenni. Alla veneranda età di 62 anni, Messina Denaro ha combattuto una battaglia disperata contro un male implacabile, un cancro al colon che gli è stato diagnosticato quando ancora era un latitante, alla fine del 2020. La sua vita si è spenta poco prima delle due di notte.
Le prime pagine di tutti i principali giornali del mondo pongono in primo piano questa notizia di portata internazionale. Nel frattempo, i media nazionali si concentrano già sulle reazioni dei parenti delle vittime, mentre chissà quali altri sviluppi seguiranno nelle prossime ore.
Ma il nocciolo della questione è proprio qui. Provoca in noi una sorta di disgusto il pensiero di coloro che cercheranno di trarre vantaggio in qualsiasi modo dalla morte di uno dei boss più spietati nella storia di Cosa Nostra. Sarà, probabilmente, necessario prendere qualcosa per lo stomaco per sopportare l’inevitabile sensazionalismo mediatico che avvolgerà questa vicenda.
Per tale motivo, abbiamo deciso di trattare la notizia della morte di Messina Denaro in modo diverso. Sarà l’ultima notizia della giornata, programmata per tarda serata. Questo gesto simbolico è il nostro modo di comunicare che non intendiamo partecipare a questo circo mediatico.
Tutte le altre notizie future che potrebbero contribuire alla ricerca di giustizia per le vittime e i loro cari saranno di estrema importanza, mentre tutto il resto sarà relegato in secondo piano. Sfruttare Cosa Nostra per ottenere guadagni o sensazionalismo è una condotta meschina e riprovevole, dalla quale vogliamo dissociarci completamente.
Prima di parlare della morte di un boss, crediamo si debba dedicare un pensiero al giudice Cesare Terranova, assassinato proprio il 25 settembre 1979. Terranova, insieme a molti altri, rimane un simbolo di coraggio e dedizione alla causa della giustizia. Ha sacrificato la propria vita nella lotta contro un nemico potente e pericoloso come la mafia, lo stesso nemico per cui Matteo Messina Denaro era il leader indiscusso.
Prima di parlare di Matteo Messina Denaro, ricordiamo Federico Aldrovandi, che oltre a essere una vittima di un tragico episodio di violenza che coinvolge lo Stato, era anche semplicemente un giovane di 18 anni come tanti altri.
Oggi, con la morte di Messina Denaro, si chiude un capitolo nella lunga storia della mafia italiana. Ma il nostro impegno per la giustizia e per proteggere le vittime di questa violenza non deve mai vacillare. Lasciamo che la morte di un uomo tanto temuto ci spinga a riflettere non solo sulla sua vita criminale, ma anche sulle vite spezzate dalla sua azione. Il silenzio della morte dovrebbe farci ascoltare ancora più attentamente le voci delle vittime, ricordando che, nel grande dramma della mafia, ci sono sempre stati coloro che hanno lottato per la giustizia e coloro che l’hanno pagata con la propria vita.