“Perché non li prendete a casa vostra?”. Antonio e Nicoletta lo hanno fatto: dal 2015 hanno accolto sei ragazzi richiedenti asilo.
“Oggi è un giorno speciale per la nostra famiglia perché i nostri figli neri escono da casa Caló.”
Ci sono entrati nel 2015. In sei. Controvento, controcorrente. Mentre in Italia cominciava la stagione più razzista e xenofoba della storia repubblicana, Antonio e Nicoletta hanno deciso di compiere il gesto più rivoluzionario che oggi si possa concepire: ospitarli, credere in loro, dargli una possibilità.
“Ci dicevano: ‘Buonisti, perché non li prendete a casa vostra?’ – ricorda Antonio – Lo abbiamo fatto: dal 2015 abbiamo accolto sei ragazzi richiedenti asilo: Ibrahim, Tidjane, Sahiou, Mohamed, Saeed e Siaka.”
Oggi, a distanza di quattro anni, ognuno di quei ragazzi richiedenti asilo ha trovato una propria casa e un lavoro.
“Sono stati quattro anni difficili e intensi – ammette Antonio – ma la nostra storia dimostra che l’accoglienza e l’integrazione si possono fare davvero. Questa scelta ci ha reso bersaglio di odio e intimidazioni da parte dell’estrema destra neofascista, ma ha cambiato le nostre vite e ci ha dato una libertà di cui non potremmo più fare a meno. È la libertà con cui oggi vogliamo contribuire alla vera battaglia dei nostri tempi e per il nostro futuro: quella contro la rabbia e la paura.”
Grazie ad Antonio e Nicoletta. Questa foto è di una bellezza e di una speranza accecanti. È aria buona, è ossigeno per i nostri polmoni. E ne abbiamo tremendamente bisogno.
Lorenzo Tosa