Violenza e terrore ad Haiti, dove le bande criminali hanno trasformato le aree urbane in “campi di battaglia”. A pagare il prezzo più alto, come sempre accade, sono i bambini: oltre un milione lotta per sopravvivere
Un’insurrezione armata di bande criminali ha gettato la piccola isola caraibica di Haiti nel caos.
La crisi politica e di sicurezza è iniziata circa 3 anni fa. Ma è degenerata recentemente, lo scorso 29 febbraio, quando le gang hanno attaccato la capitale, Port-au-Prince, con lo scopo di rovesciare il governo del Paese.
Il presidente ad interim Ariel Henry – in carica da tre anni dopo l’assassinio del Presidente eletto Jovenel Moïse – ha annunciato le dimissioni ed è fuggito da Haiti. Ma la violenza continua a crescere. Le bande hanno preso il controllo del 90% della capitale, e le aree urbane sono ormai zone di battaglia.
Ma sono più di un milione i bambini che vivono in quelle aree (un quarto dei bambini haitiani).
E ora sono intrappolati, insieme alle loro famiglie, senza la possibilità di accedere a cibo, acqua, e servizi sanitari, e minacciati dal rischio di reclutamento armato e violenza sessuale.
L’allarme sulla grave situazione in cui si trovano i bambini è stato dato da Save The Children.
La situazione ad Haiti è passata da grave a un vero incubo per milioni di bambini nel Paese. Questa violenza deve finire, altrimenti i bambini continueranno a pagare il prezzo più alto
Haiti nel caos: oltre 150.000 i bambini sfollati
Port-au-Prince, ormai per il 90% controllata dalle bande criminali, si trova sotto un vero e proprio assedio. Il quotidiano del Paese ha parlato di “un corteo di fuoco, sangue, cadaveri, danni incalcolabili e paura“. Mentre uno degli abitanti ha descritto lo stato d’animo della popolazione di Port-au-Prince durante l’avanzata delle bande. “È stato puro terrore. È tristezza. È terrore. È l’orrore. È l’ansia. È desolazione“.
Matt Knight, operatore umanitario britannico, solo alcuni giorni dopo l’esplosione delle rivolte, è partito per Haiti. La situazione che ha trovato, secondo la sua esperienza, è persino peggiore di quella in cui versava Kiev all’inizio dei bombardamenti.
Ho trascorso sei mesi in Ucraina quando hanno iniziato a bombardare Kiev, e questo è peggio di così. Me ne sto lì ad ascoltare la sparatoria, la mia mente non si spegne. È… ‘Pop-pop-pop-pop’ e poi un’esplosione. ‘Pop-pop-pah, pop-pop-pah’ … praticamente ogni giorno puoi sentirlo.
A Kiev durante il giorno si poteva passeggiare. Qui è una situazione molto meno controllata, quindi il fattore paura è molto più alto perché è solo apparentemente più casuale
La missione affidata a Knight è quella di aiutare oltre 300.000 sfollati interni, dei quali più della metà sono bambini. Una situazione che si trascina da ormai due anni, durante i quali almeno 200.000 famiglie sono state costrette a fuggire dalle proprie case e della violenza.
Anche se, come ha spiegato l’ambasciatore UE ad Haiti, Stefano Gatto, al momento, non c’è praticamente nessuna via di fuga dall’isola.
Le strade sono bloccate, l’aeroporto chiuso. Dal mare non si può uscire perché le zone basse della città sono controllate dalle gang. Port-au-Prince è a 40 km dalla frontiera, ma è impossibile percorrere quella strada perché è controllata da una terza banda
Inoltre, quasi la metà della popolazione, composta da 11,4 milioni di persone, soffre la fame. Tra questi, un bambino su quattro soffre di malnutrizione cronica o arresto della crescita, e l’Unicef prevede che, nel corso del 2024, più di 125.000 bambini soffriranno di malnutrizione acuta.
“Sono quelle, le persone che il mondo ha bisogno di guardare“, ha dichiarato Knight.
Sistema sanitario al collasso: come in zona di guerra
Ad Haiti, il sistema sanitario è ormai sull’orlo del collasso. I medici sono fuggiti, mancano acqua, diesel ed energia elettrica. In più, le strutture ospedaliere stanno venendo smantellate completamente.
Hanno preso tutto: le sale operatorie, i raggi X, tutto dai laboratori e dalle farmacie. Immaginate! Stanno togliendo le finestre agli ospedali! Le porte!
Anche l’unità traumatologica di Medici Senza Frontiere di Port-au-Prince si trova in una situazione difficile, sopraffatta dalle vittime di ferite da arma da fuoco. E, allo stesso tempo, impossibilitata a ricevere rifornimenti a causa del controllo delle frontiere da parte delle gang.
Siamo preoccupati perché è estremamente difficile accedere alle nostre scorte di materiale medico, non solo per la situazione del porto ma anche per l’impossibilità di proseguire con le procedure amministrative di sdoganamento. Temiamo di rimanere senza medicinali e forniture mediche, che sono assolutamente essenziali per soddisfare le enormi necessità che stiamo affrontando in questo momento.
I nostri team sono esausti e i loro sostituti non riescono a passare. La domanda è così alta che avremo bisogno di più forniture, ma siamo intrappolati qui e nulla può passare
In generale, secondo MSF, la situazione umanitaria ad Haiti equivale a quella di una zona di guerra.
UNICEF: violenza inaudita, “sembra scena di Mad Max”
La violenza che sta crescendo ad Haiti è spaventosa per tutta la popolazione. Ma lo è ancora di più per i bambini, come ricorda anche l’operatore umanitario Matt Knight.
Per quanto sia spaventoso per me, non è così spaventoso come lo è per un bambino di quattro anni che deve scappare dal suo quartiere, afferrando tutto ciò che può portare e sentendo gli spari che piovono sopra la sua testa
Lo scorso sabato, le bande hanno preso il controllo del porto principale di Port-Au-Prince, presso il quale era stato inviato un container dell’UNICEF destinato a fornire aiuti a madri e bambini. Tuttavia, come avvenuto per altri 260 container umanitari, il materiale è stato saccheggiato.
L’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia ha denunciato l’accaduto come una grave violazione dei diritti umani.
Oggi, il container dell’Unicef, contenente forniture cruciali per la salute materna, neonatale e infantile, compresi i rianimatori e le relative attrezzature, è stato saccheggiato nel porto principale di Port-au-Prince. Questo incidente si è verificato in un momento critico in cui i bambini ne avevano più bisogno.
Privare i bambini di forniture sanitarie vitali con il sistema sanitario al collasso è una grave violazione dei loro diritti
Ma questa è solo una delle sei gravi violazioni dei diritti umani che il Consiglio Generale delle Nazioni Unite ha individuato ad Haiti: reclutamento e utilizzo, uccisione e mutilazione, stupro e altre forme di violenza sessuale, attacchi a scuole e ospedali, rapimenti e negazione dell’accesso umanitario.
Di fronte a tanta violenza, il capo dell’UNICEF ha dichiarato di non aver mai assistito, nell’ultimo decennio, a una situazione come quella dell’isola.
Tanto che, ha dichiarato, “è quasi come una scena di ‘Mad Max‘” (film del 1979 che racconta un futuro post-apocalittico violento e anarchico).
Sempre secondo l’ONU, metà della popolazione haitiana ha bisogno di assistenza umanitaria urgente. In particolare i bambini, particolarmente vulnerabili poiché il tessuto sociale e i servizi di base, compresa l’istruzione, sono interrotti.
Intanto, Save The Children ha annunciato che continuerà a fare il possibile per distribuire aiuti, e ha lanciato un appello a tutta la comunità internazionale.
Il nostro personale e le altre organizzazioni umanitarie stanno lottando per distribuire gli aiuti mentre la violenza continua ad aumentare in alcune parti del Paese. Cerchiamo di distribuire cibo, acqua e altri beni di prima necessità, compreso il trattamento dei bambini affetti da malnutrizione e la consulenza nutrizionale agli adulti di rifermento.
Tutte le parti devono fare il possibile per proteggere i bambini e rispettare il diritto internazionale umanitario. Chiediamo inoltre alla comunità internazionale di aumentare urgentemente i finanziamenti umanitari per la crisi ad Haiti