Settembre. Eccolo, puntuale. È arrivato con i resti di una abbronzatura nascosta già sotto la giacca dalle lunghe maniche, con le foto di una vacanza che si è stretta fino all’ultimo istante, fino all’ultimo ballo, ed è arrivato anche per chi: “ah, perché luglio è già trascorso? Ed io dov’ero??!”. Ad ogni modo, ecco settembre.
E vi dirò, che è uno dei periodi dell’anno che più gradisco, uno tra quelli che sento più vicini a me: sarà perché amo il mare d’inverno, sarà perché l’autunno o il suo accennato profumo, mi ispirano particolarmente, sarà perché la fine dell’estate, consiste nell’inizio di un nuovo anno… già, perché questa storia del “settembre è arrivato, inizia un nuovo anno” non riusciamo a scrollarcela da dosso! Gli anni della scuola, ce l’hanno messa bene in testa!
Ahi… l’ho detto, ho pronunciato la parola “scuola”. Ma non vi annoierò né voglio caricarvi di ansia. Anzi, credo che quello di cui sto per parlare, piacerà anche ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze, che tra qualche giorno si ritroveranno tra i banchi, davanti alla lavagna e con l’orecchio teso per non farsi sfuggire il suono della campanella. L’abbiamo fatto tutti, tutte: quel suono, è stato musica per chiunque, almeno una volta durante il percorso scolastico. Perché quelle lezioni interminabili, quelle spiegazioni noiose, tutto quel dire, tutto quello studiare che “a cosa potrà mai servirci nella vita??”, sono toccati a tutti e a tutte. Certo, è bene precisare che questo, è stato sempre ammorbidito dalla presenza del maestro o della maestra, del professore o della professoressa che aspettavamo con trepidazione, che al suo arrivo ci piaceva chiedergli, chiederle: “ed oggi, che si fa?!!”, che quando parlava era un piacere ascoltare ciò che diceva e che, oltre ad insegnarci a parlare, a comunicare, ci ha anche insegnato ad ascoltare. Che dire? Cosa dirvi? Se non augurarvi un maestro o una maestra, un professore o una professoressa così!
Come, per esempio, Vito Giannini che nella scuola in cui insegna e di cui è il vicepreside, ha introdotto l’Ora delle Idee! Un’ora pensata per i ragazzi e per le ragazze e per la loro curiosità, la loro voglia di domandare, proporre, lavorare insieme. Un’ora in cui una mano alzata è anticipazione di una nuova scoperta, di una nuova sfida, di una nuova ricerca. Un’ora in cui a parlare, ad esprimere concetti e a fornire risposte sono gli stessi studenti, le stesse studentesse. Un’ora, un’idea che il professor Giannini ha tratto dalla filosofia, dall’impostazione della Pedagogia per il Terzo Millennio (PTM, metodo pedagogico sviluppato da Patrizio Paoletti) che si pone come obiettivo lo sviluppo delle capacità relazionali di chi vive l’avventura della scuola e della sua crescita personale, in termini di autoconsapevolezza e di impegno sociale. Un’idea che, in aula, ne sollecita tante altre! E ne conferisce valore e unicità. Perché a chi è seduto, seduta al suo banco, occorre ricordarlo che la Storia e la Grammatica, la Geografia e l’Aritmetica sono poca cosa se non sono sostenute, completate, valorizzate da una capacità di discernere, di pensare, di agire secondo la propria personalità, il proprio modo di essere, il proprio vissuto e le proprie aspirazioni.
E tutto questo, tutto quello che studenti e studentesse di ogni età, nascondono nello zaino, che attendono guardando impazientemente l’orologio, o che si dicono attraverso bigliettini volanti o striscianti (le abbiamo imparate tutte!), deve essere accolto, stimolato e incoraggiato. E l’Ora delle Idee, mi sembra proprio una gran bella Idea!
E voi, che alzerete la mano, ricordatevi di essere sempre voi stessi, sempre voi stesse e non abbiate paura di esprimere il vostro pensiero né abbiate il timore di porre domande.
Non esistono domande inutili o insensate. Non esistono idee banali o assurde.
Esistono le domande, esistono le idee. E la loro esistenza, come la vostra, sono un bene.
Buona lezione, quindi. E puntate in alto, sempre.
Fonte: http://m.ilmessaggero.it/roma/articolo-1730847.html
Deborah Biasco