Haftar vuole la Libia, non la pace

Dire “Haftar vuole la pace” è come affermare che i bambini li porta la cicogna.

Haftar  vuole la Libia e poi, forse, la metterà in pace.
Naturalmente con la forza.
Oggi è padrone di tre quarti di territorio, gli mancano un paio di quartieri a Tripoli e la città di Misurata.Perché mai dovrebbe fare accordi “a perdere” in favore di quell’inesistente di Sarraj ?

Infatti ieri a Mosca, ha rifiutato di sedersi al tavolo con il suo antagonista nonostante l’invito di Putin a discutere sulla situazione.
Ma se anche si fosse accomodato, non sarebbe cambiata una virgola, nessun accordo con Tripoli ma solo la sua resa incondizionata.

La presenza turca non lo scompone, sa bene che Putin e Erdogan non combatteranno per Sarraj e sa anche molto bene che nessuno oggi ha la forza politica per imporre accordi.

L’idea di inviare i “caschi blu europei” è quanto di più stupido si possa proporre.
Frutto di una totale inesperienza diplomatica e politica.
Velleitari ed inutili i patetici tentativi italiani di “metter pace” con un ritardo abissale nel prendere coscienza della situazione in Libia.
Roma ha ignorato completamente i segnali che arrivavano da Bengasi un anno fa, ha chiuso gli occhi davanti ai movimenti delle truppe in Fezzan, non ha preso in considerazione l’appoggio delle milizie a sud in favore di Haftar.

Un disastro che cerca oggi di riparare con risultati ancora peggiori.
La Libia di domani verrà decisa ad Ankara, a Mosca e al Cairo.
Con l’assenso di Parigi.

Gli incontri di Di Maio e Conte servono solo per fare propaganda personale e a mascherare la loro totale inadeguatezza politica.
Come quello svoltosi ieri a Tunisi.
Un bla bla di intenti e aria fritta che ovviamente non ha portato a niente di serio..

Il problema, qui in Tunisia, è come arginare il flusso migratorio che parte dalla Libia, è come soccorrere le migliaia di Persone in fuga, è controllare le frontiere per evitare il contrabbando di armi e violenza.
Di questo ieri non si è discusso lasciando alla Tunisia il compito di provvedere in merito.

Adesso gli occhi sono tutti rivolti verso la Conferenza di Berlino del 19.
Ma dev’esser chiaro a tutti che Haftar vuole la Libia e che nessuno, ripeto nessuno, oggi è in grado di levargliela dalle mani.
A meno che non si pensi ad un’altra guerra europea come quella del 2011.
E ad un altro omicidio…

 

Claudio Khaled Ser

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