La piattaforma WhatsApp è in continua evoluzione; si sta espandendo soprattutto per quanto riguarda la funzionalità “allegati”. Con l’aggiornamento “2.17.254” è possibile allegare praticamente qualunque formato comune, rispetto alla versione nativa (.pdf, .docx e .xlsx). Questo “potenziamento” ha reso la piattaforma paradossalmente più cagionevole da parte degli hacker.
RASSEGNA DEI VIRUS DEL 2017
VIRUS TRAMITE LINK-MESSAGGIO
- “Prova i nuovi colori whatsApp” è un invito tramite messaggio preimpostato da un numero della propria rubrica. Tale avviso invita a provare nuovi colori per le finestre a patto, però, che si faccia la verifica dell’identità: escamotage per rubare le credenziali d’accesso.
- “Per favore avvisa tutti i contatti della tua lista di non aprire il video chiamato “La danza di vottary“”?: è un virus che formatta il telefono. Ma alcuni dicono sia una bufala.
- “I 10 cani più belli del mondo” o “I 10 più bei cani del mondo“: due link che compaiono sulle nostre chat e cliccandoci ci si auto-abbona ad un servizio telefonico dal costo di 5 euro/giorno. Questo è solo un “dispetto” degli hacker in quanto l’intento non è accedere al pc, ne rubare.
- “Ecco le nuove emoticon di Whatsapp. Troppo belle!“: come sopra, ma cambia il servizio.
VIRUS TRAMITE AUDIO-MESSAGGIO
Finto messaggio vocale che si rivela un virus; appare, in genere, come chiamata persa. Cliccando sul tasto play parte il download del malware.
VIRUS TRAMITE CATENA-MESSAGGIO (“catena di sant’antonio”)
“Gira questo messaggio a 10 amici e avrai fortuna” o “Gira questo messaggio a 10 amici e avrai fortuna“: catene di messaggi dove si insidiano link “acchiappa-clic”
VIRUS TRAMITE ALLEGATO
- Trojan dall’India sotto mentite spoglie di .exel: ruba informazioni bancarie. Si dice che è circoscritto in Asia.
- Falso aggiornamento tramite messaggio allegato: è un virus che prende controllo del pc.
VIRUS TRAMITE FINTE APP
L’applicazione whatsApp creata da “whatshup“: un malware che sfugge a tutti i controlli preventivi. Lo si trova tranquillamente sul Play store! Solo grazie alla scheda tecnica si scopre che l’autore dell’app è “whatshup” (la megalomania degli hacker).
Daniel pastore