Di Insaf Dimassi
Ha vinto il si.
E per quanto questa per molti sia una grandiosa conquista per il popolo, che “per una volta è davvero sovrano”, vi sono dei retroscena considerati troppo banali nel bilancio finale di questa vittoria.
“Ha vinto il sì, e così magari risparmieremo qualcosa” dicono alcuni, “così mandiamo un segnale” dicono altri, non capendo che il Parlamento, la nostra Costituzione, non sono strumenti vendicativi, né tanto meno Lego da assemblare a nostro piacimento quando ne abbiamo voglia.
Ha vinto il sì e noi così abbiamo vinto un risparmio che per essere generosi arriverà a 100 milioni di euro, e per quanto possano sembrare tanti in termini assoluti, comparati con il bilancio annuo del nostro stato rappresentano un risparmio irrisorio per i cittadini, come spesso è stato detto, un famoso caffè all’anno per ogni italiano.
E noi per un caffè abbiamo deciso di mantenere il Parlamento con i deputati più pagati d’Europa, ma con meno rappresentanti per cittadino. Perché i numeri sono importanti, ma quando vengono buttati lì senza essere spiegati diventano puri strumenti manipolativi; ma partiamo dal principio.
La questione del numero dei Parlamentari è stata oggetto di dibattito sin dall’Assemblea Costituente. Prima del numero fisso di parlamentari stabilito a 630 e 315 deputati (con legge costituzionale n.2 del 1963), la formulazione precedente dell’Assemblea Costituzionale avrebbe previsto un numero mobile tenendo fisso il rapporto con la popolazione, per cui il numero di parlamentari sarebbe stato variabile ma tale da garantire un deputato ogni 80.000 abitanti e un senatore ogni 200.000 abitanti.
Alla fine, dopo diversi dibattiti approfonditi sull’importanza della rappresentatività, venne stabilito il numero vigente sino ieri, ovvero una proporzione tale da garantire 1,6 parlamentari ogni 100.000 abitanti (fonte: Senato della Repubblica).
Cominciamo a sfatare alcuni miti: a parte la questione del risparmio di cui sopra, che è evidentemente irrisoria, avrebbe avuto molto più senso in questo caso dimezzare gli stipendi ma mantenere lo stesso numero per garantirci la rappresentanza.
In questa maniera, invece, abbiamo permesso la vittoria di una battaglia demagogica e populista, poiché gli stessi che vogliono farci credere di voler abbattere i privilegi, sono i primi ad avere in Parlamento lo staff più pagato della storia della Repubblica. Perché la verità è questa: probabilmente avremo meno parlamentari, ma coloro che non occuperanno più le poltrone delle Camere, verranno comunque ricollocati in altre posizioni Statali, mantenendo il privilegio della Casta che tanto si millanta di voler abbattere.
E dei parlamentari li perderemo, si, ma saranno quelli delle regioni più piccole che avranno una rappresentanza molto più limitata, o dei partiti più piccoli che avranno meno seggi e meno possibilità di esercitare il diritto democratico di rappresentanza delle minoranze politiche.
Quando vi vengono a raccontare che ci sono troppi sprechi, non vi raccontano che il problema semmai possono essere gli stipendi, ma vi raccontano che abbiamo il più elevato numero di parlamentari in Europa, proponendovi dati assoluti senza contestualizzarli. Ma i numeri utilizzati senza spiegarli perdono di valore.
Il Senato ci propone questa tabella e questa analisi comparata del numero di parlamentari in Europa in rapporto agli abitanti:
Come mostra la tabella, il fatto che noi abbiamo più parlamentari rispetto al resto dell’Europa è una BUGIA.
Io vorrei capire perché, gli abitanti del Lussemburgo si meritano 11,7 parlamentari ogni 100.000 abitanti, mentre per l’Italia 1,6 parlamentare ogni 100.000 abitanti è troppo.
La verità è che questa riforma è pura demagogia, e un giorno, quando pure questo governo fallirà, vi potranno dire che loro non erano lì per interesse personale, perché addirittura hanno ridotto le poltrone.
Non abbiamo vinto. Abbiamo solo contribuito a consolidare quegli accordi di Palazzo, di chi fino ad un anno fa è e sarebbe stato sempre contro, mentre ora per necessità politica è a favore.
La Costituzione è la Carta più seria e importante, e abbiamo permesso che venisse intaccata così.
Spesso noi italiani ci dimentichiamo che la nostra è una Repubblica parlamentare, e a parte pochi istituti di democrazia diretta ,ciò che ci rende cittadini è il nostro potere di scegliere chi occuperà quei nobili banchi in Parlamento.
A volte mi chiedo come vi sentireste se a voi non fosse permesso di votare per scegliere del vostro futuro, come purtroppo succede a me e a tanti altri, lì forse ci avreste pensato due volte prima di ridurre la vostra rappresentatività.
Ora, non ci resta che sperare in una sana e positiva stagione di riforme, e che questo salto nel vuoto non sia troppo profondo.
Anche se non dovesse cambiare nulla, avete perso, perché avete permesso alla demagogia di avere la meglio sulla vostra lucidità.
Onestamente, spero di sbagliarmi.