Guido Guinizelli, vita e poetica

La vita:

Guido Guinizelli nacque nel lontano 1235 a Bologna, nella famosa università di tale città studiò Giurisprudenza.
Nella vita quindi fu giudice. Tuttavia venne coinvolto anche nella vita politica. A quei tempi le fazioni governavano la città stessa, e due erano le famiglie a capo di queste: i Lambertazzi che eran ghibellini ed i guelfi Geremei. La sua attività politica parteggiava per i primi, ma questi nel 1274 vennero espulsi da Bologna e lui con loro.

Accompagnato dalla famiglia, visse in esilio a Monselice nei pressi di Padova. Qui purtroppo morì a due anni dall’abbandono forzato di Bologna.

Aldilà della materia protagonista dei suoi studi, egli era interessato anche a discipline quali la filosofia, le scienze e la letteratura. Inoltre fu un poeta molto conosciuto e stimato tra gli uomini del suo tempo.

Stando alle parole di Dante, si pensa che Guido sia l’iniziatore dello stil novo. Infatti per il poeta italiano più rappresentativo, Guinizelli fu anticipatore degli stilnovisti fiorentini.

La poetica:

C’è una grande dottrina basata sulla lirica d’amore del Guinizelli, questa è costruita su quattro concetti fondamentali.

Quello che è l’aggettivo “gentile” descrive il concetto di nobiltà, si sta parlando di una nobiltà intesa come “virtù intellettuale” coltivata dall’individuo con capacità intellettuali e morali. E dunque non intesa come titolo ereditato.

Soltanto nei “cuori gentili” si nasconde l’amore. Di conseguenza questi, in quanto dimora dell’amore, non possono evitare d’amare.

La donna porta il bene e la salvezza a chi la contempli. Dunque essa è “angelo“, ed il suo saluto vale come una “benedizione celeste“.

Provare amore per una donna dotata “d’angel sembianza” non può essere considerato un peccato. Infatti questa porterebbe a Dio, essendo essa stessa l’immagine dell’amore divino.
L’uomo, dunque, non deve provare sensi di colpa dinnanzi a Dio se prova attrazione per la bellezza della donna sua, ma potrà provare orgoglio per aver riconosciuto virtù d’angelo in una umana creatura.

Claudio Sciarretti 

 

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