Il conflitto tra Russia e Ucraina rischia di scatenare una crisi alimentare in Africa. Molti paesi del continente sono dipendenti dalle importazioni di grano e cereali da parte delle economie coinvolte nella guerra: oltre a quelle dei fucili si conteranno anche le vittime della fame
La guerra in corso tra la Russia e l’Ucraina sta scatenando delle crisi che in molti non avrebbero mai pensato di dover affrontare. Oltre quella energetica e politica, che è più o meno sotto gli occhi di tutti, ne esiste un’altra caratterizzata da un alto tasso di rischio per la tenuta sociale di molti paesi: quella alimentare. Il “granaio d’Europa”, ossia l’Ucraina, è uno dei primi esportatori di grano al mondo. Export che copre gran parte del fabbisogno alimentare mondiale, in particolare quello africano.
Il ruolo di Russia e Ucraina nel mercato agroalimentare
Russia e Ucraina sono tra i principali player globali nel mercato agroalimentare, specie per quanto riguarda produzione ed export di grano, orzo e olio di semi di girasole. Nel mese di marzo l’UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo) ha presentato un report che spiega l’impatto della guerra sul commercio mondiale. Tra le varie sezioni il focus sul mercato agroalimentare restituisce una situazione con un alto tasso di rischio in termini di approvvigionamento.
Considerati entrambi, i paesi coinvolti nel conflitto rappresentano il 57% della quota del commercio mondiale di olio di semi di girasole e il 27% del commercio del grano. In riferimento al mercato dell’olio di semi, l’Ucraina detiene il 36% delle quote totali. Per quanto riguarda l’orzo la quota raggiunta da Russia ed Ucraina è del 23%, rispettivamente 12 e 11%.
Il problema scaturisce perché queste quotazioni di mercato coprono gran parte dell’importazione dei paesi in via di sviluppo: Somalia, Benin, Libia, Sudan, Tunisia; solo per citarne alcuni. Tra il 2018 ed il 2020 l’Africa ha importato 3,7 miliardi di dollari di grano dalla Federazione Russa e 1,4 miliardi dall’Ucraina, si tratta del 12% dell’importazione sul totale delle quote importate nei paesi africani.
Il caso della Somalia