Guerra dei palloncini: dalla Corea del Sud Usb cariche di K-Pop

Guerra dei palloncini

La “guerra dei palloncini” tra la Corea del Nord e quella del Sud si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo i lanci dei palloncini pieni di feci da parte di Pyongyang il 29 maggio scorso, dalla Corea del Sud il 7 giugno alcuni disertori nordcoreani hanno lanciato diversi palloni aerostatici carichi di chiavette Usb contenenti prodotti della cultura sudcoreana, come brani K-Pop e serie tv.

La guerra dei palloncini: l’immondizia dal Nord

Il conflitto tra le due Coree è in corso da moltissimi anni. Dall’armistizio del 1953 gli episodi di tensione non sono mai mancati, ma di certo non si era mai visto un approccio di questo genere. Il 29 maggio la Corea del nord ha inviato più di 150 palloncini pieni di spazzatura e di feci attraverso il confine, scatenando ovviamente l’ira dell’opinione pubblica sudcoreana, ma dando anche origine ad una grande ondata di satira sui maggiori social, colpiti dalla tattica che sarebbe eufemistico definire “bizzarra”.


L’agenzia sudcoreana Yonhap ha riportato che i palloni pieni di rifiuti (immondizia, bottiglie di plastica, batterie, pezzi di scarpe e letame) sono caduti in varie zone dello stato, arrivando fino alla provincia di Gyeongsang meridionale. L’agenzia stampa ha mostrato diverse immagini di sacchetti di plastica legati a grandi palloncini bianchi, raccomandando di segnalare eventuali ritrovamenti, come suggerito dai militari.

Il lancio del 29 maggio è l’episodio che ha dato il via a quella che i giornali hanno denominato “guerra dei palloncini”, ma non è il primo caso di palloni aerostatici che attraversano il confine tra i due stati. Secondo la BBC, l’uso di palloncini per diffondere propaganda e messaggi politici in generale è una pratica in uso fin dalla Guerra di Corea degli anni ’50. Di fatto i palloncini carichi di letame sono stati inviati da Pyongyang proprio in risposta ad alcuni lanci analoghi effettuati dalla Corea del Sud.

Gli attivisti del Sud infatti lanciano frequentemente palloni con volantini contro la dittatura di Kim Jong-Un nelle aree di confine infastidendo non poco il regime. Per questo il vice ministro della Difesa nordcoreano, Kim Khang, aveva dichiarato che ci sarebbe stata una risposta a questi lanci con queste parole: “Cumuli di carta straccia e sporcizia saranno presto sparsi sulle zone di confine e all’interno della Repubblica di Corea, e si potrà sperimentare direttamente quanto sforzo sia necessario per rimuoverli”. La guerra dei palloncini prende forma.

La guerra dei palloncini: il 7 giugno

Dopo il lancio di immondizia e feci da parte dei nordcoreani, è di nuovo il turno della Corea del Sud. Stavolta però ad effettuare i lanci di palloncini non sono stati i classici attivisti sudcoreani, ma un gruppo di disertori della Corea del Nord riuniti nel Movimento per la Corea del Nord Libera.

Il nuovo atto della guerra dei palloncini è stato pensato da Park Sang-hak, attivista nordcoreano rifugiatosi a Seul dopo essere fuggito dal suo paese natale. L’ideatore della nuova protesta ha inviato con il suo gruppo una decina circa di grandi palloni bianchi contenenti oltre 200mila volantini con stampata la faccia di Kim Jong-Un e di sua sorella Kim Yo-jong, con sopra il messaggio Il nemico del popolo Kim Jong-un ha inviato sporcizia e rifiuti ai sudcoreani, ma noi disertori stiamo inviando verità e amore ai nostri compagni nordcoreani”. 

I palloncini contenevano infatti, oltre ai volantini, circa 5000 chiavette Usb piene di musica K-Pop, serie tv sudcoreane, foto e 2000 banconote da un dollaro statunitense, tutto materiale proibitissimo in Corea del Nord ma che i più giovani bramano.

La guerra dei palloncini è solo un capitolo del lungo scontro che i due paesi combattono, in attesa di quella unificazione auspicata più volte, almeno a parole. Tuttavia questi scambi di palloncini, uniti agli ultimi test missilistici della Corea del Nord, non fanno altro che allontanare il traguardo di una pace duratura.

Marco Andreoli

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