In attesa della ripetizione della votazione, prevista per il 5 dicembre, Beppe Grillo torna a parlare alla sua ormai ex base e sceglie di farlo, con la consueta sobrietà, da un carro funebre: «il Movimento 5 Stelle è morto, stramorto. Però è compostabile. L’humus che c’è dentro non è morto».
Grillo sul carro funebre
Annunciato ieri con grande enfasi, il discorso di Grillo sul carro funebre non è parso essere così cruciale, sembra infatti essere scongiurato, per ora, il pericolo dell’impugnazione dello Statuto. In un video diffuso sui suoi canali e rilanciato dai maggiori organi di stampa, il fondatore del M5S ha deciso di parlare alla sua base da un carro funebre accompagnato dall’Inno alla gioia, a simboleggiare il funerale del Movimento.
Si dice fiducioso per le nuove votazioni e dichiara di parlare, ancora, in quanto garante e custode dei valori del M5S. Valori costruiti dal suo coraggio, dal cervello di Casaleggio, dal cuore di milioni di elettori e ormai traditi negli ultimi tre anni di trasformazioni in «partitino progressista» che ha rinnegato la sua identità originaria.
Le accuse a Conte-Mago di Oz
Non pronuncia il suo nome nemmeno una volta, ma le stoccate a Conte, rinominato Mago di Oz, non mancano. In risposta alle accuse di Conte di volersi sopraelevare rispetto agli iscritti, Grillo ci va giù pesante:
«lui ha leggermente questa psicosi, bisogna analizzare sotto il profilo neurologico la politica oggi. Perché sono sindromi queste, lui soffre di questa sindrome ripetitiva compulsiva di proiezioni a specchio cioè butta sugli altri quello che vorrebbe essere lui o quello che è già lui»
Di fatto rimanda al mittente le accuse e rifiuta l’insinuazione di essere un padre padrone che ostacola la crescita della sua creatura.
Ma non solo, in mano a Conte il Movimento sarebbe diventato una nuova Democrazia Cristiana, impegnato in giochini di potere e alleanze, a suo dire, non graditi dagli iscritti:
«vedere questo movimento, questo simbolo che ha rappresentato sudore, cuore, coraggio per milioni di persone, vederlo rappresentato da queste persone, mi dà un senso di disagio»
Rilancia quindi la proposta di Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, di fare un nuovo simbolo e andare avanti, invece che perdere tempo con Grillo; suggerimento che pare lasciare uno spiraglio aperto all’impugnazione dello Statuto, tanto più che sul finale aggiunge che ha ancora un’idea da svelare nel prossimo futuro. Non finisce qui, promette.
Le 50 proposte ignorate
Grillo sul carro funebre rivendica di aver svolto esclusivamente il ruolo di garante, senza nessun intervento in campi non di sua pertinenza: «non so quale narrazione vi è stata fatta, ma io come garante non intervenivo in nulla». Conte l’avrebbe ignorato per anni, così come avrebbe ignorato gli oltre 50 progetti di legge proposti con l’aiuto di professionisti, tra cui il Politecnico di Zurigo.
Sarebbe stata snobbata la cosiddetta legge anti-zombie, per limitare i travasi di parlamentari da un partito all’altro; la legge sulla sfiducia costruttiva; la legge sulle assemblee condominiali, utile per limitare gli affitti brevi da iperturismo; la legge sulla tutela dei dati dei cittadini; la proposta sulla riduzione dell’uso di energia elettrica e la riduzione delle ore di lavoro.
Tutte proposte che non avrebbero ricevuto attenzione dall’allora Presidente del Consiglio, ma che simboleggiano le cinque stelle polari del Movimento 5 Stelle (i beni comuni, l’ecologia integrale, la giustizia sociale, l’innovazione tecnologica e l’economia eco-sociale di mercato).
Le nuove votazioni
Dalle 10.00 di giovedì 5 dicembre alle 22.00 di domenica 8 dicembre, per richiesta di Grillo, verranno rifatte le votazioni che rischiano di separare per sempre il Movimento dal suo fondatore. A votare la prima volta sono stati meno della metà degli iscritti, eppure Grillo sul carro funebre si dice ottimista e non sembra curarsi troppo del risultato: «voi andate a votare se avete voglia, se no andate per funghi». Per sapere se questo è stato davvero un funerale, non resta che aspettare la prossima diretta.