Si è svolto oggi, venerdì 19 aprile, il secondo grande evento organizzato dal movimento Fridays for Future romano. Sul palco, in attesa dell’arrivo di Greta in Piazza del Popolo, si sono alternati giovani musicisti di talento e numerosi attivisti.
Ad ascoltarli c’erano più di 25.000 persone di tutte le età. Tanti gli adolescenti e le famiglie con bambini. L’evento è stato organizzato all’insegna della sostenibilità. Il palco, infatti, è stato alimentato dal’energia pulita prodotta da decine di tenaci e volenterosi ciclisti. Dal Nord al Sud, dal Centro alle Isole, uno dopo l’altro hanno preso la parola attivisti provenienti da tutta Italia. Segno che tutte le regioni del nostro Paese sono accomunate da rischi ambientali e sanitari causati dai inceneritori, grandi opere e inquinamento. Le performance dal vivo di giovani cantautori hanno allietato i presenti in attesa dell’arrivo di Greta in Piazza del Popolo.
Le parole degli attivisti del movimento Fridays for Future
Un ragazzo del Friuli ha denunciato i problemi dello spreco d’acqua, a causa delle reti idriche vecchie e obsolete, e della moria delle api, vere e proprie “ingegnere della biodiversità”, minacciate dall’utilizzo dei pesticidi in agricoltura. L’attivista friulano ha inoltre criticato duramente i trattati di libero scambio TTIP e CETA che “favoriscono i ricchi e potenti a scapito dei piccoli agricoltori”.
Poi Marilisa, un‘attivista di Padova, ha spiegato ai presenti che “il primo passo da fare è essere consapevoli di cosa sta accadendo e fare pressione sui politici affinché ascolitino le voci degli scienziati”. La ragazza ha anche rivendicato l’urgenza del superamento di “un sistema economico basato sul profitto” e di “un cambiamento nelle scelte di consumo e negli stili di vita”.
Infatti, secondo l’attivista padovana, proprio questo sistema “trainato da un uso scellerato dei combustibili fossili” è la causa delle “sempre più numerose guerre per lo sfruttamento delle risorse”.
Dopo di lei è intervenuto Giorgio, un liceale romano: “Oggi scendiamo in piazza per dimostrare cosa accade quando una generazione comprende il proprio dovere storico”. Lo studente ha evidenziato il fatto che “solo 100 aziende producono il 70% delle emissioni di carbonio”. “Un altro modello di sviluppo è possibile – ha concluso – un modello che coincide con la fine dello sfruttamento dell’uomo sulla terra e dell’uomo sull’uomo”.
Il climatologo e i bambini
Successivamente ha preso la parola Antonello Pasini, climatologo del CNR: “Prima si pensava che la natura fosse un deposito da cui estrarre risorse a dismisura e in cui buttare i propri rifiuti. Invece non è così, noi scienziati del clima abbiamo scoperto che l’acqua del mare e l’aria dell’atmosfera reagiscono alle nostre azioni. Oggi sappiamo che i cambiamenti climatici sono creati dalle nostre azioni”. “Bisogna considerare l’impatto dei cambiamenti climatici sul territorio, sugli ecosistemi, sull’uomo, sulle attività produttive, sulle migrazioni”.
Commoventi le parole di Irene, Alessia e altri studenti delle medie: “Vogliamo un mondo più pulito, ma anche più giusto e più umano”.
Altri attivisti nazionali ed europei hanno espresso la propria preoccupazione per i cambiamenti climatici e i disastri ambientali provocati dall’uomo. Degno di nota l’intervento di un ragazzo di Terni, il quale ha paragonato i 3 inceneritori presenti nella sua città a 3 grandi grandi draghi che affumicano i cittadini.
Immancabile la presenza della piccola Alice, l’attivista di 9 anni da molti definita “la Greta italiana” che oggi ha avuto l’occasione di incontrare la sua “sorella maggiore”.
Altri interventi dal palco
Federica, studentessa di scienze biologiche, ha illustrato i tre concetti fondamentali che ogni scioperante per il clima dovrebbe conoscere: la differenza tra clima e meteo e le definizioni di riscaldamento globale e cambiamento climatico.
“La nostra casa brucia ma la mia terra lo fa già da 20 anni”, l’intervento di Gianmarco, attivista napoletano, si è concluso così. A dimostrazione del fatto che i ragazzi sono consapevoli che la questione ambientale, specialmente in alcuni territori, non è cosa recente.
Sulla stessa linea anche il discorso di Marianna. L’attivista pugliese ha infatti chiesto a gran voce la chiusura dell’Ilva di Taranto, “un mostro inquinante” che “tiene sotto scacco la città con il ricatto occupazionale” ed è “la maggiore fonte di CO2 in Europa”.
Infine, prima dell’arrivo dell’ospite d’onore, gli organizzatori hanno invitato tutti i presenti a fare un minuto di silenzio per i caduti sul lavoro e le vittime delle calamità naturali dovute ai cambiamenti climatici.
L’arrivo di Greta in Piazza del Popolo
Il viaggio di Greta a Roma termina con il suo intervento sul palco di Piazza del Popolo. L’attivista svedese è stata accolta da migliaia di ragazzi e ragazze che applaudivano e gridavano a gran voce il suo nome. Ma non appena si è avvicinata al microfono tutti hanno fatto silenzio per ascoltarla. Le sue parole come un monito. Un invito a non fermarsi e a continuare a manifestare fino a quando i politici non faranno qualcosa di concreto per salvare l’ambiente e il futuro delle generazioni a venire.
“Siamo qui oggi perché abbiamo deciso da che parte vogliamo stare e adesso stiamo aspettando che gli altri seguano il nostro esempio. Il problema principale è lo stesso ovunque ed è che niente è stato fatto per fermare o ritardare il cambiamento climatico e il disastro ecologico. Negli ultimi 6 mesi milioni di studenti, non solo in Italia, hanno scioperato per il clima ma nulla è cambiato. Infatti le emissioni stanno ancora aumentando. Ad essere sinceri, non c’è stato nessun cambiamento politico. Ecco perché dobbiamo prepararci, perché questo richiederà molto tempo… dobbiamo continuare per molto tempo. Non ci vorranno settimane, mesi, ci vorranno anni. Noi ragazzi non stiamo sacrificando la nostra educazione e la nostra giovinezza per farci dire dagli adulti e dai politici ciò che loro considerando politicamente possibile. Non stiamo scendendo in piazza perché loro si scattino selfie con noi e ci dicano che ammirano davvero tanto quello che facciamo. Noi ragazzi lo stiamo facendo per far svegliare gli adulti, noi ragazzi lo stiamo facendo perché vogliamo che loro agiscano, perché vogliamo indietro le nostre speranze e i nostri sogni. Non siamo noi quelli che hanno creato questa crisi, siamo solo nati in questo mondo dove c’è una crisi che è stata ignorata e abbiamo deciso di agire per fronteggiarla. Perché siamo stufi delle bugie e delle promesse non mantenute. Siamo quelli che fanno la differenza. Se nessun altro farà qualcosa allora lo faremo noi. Non dovrebbe essere così, non dovremmo essere noi quelli che lottano per salvare il futuro. Ma siamo qui perché fondamentalmente nessuno sta facendo niente. Alcuni hanno detto che stiamo sprecando ore di lezione, noi diciamo che stiamo cambiando il mondo così quando saremo più grandi potremo guardarci indietro e dire che abbiamo fatto tutto quello che potevamo e potremo continuare a farlo e a lottare per il futuro e per il pianeta. Grazie Roma”.
Betty Mammucari