Scuola, Salvini rispolvera il grembiule

Pare proprio il caso di dirlo. Ultimamente il ministro dell’Interno Salvini è diventato camaleontico ed è stato duramente attaccato dall’ opposizione e dalle varie forze dell’ordine. Il problema? Ha indossato le divise di Carabinieri, Vigili del Fuoco e Pompieri. Cappelli, distintivi, giacche e magliette, praticamente ogni occasione è buona per indossare i suddetti vessilli. Chissà che non provenga proprio da queste critiche l’idea di rispolverare il grembiule obbligatorio nella scuola primaria. Anzi, forse è proprio così: “Almeno alle scuole elementari, rimettere il grembiule farebbe bene ai bambini ed eviterebbe simboli di diversità. Rimetterlo sarebbe infatti un’occasione di parità”, spiega il Vicepremier in un’intervista al Tg2. A Salvini la divisa piace e non è un mistero.

Frasi shock di Gianni Tonelli
Fonte: Vice

Un’idea caldeggiata a novembre anche dal ministro dell’istruzione Renato Bussetti, secondo il quale il tema potrebbe essere oggetto discussione se condiviso con gli istituti.

Il grembiule che azzera le differenze

Con il fiocco o senza, ricamato o meno, il grembiule ha fatto epoca nel mondo dell’istruzione primaria e anche nell’ immaginario collettivo. Ha messo pace tra i bambini per decenni, annullando soprattutto in apparenza le differenze economiche dovute all’abbigliamento. Alzi la mano chi da piccolo non ha mai odiato almeno una volta il grembiule, maschietto o femminuccia che sia. L’esercizio scomodo era infilarselo a prima mattina, senza capirne nemmeno il perché, con la solita giustificazione della mamma di turno che diceva: “così siete tutti uguali”. Senza contare i bottoncini che saltavano e i continui lavaggi contro lo sporco più ostinato. Oggi molte cose sono cambiate, non tutti gli istituti obbligano i genitori a far presentare i loro figli in divisa, tanto più che la replica dei presidi delle scuole è eloquente della situazione. In ogni caso la decisione è appannaggio dell’autonomia scolastica. D’altro canto la questione non è nuova ed è saltata fuori qualche anno fa per bocca dell’ex ministra all’istruzione Gelmini e dell’ex premier Berlusconi. Nel 2011 arrivò la proposta di legge a firma dell’allora deputata del Pdl Isabella Bertolini e del deputato dell’Udc Luca Volontè. L’intenzione era sempre la stessa, azzerare le differenze.

In epoca di dibattiti infiniti sulla parità dei sessi e lotte per l’uguaglianza dei diritti, sicuramente l’intuizione di riportare il grembiule nelle scuole non è così anacronistica e scontata. Naturalmente, al netto delle spese che lo stato dovrebbe affrontare per obbligare tutte le famiglie ad avere una divisa, cosa c’è di più democratico? Ah, a proposito di vessilli, non è che il camaleontico leader del Carroccio inizi a pensare anche a libro e moschetto?

Luciano Tabacchiera

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