Green City è l’ultima risposta all’insostenibilità urbana. Tra cambiamenti climatici e aumento della popolazione, la vita in città diventa sempre più insostenibile. Serve una nuova urbanistica.
Green City è una delle ultime risposte ai tentativi di rendere la vita urbana più sostenibile. Si avvale di una urbanistica nuova e rispettosa della natura di cui le sfortunate vicende dell’isola di Ischia ci hanno ricordato la necessità.
Da Ischia l’allarme per un problema globale
Lutto ad Ischia per le vittime della frana che ha devastato l’isola lo scorso 26 Novembre. Dietro la tragedia vi sarebbero tanto l’incuria umana quanto i cambiamenti climatici.
Lo confermano le parole del divulgatore Valerio Rossi Albertini:
“Le tragedie a cui stiamo assistendo, dalle Marche fino a questa di Ischia, sono originate dall’eccedenza di calore che è stato assorbito dal Mediterraneo”.
Non solo
“Siamo nelle medesime condizioni per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, aggravato dall’espansione e dall’inurbamento spropositato”.
E questo non vale certamente per la sola isola italiana.
Le abitudini della civiltà odierna hanno contribuito al surriscaldamento climatico e al conseguente inquinamento dell’aria. Sia nei paesi poveri che in quelli ricchi, l’aria delle città sta diventando sempre più irrespirabile a causa dell’inquinamento atmosferico.
Serve strutturare una nuova urbanistica che sia davvero sostenibile, con soluzioni nature based in grado di elevare la qualità della vita urbana coinvolgendo gli stessi cittadini nel processo di city making.
Green City: una soluzione all’insostenibilità urbana
Il concetto di Green City è una delle ultime risposte ai tentativi di rendere le città più sostenibili, meno disperse e più vivibili. Muovendo dalla teoria del Green Urbanism, le “città verdi” si configurano come città ecosistemiche caratterizzate da una dotazione specifica in termini di biodiversità; città in cui i cittadini vivono in spazi verdi e aperti in grado di garantire un’elevata qualità della vita urbana.
Dall’Agenda 21 di Rio del 1992 fino All’agenda 2030 delle Nazioni Unite del 2015, il tema della sostenibilità urbana si è spesso ridotto a scelte specialistiche e tecnologiche che non includevano questioni più radicali di natura etico-politica. Ciò di cui abbiamo davvero bisogno è individuare strategie ed azioni che possano davvero contribuire a rendere le città più sostenibili e la proposta di diverse modalità di gestione del processo di espansione urbana.
Proprio le “città verdi” possono modellizzare questo cambiamento, suggerendo nuove direzioni verso le quali indirizzare il nostro sviluppo. Il modello concettuale del Green Urbanism, cuore pulsante delle green cities, propone non solo un abbattimento delle emissioni ma anche una rigenerazione della città post-industriale.
Green City: il caso Hammarby Sjöstad
Di particolare interesse in questo senso è il caso di Stoccolma, la prima “città verde” europea. L’esperienza svedese basata sul ciclo chiuso di utilizzo delle risorse, integra diverse componenti sistemiche nella progettazione urbana: mobilità verde, resistenze e servizi. La città mira ad eliminare il combustibile fossile entro il 2040 e può senza dubbio essere definita una città eco-compatibile.
Dagli anni ‘70 ha concentrato i suoi sforzi in programmi innovativi con l’ambizione di migliorare la qualità della vita. Hammarby Sjöstad è stato uno dei primi progetti urbani che ha portato il concetto di sviluppo sostenibile ad un nuovo livello, sviluppando sinergie tra servizi, edifici e utenti. Da baraccopoli caotica e inquinata, Hammarby Sjöstad si è trasformata in un quartiere verde.
Green City: da Hammarby Sjöstad le linee per un corretto green urbanism
Approccio olistico allo sviluppo urbano; priorità alle aree periferiche; coinvolgimento dei vari stakeholders nel processo di city making. Questo è ciò che il caso Hammarby Sjöstad ci insegna, trasportando le green cities al di fuori della dimensione puramente tecnocratica.
Non avremo una città sostenibile degna di questo nome finché tutti gli stakeholders non saranno attivamente coinvolti nel processo di city making. Il green urbanism richiede un approccio collaborativo di tutti quelli che, a partire dalla loro esperienza di vita concreta, possono sperimentare la possibilità di costruire una città diversa. Parlo di amministratori e membri del corpo politico, accademici ma anche e soprattutto cittadini.
Per una città più sostenibile
Le green cities suggeriscono nuove direzioni da intraprendere per garantire al tessuto urbano uno sviluppo sostenibile. Guardano all’innovazione ma non si riducono a queste e chiamano in causa nuove pratiche sociali basate sull’approccio collaborativo di quanti fanno esperienza della realtà urbana. Perché la sostenibilità della vita è un diritto, ma anche un dovere.