Alle 16:30 Don Riccardo Robella, cappellano del Toro, ha celebrato la commemorazione allo stadio Filadelfia di Torino. Sono passati 71 anni da quel tragico incidente in cui persero la vita la squadra, lo staff tecnico del Grande Torino, l’equipaggio e i giornalisti Renato Casalbore, Renato Tosatti e Luigi Cavallero.
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I tifosi dello storico club in tutta Italia, hanno ricordato gli Invincibili dal balcone di casa con maglie, messaggi e striscioni, poiché si sa i tempi del Coronavirus, bisogna essere ingegnosi.
Il presidente Urbano Cairo è salito al colle di Superga, su permesso del Prefetto, per salutare i campioni del Filadelfia. “Abbiamo avuto i permessi dal prefetto, deporremo un mazzo di fiori, sarà una cerimonia breve e riservatissima che abbiamo tenuto segreta. Ma non si poteva non rendere omaggio alla Lapide del Grande Torino a settantuno anni dalla tragedia” – ha dichiarato il presidente del Torino. Insieme a lui alcuni eredi dei calciatori rimasti coinvolti dal tragico incidente aereo.
Valentino Mazzola e il Grande Torino
Il progetto del Grande Torino inizia nell’estate del 1939, anno in cui l’industriale Ferruccio Novo diventa Presidente. In pochi anni il club torinese cresce, si perfeziona e arriva a lottare per il titolo contro la Juventus per il Campionato del Centro-Nord.
Nel 1942 la Società granata acquista dal Venezia il giovane e talentuoso Valentino Mazzola, che oltre alle doti tattiche individuali riesce ad integrarsi perfettamente nella squadra. Grazie a Mazzola il club torinese riuscirà a vincere il primo scudetto l’anno successivo.
A Torino, il talento milanese diventa simbolo del Filadelfia e del Torino, istituendo il famoso “quarto d’ora granata”. Durante le partite casalinghe infatti, il tifoso Oreste Bolmida ordinava i tre squilli di tromba. Mazzola si rimboccava le maniche in campo e improvvisamente il ritmo di gioco dei padroni di casa aumentava e i giocatori avversari venivano massacrati agonisticamente e tatticamente.
Il Torino di Valentino Mazzola ha vinto dal 1942 al 1949 cinque scudetti di fila, contando le sospensioni belliche del ’43 e ’44. Una squadra leggendaria, conosciuta in tutto il mondo sia per la qualità di gioco prodotto che per la qualità dei propri calciatori.
Il 1949 e lo schianto contro la Basilica di Superga
La squadra di Mazzola e compagni era attesa il 3 Maggio a Lisbona per affrontare in amichevole il Benfica di Francisco Chico Ferreira, capitano anche della nazionale. Il giorno successivo, al rientro dalla capitale portoghese, l’aereo su cui volava la squadra si schiantò contro i muraglioni che sostenevano il giardino della Basilica di Superga, a causa della fitta nebbia e di un malfunzionamento dell’altimetro. L’impatto fu violento e istantaneamente persero la vita tutti i 31 passeggeri. L’evento tragico ebbe risonanza mondiale e ogni anno i tifosi granata ricordano le gesta eroiche di quei calciatori leggendari. Quest’anno nemmeno il Covid-19 annienterà il ricordo degli Invincibili.
Luca Patrucco