Ieri su Nature è stato pubblicato un nuovo studio che analizza il fenomeno del bleaching (sbiancamento) e conseguente morte della Grande Barriera Corallina australiana, i risultati sono davvero molto preoccupanti e la conclusione a cui giungono gli studiosi capitanati da Terry Hughes un ecologista delle barriere coralline presso la James Cook University di Townsville (Australia) è che l’unica speranza di salvare la barriera è agire immediatamente e in maniera drastica, solo un abbassamento della temperatura dell’oceano potrebbe arrestare il processo.
Cos’è il bleaching
Quando le acque diventano troppo calde il corallo espelle l’alga chiamata zooxanthella che normalmente vive in simbiosi col corallo stesso, il primo effetto visibile è che il corallo perde la colorazione che è donata proprio da queste alghe simbiotiche, la cosa più grave però è che la zooxanthella tramite la fotosintesi produce nutrienti sia per se che per chi la ospita, quindi in breve tempo (giorni o al massimo settimane) se la zooxanthella non torna il corallo muore. Il bleaching del 1998 colpì il 43% della Grande Barriera Corallina, quello del 2002 il 56%, ma quello dell’anno scorso è stato disastroso. almeno l’85% dei 2300 chilometri della barriera sono stati colpiti.
Lo studio di Hughes
Hughes e colleghi hanno studiato i risultati da loro stessi rilevati del grande sbiancamento dell’anno scorso anche confrontandoli con quelli degli eventi precedenti. Uno dei risultati più sorprendenti e preoccupanti è stato che diversamente da quello che gli scienziati si aspettavano, la parte nord della Barriera è stata più colpita, loro si aspettavano il contrario perchè le acque a nord sono più pulite. Quindi hanno concluso gli scienziati anche se è vero che salvaguardare i pesci (che impediscono ad alghe dannose di colonizzare e sovrastare i coralli) e mantenere una buona qualità dell’acqua (che giova alla salute dei coralli) sono delle pratiche da raccomandare, non salveranno la barriera corallina, perchè l’alta temperatura dell’acqua da sola basta a provocare il bleaching, solo una lotta al riscaldamento globale potrà salvare la barriera. Per dirla con le parole di Hughes non possiamo rendere la Grande Barriera Corallina a prova di clima. Nel frattempo anche nel 2017 si sta verificando un evento di bleaching, Hughes dice che sembra meno grave di quello dell’anno scorso però è la prima volta che succede due anni di fila.
Roberto Todini