L’Austria si trova in una grave impasse politica dopo il fallimento dei negoziati per la formazione di un governo tra il Partito della Libertà (FPÖ), di estrema destra, e il Partito Popolare (ÖVP), di centrodestra. La situazione del Governo in Austria, che riflette una profonda divisione nel panorama politico locale, lascia ora al Presidente Alexander Van der Bellen la decisione su come procedere. Le opzioni sul tavolo includono nuove elezioni, un governo tecnico o un’alleanza tra altri partiti.
Un tentativo fallito di governo in Austria
L’Austria si trova in un momento di grande incertezza politica dopo il fallimento dei negoziati tra il Partito della Libertà (FPÖ), di estrema destra, e il Partito Popolare Austriaco (ÖVP), conservatore. I colloqui, che avrebbero dovuto portare alla formazione di un governo in Austria guidato dal leader dell’FPÖ, Herbert Kickl, si sono interrotti mercoledì, lasciando il paese in una fase di stallo.
La rottura ha spinto Kickl a richiedere nuove elezioni, un’ipotesi che ora il presidente Alexander Van der Bellen dovrà valutare attentamente.
Le ragioni della rottura
Uno dei principali motivi del fallimento delle trattative per il nuovo governo in Austria è stata la questione della spartizione dei ministeri. Kickl ha insistito per ottenere il Ministero dell’Interno, fondamentale per attuare il suo programma di politiche migratorie molto restrittive. Tuttavia, l’ÖVP ha rifiutato, temendo che affidare il controllo delle forze di sicurezza e delle agenzie di intelligence all’estrema destra potesse compromettere la credibilità del paese a livello internazionale.
Altri ministeri chiave, come Esteri, Difesa ed Economia, sarebbero andati all’ÖVP, ma la divergenza sull’Interno ha reso impossibile un accordo. Ad oggi però, rimangono poco chiare e preoccupanti le considerazioni per il futuro: ignote sono infatti le prossime mosse che i politici e, sopratutto, il Presidente Van der Bellen faranno per sbloccare la situazione.
Un panorama politico frammentato
Le elezioni dello scorso settembre avevano già mostrato un paese diviso: l’FPÖ aveva ottenuto il 29% dei voti, il miglior risultato della sua storia, mentre l’ÖVP aveva raccolto il 26% e il Partito Socialdemocratico (SPÖ) il 21%.
Kickl, figura controversa per le sue posizioni estremiste e antieuropeiste, aveva già trovato un’opposizione compatta da parte degli altri partiti, che hanno cercato in tutti i modi di escluderlo dal governo. Anche il tentativo dell’ex cancelliere Karl Nehammer di creare una coalizione tra Popolari, Socialdemocratici e il piccolo partito centrista NEOS era fallito, portandolo alle dimissioni lo scorso gennaio.
Ora il presidente Van der Bellen si trova davanti a quattro opzioni principali: tentare di formare un governo di coalizione escludendo l’FPÖ, affidare l’incarico a un governo tecnico di esperti, consentire un governo di minoranza o indire nuove elezioni. L’ultima volta che l’Austria ha avuto un esecutivo tecnico risale al 2019, dopo lo scandalo che aveva travolto l’allora leader dell’FPÖ Heinz-Christian Strache.
Un ritorno alle urne, che secondo le procedure non potrebbe avvenire prima di giugno, sembra l’ipotesi più probabile secondo gli analisti. D’altro canto, questa soluzione potrebbe portare a un ulteriore rafforzamento dell’FPÖ, già in vantaggio nei sondaggi, rendendo ancora più difficile la formazione di un governo in Austria che possa definirsi stabile.
L’allarme per la stabilità del paese
E proprio per quanto riguarda l’instabilità, oltre all’incertezza politica, si aggiunge la preoccupazione economica: il Consiglio consultivo fiscale austriaco ha avvertito che, senza un governo funzionante, il Paese potrebbe trovarsi presto in difficoltà nella gestione del bilancio. L’assenza di un esecutivo in grado di approvare la legge di bilancio potrebbe rendere impossibile l’emissione di nuovi titoli di stato già nei prossimi mesi, con possibili problemi di liquidità.
Il leader socialdemocratico Andreas Babler ha dichiarato che il suo partito è disposto a valutare alternative, come il sostegno a un governo tecnico o di coalizione, pur di garantire la stabilità del paese.
Non è la prima volta che l’Austria si trova in una situazione di blocco politico. Il fallimento dei negoziati tra FPÖ e ÖVP rappresenta il secondo tentativo infruttuoso in meno di sei mesi di consolidare e assicurare un nuovo governo in Austria. La crisi attuale conferma la difficoltà di trovare un equilibrio in un panorama politico profondamente diviso, dove le alleanze sembrano sempre più difficili da costruire.
Ora il compito di trovare una soluzione spetta a Van der Bellen, che dovrà scegliere tra alternative tutte complesse e potenzialmente rischiose per la stabilità dell’Austria.
Lucrezia Agliani