Google lancia negli States BERT, il nuovo algoritmo di ricerca per il motore Search, un intelligenza artificiale.
Google è sempre più intelligente e come ci ha abituato negli ultimi anni si dimostra all’avanguardia nel settore della promozione degli ultimi strumenti di ricerca e comunicazione, e pare voler puntare sull’intelligenza artificiale.
È stato infatti appena lanciato BERT, il pionieristico algoritmo di ricerca di Google che faciliterà e ottimizzerà le ricerche online.
BERT: cos’è?
L’ultimo upgrade del Team Google si avvale del sistema delle reti neurali per risolvere il problema che naturalmente affligge tutti i computer: la comprensione del linguaggio umano.
Nell’epoca del digitale molto spesso diamo per scontato il fatto che un apparecchio totalmente elettronico risponda ad i nostri comandi in modo pertinente. In realtà le interfacce che ci permettono di dialogare ed impartire ordini alle macchine hanno attraversato innumerevoli evoluzioni che a quanto pare non smettono di sorprenderci.
Google nello specifico ha sviluppato BERT (Bidirectional Encoder Representations from Transformers ), che potremmo definire a tutti gli effetti un’intelligenza artificiale, in grado di decifrare il linguaggio umano estrapolando delle richieste di senso compiuto anche da frasi complesse che non si avvalgono del classico sistema di keyword.
Si tratta del primo passo dell’elaborazione intenzionale del linguaggio umano nel campo della ricerca e divulgazione online.
Come funzionerà?
Nell’atto pratico l’upgrade dovrebbe andare ad incidere su circa il 10% delle ricerche, migliorandone sensibilmente la pertinenza dei risultati.
Sebbene il dato possa sembrare di minima rilevanza bisogna considerare il fatto che la maggior parte delle ricerche che normalmente vengono effettuate su di un qualsiasi motore sono relativamente semplici e questa miglioria è atta proprio ad implementare l’efficienza nei confronti di quegli utenti che si interfacciano con Google rivolgendogli delle domande “più complesse”.
Un cervello sempre più grosso e complesso parla tuttavia ancora solo inglese. La novità è stata infatti lanciata solo per gli utenti di lingua anglofona, almeno per il momento, lasciando gli user meno fortunati alle prese con le solite “vecchie” problematiche.
Secondo gli esperti però, questo è solo il primo passo verso l’alfabetizzazione delle macchine, con le quali ben presto, purtroppo o per fortuna, saremo in grado di dialogare allo stesso modo che con gli altri esseri umani.
Emanuela Ceccarelli