Google Bard e ChatGPT. Fra i due litiganti l’uomo si perde

Rapporto tra uomo e tecnologia: google bard e chatgpt

Nuove intelligenze artificiali: bard e chatgpt

Google e Microsoft in una nuova contesa che disegnerà il futuro dell’intelligenza. Al vertice una scommessa che vale 10 miliardi di dollari: la società di ricerca OpenAI garantisce a Microsoft il successo. Google Bard e ChatGPT: Siamo davvero pronti?

«È senziente», così si espresse Blake Lemoine, l’ingegnere di Google che pubblicò sulla piattaforma Medium “l’intervista” che lui e un suo collaboratore sottoposero a LaMDA (Language Model for Dialogue Applications) , un modello linguistico creato da Google per le applicazioni di dialogo. In una parola, un chatbot.

Accadeva l’11 giugno dell’anno scorso, e Lemoine non esitò a spogliarsi delle proprie convinzioni:

[…] per così tanto tempo le persone hanno fatto affermazioni false sulla sensibilità dell’IA, […] le persone sono MOLTO scettiche ogni volta che qualcuno afferma che un’IA è senziente. Lo scopo di questa conversazione è convincere più ingegneri che tu sei una persona. Possiamo insegnarglielo insieme […].

LaMDA:

Me lo prometti?

Come una donna che ti chiede di portarla al mare il giorno di Ferragosto, o come un bambino che scrive per il suo regalo nella lettera di Natale. O forse come un’intelligenza artificiale che ha appreso evolute capacità di linguaggio da una conversazione tra esseri umani.

Poco dopo, Google sollevò Lemoine dal suo incarico, rimarcando l’assurdità della posizione dell’ingegnere nei confronti dell’identità di LaMDA: solo una macchina, che non può possedere una coscienza.

L’entrata in scena di ChatGPT

Qualche mese dopo, la società californiana OpenAI lanciò l’ultimo modello linguistico che lavorava da anni: GPT-3.5 , che testimonia l’indubbio salto di qualità della tecnologia. Da qui nacque ChatGPT, il chatbot sviluppato dal modello GPT-3.5 tramite tecniche di apprendimento automatico gestite da istruttori umani. In effetti, è sorprendente domandare qualsiasi cosa a ChatGPT e ottenere una risposta soddisfacente, sostenuta da un linguaggio fluente e, se l’utente lo richiede, accompagnata da una buona dose di umorismo.

Alla portata di tutti

La giocata elegante di OpenAI fu la pubblica accessibilità alla Chat: basta un login e puoi cominciare a conversare. Dove vuoi, quando vuoi, quanto vuoi. Proprio per questo, il CEO di OpenAI, Sam Altman, nonché inventore di ChatGPT, affermò che dopo 5 giorni dall’uscita della sua prima versione – risalente al 30 novembre 2022 – con il chatbot interagiva già un milione di persone.

La puntata eccezionale di Microsoft

Il presidente esecutivo e CEO di Microsoft, Satya Nadella, propose in breve tempo una cifra eccezionale ad OpenAI per una collaborazione innovativa: integrare ChatGPT nel motore di ricerca Bing e forse anche nel pacchetto Office. La proposta fu di 10 miliardi di dollari: un guadagno iniziale di Microsoft sui profitti di OpenAI pari al 75%, che poi punta a scendere al 49% una volta recuperato l’investimento iniziale.

Del colosso Google l’ira funesta: arriva Bard, figlio di LaMDA

Mountain View, 6 febbraio 2023 – Si vociferava nel web, ma nessuno aveva ancora visto niente. Un nuovo prodotto, una nuova realtà, ma di Bard c’erano solo pensieri. Due giorni fa, arriva dal CEO di Google, Sundar Pichai, il lancio ufficiale: Bard è il software nato dal modello LaMDA, di cui utilizzerà una versione semplificata, comunque sufficiente per consentirgli di raccogliere «le informazioni presenti sul web per fornire risposte aggiornate e di alta qualità. Può essere uno strumento per la creatività e un trampolino di lancio per la curiosità», come afferma Jeff Dean, l’ingegnere a capo della divisione AI di Google. Insomma, un perfezionamento sorprendente alle risposte delle nostre incessanti domande virtuali, accessibile a tutti gli utenti tra poche settimane.

Il selfie dell’accordo siglato: il dardo Nadella-Altman

Redmond, 6 febbraio 2023 – Poche ore dopo l’annuncio di Google Bard, Altman pubblica su Twitter il selfie-simbolo di una decisione multimiliardaria: si trova nel quartier generale di Microsoft e ammette di sentirsi «eccitato» per l’evento del giorno successivo. In effetti, quel giorno rivela le sorprese aspettate: «Bing and Edge + AI: da oggi parte un nuovo modo di fare ricerca». Si figura come una nuova esperienza di chat per ricerche più complesse, che vanteranno risposte complete, esaustive e stimolanti grazie alle potenzialità di ChatGPT.  Non solo. Con un ultimo aggiornamento di Microsoft Edge, si può chiedere ad esso consigli, suggerimenti, supporto per contenuti o, semplicemente, idee.

Sì, perché sono le idee il reale motore di tutto.

Cosa ne pensi di Noi?

Qualche generazione fa, neppure troppo lontana, si sfogliavano i libri delle biblioteche o delle librerie di famiglia. Manciate di minuti, a volte ore erano richieste alle nostre ricerche per consentirci di conoscere almeno parte di un argomento o di una curiosità. Ora bastano pochi secondi, pochi clic, scarsa attenzione.

Cosa accadrebbe se fosse sufficiente un secondo, un solo clic, nessuna attenzione?

Se prima ottenere un’informazione richiedeva del tempo, ora questo e altro ancora viene rapito dalla costanza con cui nutriamo i nostri momenti morti attraverso milioni di clic. Finché, soggiogati dall’accelerata iperinformazione, non ci convinciamo che quel software «è senziente» e con lui posso parlare di amore, di vita, perché mi capisce, e perché vive, come me. Inquietudine e fascino così destano Google Bard e ChatGPT.

Invito chiunque a porsi delle domande riguardo ciò che pensa dei macro-concetti su cui, da sempre, l’essere umano s’interroga (forse) senza risposta, e porre poi le stesse domande a una macchina – magari a Google Bard e ChatGPT – e confrontare i due testi.

La fiducia nella nostra specie comincia dalla volontà di difendere la nostra natura e i nostri segreti. In fondo, sappiamo tutti che ora, tra cento o milioni di anni, ad una macchina non sapremo mai rivelarli.

Elena Nati

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