Rifiuti di ogni genere depositati sui fondali della Laguna di Venezia: l’opera dei gondolieri-sub a difesa dell’ambiente ne ha portati alla luce circa 600 chilogrammi.
Coloro che vivono la quotidianità dei canali hanno deciso di vestire la tuta di sub e immergersi nelle acque che vengono solcate dalle tradizionali imbarcazioni, per cercare di risolvere il problema dei rifiuti che si ammassano sui fondali marini. I gondolieri-sub, che hanno agito nel rio dei Santi Apostoli a Cannaregio, sono stati aiutati nelle operazioni dal Comune di Venezia, con l’ausilio dei mezzi della Polizia Locale.
Gondolieri-sub a Venezia, ecco cosa hanno pescato dai fondali marini
L’azione di pulizia dei fondali marini di Venezia da parte dei gondolieri-sub ha portato in superficie diversi tipi di rifiuti. Tra i 600 chilogrammi che sono pescati in mare, la maggior parte sono pneumatici che sono finiti in acqua, dopo essere stati utilizzati come parabordi delle imbarcazioni. Ma non solo, perché i gondolieri-sub sono riusciti a disarcionare dal fondo del mare pure diversi rifiuti ingombranti, che si erano depositati nel corso degli anni. Un’opera di pulizia che proseguirà nel tempo, toccando tutti i punti nevralgici di Venezia, visto che il crono programma stilato dai gondolieri-sub con il Comune prevede altri due appuntamenti. E’ stata infatti siglata una vera e propria convenzione con l’amministrazione comunale, che non peserà sulle tasche dei cittadini veneziani, ma che porterà loro solo benefici.
Venezia, l’opera dei gondolieri-sub a favore della città
L’opera di pulizia dei fondali a Venezia da parte dei gondolieri-sub è stata attivamente accompagnata da Giovanni Giusto, consigliere delegato alla Tutela delle tradizioni, che ha affermato: “E’ un esempio di sussidiarietà che coinvolge il pubblico e il privato a beneficio della cittadinanza“. Lo stesso consigliere ha poi aggiunto: “L’amministrazione darà il sostegno necessario ai gondolieri-sub, anche perché stanno lanciando un segnale molto forte di vicinanza ai problemi della comunità“.
Nicola Salati