Si è da poco conclusa la Settimana Nazionale della Celiachia, organizzata per sensibilizzare la conoscenza della malattia e per informare sui rischi di una dieta priva di glutine per chi non è celiaco.
L’acquisto di prodotti gluten free sta crescendo in maniera esponenziale nel nostro Paese, anche da parte di chi, per moda o per false credenze, consuma cibi gluten free pur non essendo celiaco. Sono numerosi i casi in cui vip internazionali promuovono le proprie abitudini alimentari senza la preziosa proteina, esaltandone i vantaggi in termini di peso-forma e altri benefici per l’organismo.
Quello che invece bisognerebbe fare, anziché concedere spazio alla diffusione di questi falsi miti, è far sapere quanto sia importante l’apporto della proteina per i non affetti dalla malattia, con dati alla mano.
È quello che hanno scoperto i ricercatori della Harvard University di Boston, presentando il loro studio al convegno 2017 della American Heart Association. Seguire un’alimentazione gluten free aumenta il rischio di ammalarsi di diabete.
Glutine, nocivo solo per i celiaci
Quello di Boston non è uno studio con dati approssimativi o condotto su un campione ristretto e/o per un breve periodo di tempo. I risultati cui sono giunti gli scienziati di Harvard si basano sul monitoraggio di circa 200mila persone nell’arco di 30 anni.
Per i celiaci seguire un’alimentazione gluten free è l’unico modo per curare la malattia. Per i non celiaci, invece, significa esporsi al reale rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2. Queste persone, infatti, non possono eliminare il consumo di glutine, proteina contenuta in grano, segale e orzo.
Il glutine di per sé non rappresenta un rischio per nessuno, se si escludono i celiaci ovviamente. Il glutine, infatti, è nocivo solo per i celiaci.
Nelle circa 200mila persone osservate dai ricercatori di Boston sono stati diagnosticati 16mila casi di diabete, e una percentuale inferiore del 13% tra chi consumava abitualmente alimenti come pasta, pane e cereali (ovvero contenenti glutine) rispetto a chi seguiva una dieta gluten free.
Come si legge su sito dell’American Heart Association, Geng Zong – ricercatore presso il Dipartimento di Nutrizione dell’Università di Harvard TH Chan School of Public Health di Boston – afferma che
“Gli alimenti senza glutine spesso hanno un ridotto contenuto di fibra alimentare e altri micronutrienti (come vitamine e minerali), rendendo così i cibi meno nutritivi. Le persone senza la malattia celiaca potrebbero quindi riconsiderare la limitazione di assunzione di glutine per la prevenzione delle malattie croniche, in particolare per il diabete”.
Annachiara Cagnazzo