Global Gag Rule: niente fondi alle ONG che sostengono il diritto all’aborto

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Fonte: flickr.com/photos/otto-yamamoto; immagine di "The All-Nite Images".

Donald Trump si unisce al trend generale che vede l’attuazione di politiche antiabortiste in svariate parti del mondo: ha infatti rispolverato una vecchia norma istituita da Donald Reagan, ossia il Global Gag Rule.

La decisione del presidente USA risale tuttavia al gennaio 2017 ed era rientrata tra i primi provvedimenti attuati da Trump. Il Global Gag Rule obbliga le ONG che operano all’estero e attuano programmi di sanità pubblica con i fondi messi a disposizione dagli Stati Uniti di non offrire informazioni, servizi o sostegno alla legalizzazione dell’aborto: un meccanismo molto simile d’altronde a quello vigente in Germania, che punta a negare alle pazienti una corretta informazione sulla pratica dell’aborto e mina perciò il diritto all’informazione del paziente.

Il Global Gag Rule è stato recentemente applicato anche ad istituti di cooperazione internazionale come l’Organizzazione degli Stati Americani, come è stato fieramente annunciato da Mike Pompeo. La decisione è stata presa sulla base del fatto che la OSA promuoverebbe il dibattito sulla legalizzazione dell’aborto, che in gran parte dell’America Latina è illegale: si tenta perciò di zittire anche il dibattito sull’aborto imponendo una visione antiabortista e proibizionista tramite un ricatto economico di proporzioni mondiali, oltre ad impedire a molte donne dei paesi in via di sviluppo (e non solo) di accedere ad una pratica che in molti casi potrebbe rivelarsi un salvavita.




Le ripercussioni del Global Gag Rule

Le possibili conseguenze di questa decisione sono ben evidenti: infatti costringe le ONG che offrono servizi medici e sanitari fondamentali a scegliere se abbandonare la loro attività per il taglio dei fondi oppure lasciare da sole le donne che hanno bisogno di ricorrere all’aborto, aumentando esponenzialmente i decessi per aborti clandestini.

Il taglio dei fondi inoltre andrebbe ad intaccare anche le altre campagne di prevenzione come quelle per l’HIV, la malaria e la tubercolosi. Inutile dire che anche i programmi di planned parenthood, ossia quei programmi socio-sanitari che mirano a creare consapevolezza e informazione sulla genitorialità a 360° ne risentirebbero in senso negativo.

Molte sono le associazioni che hanno espresso forti critiche in merito alla scelta di riapplicare il Global Gag Rule, tra cui il Planned Parenthood Action Fund, il Guttmacher Institute e l’International Women’s Health CoalitionTuttavia alcune senatrici statunitensi avrebbero proposto un’iniziativa che sulla carta dovrebbe attenuare, se non vanificare gli effetti negativi del Global Gag Rule: il Global HER Act.

Barbara Milano.

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