La Francia doveva essere il primo paese a vietare il glifosato perché ritenuto cancerogeno. Adesso invece il cambio di rotta per reintrodurlo in Europa.
Sono quattro i paesi dell’Unione europea, ovvero Paesi Bassi, Svezia e Ungheria con in testa la Francia, a chiedere l’utilizzo del glifosato in agricoltura. Il glifosato è un erbicida introdotto in agricoltura negli anni Settanta. Attualmente il suo utilizzo rimane in vigore fino al 15 dicembre del 2022. Nel 2017 Italia e Francia si erano adoperati per far si che non venisse rinnovata la licenza per altri cinque anni per l’utilizzo del diserbante.
Un rapporto sulla valutazione del rischio è stato fatto pervenire dalla Francia all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa). Secondo questo rapporto, l’utilizzo del glifosato in agricoltura non comporterebbe alcun tipo di rischio né per l’agricoltura né per la salute dell’uomo. La richiesta di re-introduzione del glifosato sarà sottoposta ad una attenta analisi da parte dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche.
Il diserbante provocherebbe danni agli occhi e sarebbe nocivo per gli organismi acquatici. Tuttavia non vi sono ricerche o studi che possano attestarne la pericolosità per la salute dell’uomo.
Ricerche recenti hanno invece dimostrato che l’uso frequente di glifosato e altri pesticidi favorirebbe la resistenza di alcuni batteri agli antibiotici. Lo studio è stato condotto dalla York University e dalla Fujian Agriculture and Forestry University in Cina. Si è scoperto che, mettendo a confronto terreni in cui venivano usati i diserbanti e terreni in cui tali pesticidi non venivano utilizzati, nei primi si veniva a formare una maggiore concentrazione di geni resistenti agli antibiotici.
Oltre a ciò il glifosato è nocivo per le api e per gli insetti impollinatori. A lungo andare quindi l’uso di tali diserbanti potrebbe causare non pochi danni alla biodiversità.
La Federazione sindacale europea dei lavoratori agricoli, alimentari e del turismo, chiede all’Unione europea lo stop all’uso del glifosato per tutelare la salute dei lavoratori e per incentivare lo sviluppo di un’agricoltura più sostenibile.
Il problema dei pesticidi non riguarda esclusivamente l’agricoltura e non si tratta di un pericolo soltanto per gli agricoltori. Ognuno di noi, ogni giorno, vi è esposto attraverso il cibo, l’acqua e l’aria. Una soluzione potrebbe essere l’utilizzo e la commercializzazione di prodotti bio. Gli investimenti della PAC (Politica agricola comune) dovrebbero essere quindi indirizzati verso un’agricoltura che sia quanto più sostenibile.