Gli uomini sono tornati a cadere dal cielo

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Vent’anni dopo la distruzione delle torri gemelle, gli uomini sono tornati a cadere dal cielo.

L’ho pensato, come tutti, vedendo quella terribile immagine scattata a Kabul. Il finale perfettamente circolare di un film hollywoodiano. Dalla pessima sceneggiatura, però. Fatta solo di buchi. Con troppi morti anche italiani. Nostri soldati mandati fino a là senza motivo. O solo perché le colonie, da sempre, forniscono truppe agli imperi. Il tutto dentro un copione mal scritto e non solo dagli americani.
Basta guardare alla Libia. Opera di un Occidente che invia ancora le cannoniere, ma che vive una fase “post-storica”. Cui resta facile distruggere, ma cui manca la stamina per ricostruire. I cui cittadini chiedono solo di non essere disturbati. La vera ragione del disastro afghano. Qualcuno cita Caporetto, come se fosse una sconfitta militare. Non è vero.
Le nostre truppe sarebbero potute restare, se le nostre società avessero voluto continuare a pagare il costo dell’occupazione. Ce ne andiamo per ragioni “elettorali” cui si unisce il calcolo strategico. L’Afghanistan torna a essere un vuoto. Cina, India, Russia, Pakistan, Iran e Turchia dovranno riempirlo e saranno cavoli loro. Una mossa astuta, ma che pagheremo cara.
Chi si fiderà di noi, dopo averci visti scappare così? Questo, senza considerare gli afghani che ci hanno aiutato. Le donne cui abbiamo offerto due decenni di quasi normalità e che riconsegniamo alla barbarie. Strillando “America first” o “prima gli italiani”. Convinti di poter badare solo ai “fatti nostri”. Come avremmo dovuto fare vent’anni fa, se proprio, quando i fatti nostri erano nella Penisola Arabica, da cui provenivano Bin Laden e i suoi finanziatori. Come non stiamo facendo mentre ci arrendiamo, prima di tutto, ai nemici che ci portiamo dentro. Quelli che pensano solo a come rispedire al loro paese i profughi afghani che riuscissero ad arrivare da noi.
Usando ragionamenti uguali a quelli che, negli anni 30, giustificavano la riconsegna alla Germania nazista degli ebrei in fuga. Perché, in fondo, un governo c’è. Perché non bisogna credere alle “esagerazioni”. E poi, diciamocelo, a certa nostra politica i talebani non possono dispiacere. Pare abbiano fede, tanta fede, e vogliono riportare la loro società indietro nel tempo. In fondo, lo stesso obiettivo di tanti che occupano il nostro parlamento. Vagheggiando il ritorno all’orbace. O perlomeno delle donne in cucina.

Daniel Di Schuler

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