Sensazionale notizia per il panorama culturale italiano. Grazie a un accordo tra il CLeveland Museum of Art e il Mibact, la famosa statua del Druso Minore ritornerà a Napoli, da dove fu sottratta durante la seconda guerra mondiale.
A volte ritornano: una frase tipica di solito usata per le storie d’amore, non certo per i tantissimi capolavori trafugate in Campania e in tutta Italia nel corso dei secoli.
Oggi però arriva una lieta notizia al di là dell’Atlantico: il Cleveland Museum of Art restituirà alla città partenopea la statua del Druso Minore, datata I secolo a.c, la quale venne razziata durante la Seconda Guerra Mondiale.
La scultura, precedentemente venduta in un’asta pubblica a Parigi nel 2004, era stata acquisita dall’istituzione museale statunitense nel 2012 e si riteneva provenisse dal Nord Africa. Dopo un’attività di ricerca, in collaborazione con i funzionari del Ministero e con l’assistenza del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, si è risalita all’origine napoletana dell’opera e quindi è stato deciso di restituire la testa di marmo ai “legittimi proprietari“.
Spiega il direttore del Cleveland museum William Griswold: “Abbiamo instaurato da molti anni un eccellente rapporto con il Ministero, e non appena siamo venuti a conoscenza che le circostanze relative alla provenienza della scultura erano incoerenti con quanto ci risultava relativamente alla provenienza, la decisione di prendere contatto direttamente con il ministero è stata facile. Abbiamo collaborato proficuamente con il ministero in primo luogo per chiarire le circostanze relative alla rimozione della statua e, in secondo luogo, per definire la decisione di restituire l’opera”.
Estremamente soddisfatto il ministro Dario Franceschini, il quale ha dichiarato: “Questa restituzione è il frutto di un importante e proficuo accordo culturale e della piena collaborazione dei vertici del museo con le autorità italiane. Ora attendiamo il ritorno dell’opera, che una volta in italia verrà restituita al più presto a Napoli e alla sua comunità, da dove fu sottratta”.
Non ci resta che attendere il ritorno del “figliuol prodigo“, augurandoci in futuro una maggiore frequenza di questi gesti di responsabilità, in nome del potere supremo della cultura..