Gli italiani e l’estate con il Covid: riusciranno i nostri eroi?

estate con il Covid

L’italiano è goliardico, si crede più furbo degli altri, ama le comodità. Come cambieranno le sue abitudini con la richiesta di responsabilità e senso civico?

Da oggi, lunedì 18 maggio, con le dovute limitazioni riaprono stabilimenti balneari, bar, ristoranti e altre attività produttive come i negozi, ma sulle riaperture le Regioni andranno in ordine sparso.  Inail e Iss hanno pubblicato due documenti tecnici, uno sulla balneazione, l’altro sulla ristorazione, dove specificano le misure che devono adottare gli esercenti per contenere i contagi.

Ebbene, come sarà l’estate italiana con le restrizioni previste in spiaggia e al ristorante? Merita un’analisi approfondita dal momento che l’italiano è un soggetto del tutto particolare. All’estero spicca tutta la sua italianità, ma anche nel nostro Paese sono ben marcate le differenze regionali, culturali e comportamentali. In ogni caso, ha caratteristiche uniche che emergono in modo esponenziale durante una vacanza: l’italiano è goliardico, si crede più furbo degli altri, ama le comodità, è campanilista e ama lamentarsi anche solo per il gusto di mettersi in mostra. Come se la caverà quest’anno tra regole, rispetto delle distanze e senso civico? Riuscirà a modificare le sue abitudini? Un piccolo decalogo sull’”estate Covid” all’italiana.




Accesso allo stabilimento

Per consentire un accesso contingentato agli stabilimenti balneari e alle spiagge attrezzate – specifica il documento dell’Inail – viene suggerita la prenotazione obbligatoria, anche per fasce orarie.
Sarà probabile vedere una fila rettilinea di persone che hanno prenotato (il numero e la fascia oraria dipenderanno dalla capienza dello stabilimento), aspettare il proprio turno con borse, borsoni, gonfiabile a fenicottero, sdraietta per il bagnasciuga, zaino frigo per il pranzo. Quanto resisteranno con questo carico in attesa? Il tutto aggravato dai 38 gradi, se replichiamo il caldo dell’anno scorso. E soprattutto, il “fine turno” delle persone in spiaggia sarà rispettato? Usciranno in orario? Far uscire i bambini dall’acqua o portarli via dalla spiaggia non è proprio una cosa da 5 minuti. Per fortuna sono previsti due percorsi differenziati in entrata e in uscita.

Favorire altresì un’agevole registrazione degli utenti, anche allo scopo di rintracciare retrospettivamente eventuali contatti a seguito di contagi.
Si dovrà compilare un modulo? Agevole e registrazione è un vero ossimoro. Lo strumento è utilissimo ma  porterà inevitabilmente a una forte dilatazione dei tempi.

Si raccomanda, inoltre, di favorire l’utilizzo di sistemi di pagamento veloci con carte contactless o attraverso portali/app web.
“Scusi ho dimenticato la carta”, “ Si è smagnetizzata”, “Preferisco pagare in contanti”, “Ho il cellulare scarico”.

Distanza tra gli ombrelloni

Per garantire il corretto distanziamento sociale in spiaggia la distanza minima consigliata tra le file degli ombrelloni è pari a 5 metri e quella tra gli ombrelloni della stessa fila a 4 metri e mezzo.
Sicuramente la distanza aiuterà ma non riusciremo sempre a non “invadere” lo spazio vicino, sia per oggetti e accessori al seguito sia perché si dovranno rincorrere i piccoli che scappano. Deve essere garantita vigilanza sulle norme di distanziamento sociale dei bambini in tutte le circostanze, questa precisazione forse parla di animali addestrati, non certo di bambini: soprattutto dopo essere stati in isolamento per 4 mesi. Sulle spiagge esploderanno.
Ci saranno poi i soliti noti che si lamenteranno per avere ricevuto un ombrellone piuttosto che un altro (lamentela fuori luogo visto che come numero saranno almeno un terzo del solito e non sarà facile accontentare tutti).

Giovani

E i giovani? I più rumorosi forse verranno rimproverati di meno, vista la distanza, ma in generale i ragazzi verranno penalizzati dalla mancanza di tutta quella socialità e complicità che si crea durante una giornata al mare. Non potranno mostrare l’ultimo tatuaggio o il costume sexy alla moda. Non potranno fare amicizia. Anche lo scambio di sguardi malizioso – all’origine di tante avventure estive – sarà  pressoché assente. Forse per lettini e sdraio non posizionati sotto l’ombrellone dove la distanza deve essere di almeno due metri ci sarà qualche speranza. O le passeggiate (distanziate) sul lungomare. Ricordiamo che il distanziamento sociale vale anche in acqua.

Igiene e attività ludiche

Le piscine negli stabilimenti saranno chiuse e sono vietate attività ludico-sportive, giochi di gruppo, feste, eventi che possono dar luogo ad assembramenti.
Se non possono giocare a beach volley o a calcio, l’unica cosa che rimane a questi poveri ragazzi è ascoltare musica o giocare a carte.

Necessaria l’igienizzazione delle superfici anche nel corso della stessa giornata in caso di cambio di utente.
Ci sarà un po’ di tutto, quelli che si fidano del servizio comunale e prenderanno la postazione senza grosse difficoltà e quelli che si armeranno di alcool. Saranno soprattutto le donne armate di spray che spruzzeranno così tanto disinfettante sui lettini, da oltrepassare i 5 metri e intossicare il vicino.

Per le cabine, va vietato l’uso promiscuo. Per la fruizione di servizi igienici e docce andrà rispettato il distanziamento sociale di almeno 2 metri, a meno che non siano previste barriere separatorie fra le postazioni.
File anche qui. Ci saranno quelli che passano avanti con una scusa ma anche senza, le mamme che lotteranno per tenersi i figli vicino, le donne che useranno il bagno maschile, qualche litigio o polemica per quelli che non rispetteranno la distanza, visto che alla toilette si crea assembramento per definizione.

Spiagge libere

Dovranno essere localmente definite puntualmente le modalità di accesso e di fruizione, individuando quelle più idonee ed efficaci. Va mappato e tracciato il perimetro di ogni allestimento (ombrellone/sdraio/sedia), – ad esempio con posizionamento di nastri. Devono essere assicurate opportune misure di pulizia della spiaggia e di igienizzazione delle attrezzature comuni, come ad esempio i servizi igienici, se presenti.
A discrezione dei singoli comuni quindi che dovranno tenere conto delle specifiche caratteristiche delle spiagge libere, affiggere cartelli in diverse lingue con indicazioni chiare (come il distanziamento sociale di almeno un metro ed il divieto di assembramento).
Pulizia, igiene e controlli, chi dovrebbe occuparsene? Associazioni di volontariato, soggetti del terzo settore, specificano i documenti. Ma come faranno i Comuni a organizzare migliaia di chilometri di spiagge libere? Qualche giovane volontario armato di buona volontà riuscirà a trattenere l’esercito dei villeggianti che si riverseranno in spiaggia affamati di sole?
Il posizionamento dei nastri poi fa quasi sorridere. Riusciranno davvero a delimitare tutta la spiaggia libera? E soprattutto, chi controllerà? Davvero in una spiaggia libera pensiamo che verranno rispettati tali perimetri?  “Scusa, è evidente che il mio spazio è più piccolo”, “Si sarà spostato con il vento”.  Oppure, “Il vicino se n’è andato, occupa anche quello spazio che stiamo più larghi”, e pace se questo vorrà dire toccare superfici di altre persone.

Definite turnazioni orarie e prenotazioni degli spazi codificati, anche attraverso utilizzo di app/piattaforme online. Tale modalità favorirà anche il contact tracing nel caso di un contagio.
I Comuni costieri, spesso molto piccoli, riusciranno davvero in poche settimane a sviluppare un’applicazione da far utilizzare ai propri utenti?

Ristorazione

Va definito un limite massimo di capienza prevedendo uno spazio non inferiore a 4 metri quadrati per ciascun cliente, fatto salvo la possibilità di adozioni di misure organizzative come, ad esempio, le barriere divisorie. Prenotazione obbligatoria.
Semmai il nostro giovane giocatore di carte avesse per miracolo incrociato lo sguardo di qualcuno/a e fosse riuscito a portarlo/a a cena al ristorante, sicuramente dovrà aspettare ancora un po’ per dimostrare il suo romanticismo.

Marta Fresolone

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