Ma bisognava lasciarsi cadere fino al fondo della vita; gli fece cogli occhi un freddo cenno di assentimento e non senza disgusto, ché quel vino francese non le era mai piaciuto, vuotò il calice fino all’ultima goccia.
Gli indifferenti è il romanzo d’esordio di Alberto Moravia, pubblicato nel 1929. Con una struttura tipica teatrale l’autore indaga la storia della famiglia composta da Mariagrazia, la madre, Carla e Michele, i suoi due figli.
GLI INDIFFERENTI: PERSONAGGI
Personaggi che appaiono dei manichini, spinti nelle loro azioni dalla noia e dall’indifferenza, ma soprattutto dall‘influenza della figura di Leo. La famiglia, infatti, vive grandi difficoltà economiche e il rischio è la perdita della villa. Mariagrazia rifiuta di dar via la casa e non vuole cedere alle proposte di vendita di Leo, non per un legame affettivo alla villa, ma per la sua immagine nella società, per mantenere quella parvenza di ricchezza dinanzi agli altri.
Leo frequenta la villa, non solo per ottenerla, ma anche per possedere Carla. Questo lo porterebbe sia a soddisfare i suoi desideri sessuali, sia quelli materiali. Anche Michele viene sedotto e farlo è Lisa, amica di sua madre ed ex amante di Leo. Due giovani ragazzi costretti a cedere alla meschinità per entrare nel mondo degli adulti, per raggiungere un benessere effimero, costruito sulla falsità.
LA POSTA IN GIOCO
L’obiettivo di Carla e Michele, è uscire dalla loro situazione di disagio, ma anche un tentativo di salvare la villa e il loro stato sociale. Vivono una continua oscillazione tra mantenere e distruggere. Per accedere al mondo degli adulti bisogna distruggere. Carla cerca di superare il disagio uccidendo una parte di sé che aspira a un mondo puro. Diventare adulti comporta diventare cinici, come Mariagrazia e Leo. La giovane si cede a Leo che le promette una vita fatta di benessere economico, di vestiti e regali. Una vita da sogno ma a condizioni spregevoli. Cedersi sessualmente e sposare Leo, amante della madre, significa superare il disagio e distruggersi allo stesso tempo. Il lettore è portato a vivere rabbia dinanzi allo stesso Leo. L’uomo cerca di approfittarsene delle debolezze della giovane, è consapevole che Carla soffra vivendo in quella casa. Leo ottiene la sua posta in gioco attraverso la violenza, toccando il corpo di Carla come se fosse un bene materiale da possedere. Si dimostra disposto a tutto pur di averla, facendola ubriacare e convincendola nella maniera più spregevole. In un contesto sociale privo di moralità, questo sembra l’unico modo per ottenere qualcosa.
La stessa cosa accade a Michele che sogna un mondo più vero. Sedotto da Lisa, cerca di rifiutarla, esprimendo disprezzo per la donna. Anche per lui c’è una posta in gioco. Cedere a Lisa significa anche ottenere un lavoro: prova sessuale e professionale vengono così superate, mettendo da parte la propria identità.
LA VITTORIA DELL’INETTITUDINE
L ‘opera appare essere un romanzo di formazione, che avviene attraverso la distruzione dell’età giovanile. Carla e Michele invecchiano nel momento stesso in cui superano le due prove, diventando come i loro genitori: vecchi e statici, inetti. Carla è meno ingenua, ovvero capisce il senso della sconfitta. Alla fine anche Michele avrà consapevolezza della sua sconfitta. Per lui l’inettitudine si rivela ogni volta in cui vorrebbe reagire a Leo e alla madre, ma ogni volta diventa mansueto e dominato dall’uomo. Sa che sarebbe giusto agire, ma non lo fa. I suoi pensieri sono giusti, ma le sue azioni danno vita a un eroe apatico, vorrebbe affrontare l’ignoto come i grandi eroi, ma resta schiavo della sua inettitudine. Cede a una passione priva di sentimenti, pur sognando un amore romantico.
Carla vede in Leo l’unica possibilità per vivere la prospettiva di donna, per emanciparsi. Qui sussiste la sua inettitudine: emanciparsi cedendosi a un uomo violento. Vuole distruggere il mondo in cui è costretta, ma dall’altra parte lo conferma. vivendo come la madre.
GLI INDIFFERENTI NELLA NOSTRA SOCIETÀ
In un mondo privo di moralità, la posta in gioco economica, i soldi, il benessere materiale, valgono più della sincerità della vita, più della propria identità. La nostra società contemporanea non è molto distante dai due giovani, perché capita spesso di sentirsi dinanzi a un bivio: perdere sé stessi o vivere?
AURORA MUSICCO