Una tecnologia futuristica che permette, tramite droni, di “stimolare” le nuvole alla creazione di pioggia. É la nuova (costosa) pratica usata a Dubai e dintorni.
Caldo record? Gli Emirati Arabi creano la pioggia
Cinquanta gradi, è uno dei picchi che hanno raggiunto le temperature negli ultimi tempi nella zona degli Emirati Arabi Uniti. A questo si aggiunge che la piovosità media annua della nazione è tra le più basse al mondo, praticamente irrilevante. Un clima invivibile, ma non certo una novità per una zona desertica. Zona in cui, tuttavia, vivono circa 10 milioni di persone.
La soluzione arriva dalla ricerca e dalla tecnologia. L’idea è semplice: stimolare le nuvole tramite scosse elettriche.
Il Cloud seeding
Tradotto: semina delle nuvole. È questo il nome dato al metodo attraverso il quale gli Emirati Arabi creano la pioggia. In realtà, gli interventi sul clima non sono una novità, e la cosiddetta “semina delle nuvole” è utilizzata in diversi paesi. La variazione sul tema utilizzata dagli Emirati Arabi è però priva di composti chimici e punta a far sì che gli impulsi aiutino l’aggregazione delle gocce d’acqua, fino alla loro caduta sotto forma di pioggia. Il costo di questa “danza della pioggia” si aggirerebbe intorno ai 15 milioni di dollari, ma l’efficacia parrebbe garantita. In rete hanno infatti iniziato a circolare video che mostrano veri e propri acquazzoni in alcune zone degli Emirati Arabi.
Un investimento
Questo metodo non ha nulla a che vedere con le tecnologie di contrasto al cambiamento climatico, ma può rappresentare una vera risorsa in ambito locale.
In chiave futura il cloud seeding potrebbe rivelarsi importante non solo in termini di benessere pubblico. Una soluzione come questa potrebbe infatti dare una spinta all’agricoltura, resa impossibile dal clima, che costringe all’importazione della maggior parte del cibo consumato nel paese. L’abbandono delle precedenti tecniche che coinvolgevano la chimica rende inoltre il metodo più sostenibile, il che apre la strada alla progettazione di scenari futuri, anche per quanto riguarda l’economia.
Emanuele Di Casola