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A chi non è mai capitato, almeno una volta, anche solo di pensare al mare, al rumore delle onde, ai granelli di sabbia sotto i piedi, all’odore salino, alla brezza leggera sul viso, e di sentirsi particolarmente bene?
Da sempre si associa in maniera istintiva il mare ad uno stato di calma, relax e quiete. È nel confine tra mare e inconscio che si nasconde il vero benefico del ritrovarsi sulla riva, al di fuori della quotidianità per lo più caotica. Da sempre è stato fonte d’ispirazione per poeti e scrittori e da sempre viene visto come l’orizzonte in cui l’umanità si specchia, riscontrando la finitezza della condizione antropologica. Il rigeneramento che si prova a contatto con il mare è sia psicologico che fisico. Il mare rappresenta un po’ il filo rosso che permette alla psiche umana di immergersi nelle profondità del proprio inconscio. È stato proprio uno dei pionieri della psicoanalisi, Carl Gustav Jung, ad analizzare in maniera approfondita il legame che intercorre tra l’acqua e l’inconscio, riconoscendo nel primo, caratteristiche del secondo, e viceversa. A tal proposito Jung in “Simboli della trasformazione” spiegava che:
La proiezione dell’imago materna sull’acqua conferisce a quest’ultima una serie di qualità numinose o magiche, peculiari alla madre.
Ma quali dunque sono gli effetti benefici del mare?
Molteplici sono gli studi di esperti come R. A. Baron, M. Rudd o M.C. Diamond per scoprire i benefici riportati da questa vasta distesa di blu sulla nostra mente. Una ricerca ha utilizzato i dati di 59 adulti per analizzare gli effetti sulla salute mentale degli spazi blu (vale a dire spazi con presenza di acqua come mari, fiumi, laghi). Ai partecipanti è stato chiesto di effettuare una passeggiata al giorno dalla durata di 20 minuti per 4 giorni in due luoghi diversi: spiaggia e strada urbana. Prima, durante e dopo ogni attività, veniva misurato loro dai ricercatori la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca oltre che benessere ed umore, valutati con appositi questionari. E cosa ne è risultato? Per ogni attività i partecipanti dovevano compilare questionari di autovalutazione del loro benessere ed umore. Dai risultati si evince che, post passeggiata in prossimità negli spazi blu, i soggetti che hanno partecipato allo studio riportavano livelli significativamente migliori sia di benessere che umore rispetto a quando avevano camminato nell’area urbana: è la cosiddetta “terapia del blu”. Il mare inoltre induce ad uno stato di meraviglia, infatti osservarne l’infinità ed il movimento incessante delle sue onde spinge ad immergerci in uno stato di meraviglia e stupore. La meraviglia, dovuta a profumi, spazi immensi, colori, forgia la mente in modo nuovo: la percezione del tempo s’incrementa, vengono colte nuove possibilità di lettura degli eventi ed aumenta la capacità di essere generosi. Inoltre, fuori dagli schemi consolidati, la nostra creatività e le nostre idee possono svilupparsi in modo nuovo. Staccare la spina dello stress quotidiano e dai pattern automatici si attivano nella routine significa concedere il tempo alla mente di viaggiare per creare delle nuove associazioni e stimolare la creatività. Secondo alcuni ricercatori della Stanford University, le persone immerse in questa esperienza di stupore percepivano il tempo scorrere più lentamente e, di conseguenza, si sentivano realmente “presenti”, oltre che si sentivano molto più soddisfatte della loro vita e molto più generose ed altruiste verso gli altri. Non c’è da meravigliarsi se ogni tanto si senta l’esigenza di dover correre verso il mare anche solo per una bibita presa in compagnia in quanto oltre a ridurre lo stress, guarire dal raffreddore stagionale il mare appare ricongiungere l’uomo alla propria origine. Anche i sentimenti romantici e il desiderio di libertà sono sostenuti e giustificati dalla scienza. Inoltre, diversi psicologi delle università del Minnesota e Stanford hanno condotto studi sugli effetti del mare sul cervello umano. Una delle conclusioni a cui sono giunti è che sia proprio l’esperienza espansiva a stimolare cambiamenti positivi negli schemi mentali, grazie al modo in cui la mente cerca di elaborare il paesaggio. Anche per tale motivo si diventa più generosi. Ha la capacità di cambiare radicalmente la modalità “impegnato” e di rilassare i nostri processi mentali e lasciando così che la rete neurale si attivi per difetto. Anche l’aspetto meditativo non è da sottovalutare. Lo stato meditativo potenzia la stimolazione delle onde cerebrali che possono anche arrivare a cambiare. In questo caso, le onde del mare sono incaricate di indurre uno stato di mindfulness. Il suono del mare e il suo effetto visivo riescono a far sì che le onde alfa del cervello, legate allo sforzo, ma anche al rilassamento e alla quiete, facciano sparire tutto ciò che si ha intorno, come se si fosse in una bolla e tutto sempre acquisire un nuovo senso.
Tutti questi benefici si hanno anche a “distanza”; difatti basta abitare nelle vicinanze e di poter godere della vista del mare per poter beneficiare di un fattore di protezione della propria salute mentale, in particolare con effetti che controbilancialo il distress (lo stress deleterio, dannoso). Tutto questo è possibile perché abbiamo una “mente blu” che è capace di connettersi e di entrare in relazione con l’acqua in modo fuori dal comune.
A conclusione si può affermare che gli effetti del mare sulla psiche umana sono in generale molto positivi. Quando si è in riva al mare, è un po’ come premere il tasto reset; la mente si svuota di tutti i pesi che porta quotidianamente e li lascia andare dolcemente.