Secondo quanto riportato daI canale 12 israeliano, dagli inizi di ottobre, sono molteplici gli aiuti degli Usa verso Israele. Gli Stati Uniti hanno inviato 244 aerei da trasporto e 20 navi, le quali sono servite per trasportare oltre 10.000 tonnellate di equipaggiamenti militari verso Israele. L’obbiettivo di questi aiuti è quello di sostenere le operazioni in corso nella Striscia di Gaza. Il Washington Post ha riportato che, fino al 9 dicembre, Israele ha utilizzato oltre 22.000 bombe fornite dagli Stati Uniti, evidenziando così, il ruolo cruciale che assumono gli Usa nel supportare le azioni militari israeliane
Gli aiuti degli Usa verso Israele da Ottobre ad oggi
Il canale 12 Israeliano ha riportato che, dagli inizi di Ottobre, sono stati forniti numerosi aiuti dagli Usa verso Israele. Si parla di 244 aerei da trasporto statunitensi e di 20 navi, le quali hanno trasportato oltre 10.000 tonnellate di armamenti e attrezzature militari. L’equipaggiamento militare fornito dagli Stati Uniti, secondo quanto riportato, comprendeva numerosi veicoli corazzati, armi e munizioni, equipaggiamenti protettivi, dispositivi di protezione individuale, forniture mediche.
Il Ministero israeliano della Difesa Nazionale non contento, ha, di recente, acquistato dagli Stati Uniti ulteriori attrezzature militari, le quali sono impegnate nella fase attuale del conflitto, alla modica cifra di 40 miliardi di shekel che corrispondono a quasi 2,8 miliardi di dollari.
Il canale 12 Israeliano ha riferito che tutte le linee di produzione dell’industria militare israeliana lavorano giorno e notte, 24 ore su 24, con un solo obbiettivo, distruggere Hamas.
Ci sono state numerose affermazioni riguardo una probabile “economia degli armamenti”, ma, il rapporto del canale 12 israeliano smentisce che ci sia una carenza di aiuti degli Usa verso Israele. Il 6 Dicembre il Ministero israeliano della Difesa Nazionale, aveva pubblicizzato l’arrivo del 200esimo aereo cargo americano, il quale trasportava attrezzature militari per le Forze di Difesa Israeliane (IDF), e questo ha segnato:
“il culmine di uno sforzo congiunto guidato dalla Missione di Approvvigionamento degli Stati Uniti del Ministero della Difesa, in collaborazione con la Direzione di Produzione e Approvvigionamento dell’IMOD, la Divisione di Pianificazione dell’IDF e la Divisione di Tecnologia e Logistica dell’IDF.”
Pressione all’amministrazione Biden sugli aiuti degli Usa verso Israele
L’amministrazione di Biden si trova ad affrontare una forte pressione riguardo gli aiuti degli Usa verso Israele. La fornitura di armi potenti ad Israele sembrano essere direttamente proporzionali all’aumento delle vittime dei civili a Gaza.
Alcuni gruppi per i diritti umani, insieme a un blocco crescente all’interno del Partito Democratico del presidente Biden, stanno aumentando il controllo del flusso di armi verso Israele che, dopo gli attacchi del 7 Ottobre di Hamas, ha incluso decine di migliaia di bombe. Le autorità locali hanno confermato che almeno 17.700 persone, tra cui molti civili, sono stati uccisi dalle forze militari israeliane, volte a smantellare il popolo palestinese.
Al centro del dibattito attuale, c’è un’importante questione che riguarda la volontà degli Usa, secondo cui:
“i trasferimenti di armi non devono aver luogo quando il governo degli Stati Uniti valuta che le violazioni del diritto internazionale sono ‘più probabili che no’ che si verifichino.”
I funzionari dell’amministrazione degli Stati Uniti, affermano di aver avuto numerose discussioni con le controparti israeliane per assicurarsi che vengano rispettati gli obblighi del Paese ai sensi del diritto umanitario internazionale ma, riconoscono che gli Stati Uniti, al momento, non stanno conducendo valutazioni sull’aderenza di Israele alle leggi di guerra perché i funzionari americani non hanno accesso “all’intelligence” che le forze israeliane utilizzano per pianificare le loro azioni distruttive contro Gaza.
Le armi di fabbricazione americana hanno svolto e, continuano a svolgere, un ruolo centrale nella guerra Israele-Hamas. Secondo il Whashington Post, nel primo mese e mezzo del conflitto, Israele ha sganciato sulla Striscia di Gaza più di 22.000 bombe, le quali sono state fornite da Washington. Questa situazione rappresenta un grave dilemma per Biden, in quanto da un lato ha promesso sostegno assoluto ad Israele ma, dall’altro lato ha promesso di mettere al centro della sua politica estera i diritti umani.
I funzionari statunitensi, di recente, si sono fortemente lamentati dell’operazione israeliana poiché, dopo un “cessate il fuoco” di 11 giorni, in cui i civili hanno potuto intravedere uno spiraglio di luce, l’1 Dicembre i militari israeliani hanno ripreso l’attacco sganciando bombe vicino ad aree densamente popolata. Solo questa settimana, cinque senatori si sono appellati a Biden, condannando l’attacco di Hamas avvenuto il 7 Ottobre ma, dall’altro lato hanno anche evidenziato la sofferenza che l’operazione israeliana sta arrecando a numerosi civili e, sicuramente, i continui aiuti degli Usa verso l’Israele non ci fanno sperare ad un “cessate il fuoco” definitivo ma, ad un ulteriore rafforzamento delle forze militari Israele.
La Striscia di Gaza è colpita da una crisi umanitaria in cui ogni giorno milioni di persone cercano rifugio dagli attacchi degli aerei israeliani e da un continuo attacco di terra che ha ormai ridotto in macerie vaste aree della Palestina. Le armi non sono mai state un buon alleato per nessuno e la speranza di Biden di contribuire, grazie al suo sostegno, alla fine del conflitto resta soltanto un’illusione.
Ambra Vanella