Sempre più lavoratori svolgono la loro attività durante la domenica e nei giorni di festa, a risentirne è la famiglia, ma perché ciò accade? Forse consumiamo di più?
Il settore del commercio è in agitazione per le aperture selvagge. Oggi parliamo di Pasqua, domani saranno Natale e Santo Stefano, o Capodanno. Secondo un’analisi realizzata dall’Ufficio studi della CGIA e riferita al 2016, sono 4,7 milioni gli italiani che lavorano di domenica.
Le liberalizzazioni del governo Monti consentono l’apertura anche 24 ore su 24 (esistono supermercati H24) tutti i giorni dell’anno. Una legge ancora in vigore nonostante in Parlamento si cerchi di cambiarla da almeno tre anni. Ok, il mondo va in quella direzione lì. Nemmeno i sindacati chiedono più la chiusura domenicale, ma piuttosto rivendicano una libertà di scelta e migliori condizioni salariali.
Certo c’è chi la domenica ha sempre lavorato: medici, infermieri, farmacisti, commessi, negozianti, addetti al soccorso stradale, benzinai, bagnini, giornalisti, operatori radio-Tv, fotografi, operai su impianti a ciclo continuo, addetti ai musei/cinema/teatri/mostre e spettacoli vari, guide turistiche, tipografi, grafici, ferrovieri, tramvieri, casellanti, autisti, taxisti, piloti- assistenti e controllori di volo, poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigilantes, vigili urbani, vigili del fuoco, atleti professionisti, baristi, pasticceri, panificatori, gastronomi, fioristi, commessi, edicolanti, cuochi, camerieri, ristoratori, albergatori, tabaccai, ambulanti, allevatori di bestiame, pescatori, marinai, portuali, colf e badanti. Bancari e assicuratori, preparatevi: i prossimi sarete voi.
Ma i dati dicono che non consumiamo di più, non facciamo girare più soldi. Quindi servono davvero i negozi sempre aperti? Il tempo da dedicare a noi stessi, alla famiglia, ai figli, quanto vale?
“Richiediamo sempre più lavoro e e accettiamo il lavoro la domenica perché vale per noi di più il consumo nel tempo libero” spiega il il giuslavorista Michel Martone, questo dando meno spazio alla religione, alla creatività, a esperienze culturali, “Mio figlio non lo porto al cinema, ma al centro commerciale e quindi voglio che sia aperto. Voglio portarlo a comprare, non a fare”.
Io credo che tutti i cittadini abbiano diritto di beneficiare di orari di lavoro dignitosi che, per una questione di principio, escludano il lavoro tardo serale, notturno, durante le festività pubbliche e le domeniche. Solo i servizi essenziali dovrebbero essere operativi la domenica.
Liberare la domenica e i festivi dal lavoro. Per tornare così a dedicarsi ai propri affetti, ai propri hobby, al proprio riposo, al proprio ozio.
Il riposo non quello in un giorno qualunque, ma quello della domenica. Non possiamo riempirci la bocca solo con affermazioni teoriche e dire che la famiglia è bella se poi è spaccata la domenica e nei giorni di festa.