Ritorno in Italia di un patrimonio epistolare del grande compositore. Erano sul punto di essere messe all’asta a Londra, ma il Ministero ha acquistato per la cifra di 358.800 sterline le 36 lettere di Giuseppe Verdi.
Il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini annuncia l’acquisto delle suddette lettere tra Verdi e il suo librettista Salvatore Ammarano. Un “fenomenale scambio epistolare“, che faceva “parte di un gruppo di carte e di manoscritti musicali verdiani presenti nella Casa d’aste Sotheby’s di Londra.
Dice il ministro Dario Franceschini.
Per far sì che questo grande patrimonio potesse tornare in Italia abbiamo lavorato conscenziosamente e con discrezione
Tale carteggio, acquisito tramite una trattativa privata per 358.800 sterline, sarebbe stato messo all’asta durante questi giorni.
“L’eventuale acquisto da parte di privati-spiega il ministero- avrebbe sottratto al patrimonio di questo paese una documentazione davvero importante riguardo agli studi in quanto materiale assolutamente inedito, relativo ad un arco cronologico (1844-1851) nel quale Verdi si confronta con impresari, interpreti, letteratura, teatri, esprimendo in maniera chiarissima la sua personale concezione di teatro musicale“.
“Il carteggio-sottolinea ancora il ministero dei Beni culturali-sarà molto importante per i futuri studi sia sull’origine di alcuni titoli, quali Alzira, Luisa Miller o La battaglia di Legnano di cui si conservano solamente delle fonti alquanto scarse , che per la creazione di alcuni soggetti non videro mai la luce”.
Tra i reperti la più antica bozza esistente dell ’Ernani. E poi lettere autografe alla contessa Clara Maffei, all’agente Mauro Corticelli, al ministro dell’Istruzione Emanuele Gianturco; una lettera della moglie di Verdi che parla del Requiem, una foto di Verdi
con dedica alla cantante Marie Delna.
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A questo proposito il primo cittadino di Parma (Verdi nacque nell’attuale provincia di PR) Federico Pizzarotti scrive a Franceschini:
Verdi per Parma vuole dire memoria, tradizione, conservazione e divulgazione, ma anche apertura sul futuro e sperimentazione” e propone che sia l’Istituto nazionale di studi verdiani a conservare i manoscritti inediti di Giuseppe Verdi. “Crediamo possa essere il luogo più adatto non soltanto per conservare le carte nella terra di Verdi, ma specialente per valorizzarle, per studiarle ed inserirle nel piano di lavoro dei carteggi, per porle al centro di un convegno di studi e per divulgarne il valore anche attraverso un’esposizione.
“Una notizia straordinaria per la cultura italiana che scongiura un grave danno per l’intero territorio della regione Emilia-Romagna” dice l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti che rivolge un “ringraziamento particolare va al ministro Franceschini che ha accolto la nostra richiesta di impedire che i manoscritti inediti del compositore di Roncole di Busseto finissero all’asta e che invece ritornassero nella paese del compositore”.
Un gesto d’attenzione verso Parma
Nel 2012 le carte verdiane appartenute a Toscanini furono acquistate da Eni e da Banca Intesa, poi sistemate all’interno del museo Teatrale della Scala.
Il senatore Giorgio Pagliari parla a questo proposito di “nuovo gesto di attenzione” di Franceschini verso Parma.
Chi è interessato al patrimonio è certamente l’Istituto nazionale di studi verdiani “impegnato fin dal primo momento nella sensibilizzazione e nel supporto scientifico necessario alla realizzazione di questa acquisizione” che conferma il “proprio ruolo quale istituzione preposta alla tutela e alla valorizzazione dell’opera di Giuseppe Verdi, nell’ambito della storia e della cultura italiana ed internazionale”.
Il tesoro verdiano è richiesto chiaramente dal sindaco di Busseto Giancarlo Contini, il comune che comprende la frazione di Roncole dove il Maestro nacque.
Ho già avviato un itinerario che spero possa portare quelle lettere, dove si dovrebbero trovare ora, qui a Busseto. Un obiettivo certo ambizioso che però potrà essere realizzato con il supporto delle forze politiche e culturali del territorio, con le quali mi sono già confrontato e che vorrei sollecitare riguardo al progetto.
“Tale epistolario– aggiunge Contini – è un importante elemento per poter comprendere alla meglio Giuseppe Verdi ed è ancora più prezioso in quanto è inedito, perché è riferito alle fasi che precedono la messa in scena delle opere di cui il Cammarano fu librettista e perché Verdi si confronta con impresari, interpreti, letteratura, teatri, esprimendo in maniera molto chiara la sua personale concezione di teatro musicale“.
Francesco Demartini