Giuseppe Graviano avrebbe avuto almeno tre incontri, a Milano, con Silvio Berlusconi, durante gli anni della sua latitanza. Questo almeno è quanto ha dichiarato il boss di Cosa Nostra nel corso del processo “ndrangheta stragista”, in corso a Reggio Calabria e nel quale Graviano è imputato per l’omicidio di due carabinieri.
L’INTERROGATORIO
Interrogato in videoconferenza dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, il boss ha iniziato la sua deposizione parlando di come sarebbero nati i rapporti tra la sua famiglia e quella dell’ex presidente del consiglio:
Negli anni Settanta, mio nonno materno, Filippo Quartanaro, era un commerciante ortofrutticolo abbastanza ricco. Venne invitato a investire soldi al nord, mentre era in contatto con Silvio Berlusconi. Mio nonno mi disse che era in società con queste persone e mi invitò a partecipare, pur specificando che mio padre non voleva. Io e mio cugino Salvo abbiamo chiesto un consiglio a Giuseppe e Michele Greco. Mi dissero che qualcuno doveva portare avanti questa situazione e allora abbiamo detto sì e siamo partiti per Milano.
I PRESUNTI INCONTRI
Poi Graviano ha descritto i presunti incontri con Berlusconi:
Il primo avvenne all’Hotel Quark nel 1983. C’erano Berlusconi, mio nonno e mio cugino Salvatore. Noi affiancavamo mio nonno perché era anziano e dovevamo essere pronti a prendere il suo posto. Siamo andati con questa situazione, di tanto in tanto arrivavano un po’ di soldi e mio cugino li reinvestiva.
Nel dicembre del 1993 ci fu una nuova riunione a Milano. Io ero latitante dal 1984. Si era arrivati alla conclusione che si dovesse regolarizzare la situazione e far emergere il nome dei finanziatori nella società immobiliare di Berlusconi. Lo abbiamo incontrato a Milano 3. Con lui c’erano altre persone che non mi sono state presentate. E sapeva che ero latitante.
In quell’occasione fu programmato un nuovo incontro che avrebbe dovuto avvenire a febbraio successivo. Ma il 27 gennaio 1994 venni arrestato.
LE REAZIONI
Immediata è arrivata la replica di Silvio Berlusconi, attraverso le parole del suo legale Niccolò Ghedini
Le dichiarazioni rese quest’oggi da Giuseppe Graviano sono totalmente e platealmente destituite di ogni fondamento, sconnesse dalla realtà e palesemente diffamatorie. Dopo 26 anni di carcerazione, improvvisamente il signor Graviano rende dichiarazioni finalizzate ad ottenere benefici carcerari inventando episodi inverosimili, spinto dall’astio profondo nei confronti del presidente Berlusconi per tutte le leggi promulgate dai suoi governi contro la mafia.
DINO CARDARELLI