Giulio Brogi è stato un grandissimo attore italiano, ricordato, da chi ha un po’ di anni sulle spalle, soprattutto per la sua indimenticabile interpretazione dell’Enea televisivo. Questo perché, diversamente da molti altri attori, non amava essere al centro dell’attenzione, avere i riflettori addosso. Tuttavia, nel corso della sua lunga carriera ha lavorato con registi del calibro dei fratelli Taviani, Ermanno Olmi, Paolo Sorrentino e Bernardo Bertolucci, giusto per citarne alcuni.
La scena tagliata nel film di Sorrentino
Con Paolo Sorrentino girò una scena in La grande bellezza (2013), ma nel montaggio il regista decise di tagliarla, per poi reinserirla dopo tre anni nella versione integrale.
Sorrentino fu il primo a esserne felice. In un’intervista, dichiarò che la nuova versione restituiva «il film nella sua interezza, permettendo di apprezzare a pieno il lavoro di tutti gli attori, in particolar modo le interpretazioni di Giulio Brogi e Fiammetta Baralla» per il loro talento e la loro sensibilità.
La passione principale di Giulio Brogi era però il teatro
Il teatro, per Giulio Brogi, è stato il primo amore che non si scorda più. Prima ancora di recitare per la televisione o il cinema, Giulio era divenuto un habitué del Piccolo Teatro di Milano, anche in questo caso conoscendo e lavorando con eminenti registi, come Strehler, Zeffirelli e Squarzina.
Ma Giulio Brogi era anche tante altre cose
Avendo avuto la fortuna di conoscerlo, vorrei in questo articolo omaggiarlo, a un anno dalla sua scomparsa, con una descrizione della persona che era, tra teatro, cinema e vita.
Giulio Brogi e il “Teatro nel bosco”
Giulio Brogi abitava in una villa isolata, poco sopra Negrar di Valpolicella (Verona), difficile da trovare più del proverbiale ago nel pagliaio. Insomma, non era refrattario solo ai riflettori, ma alle persone in genere, specie se non entrate prima nelle sue grazie. Ciò nonostante, aveva ricavato nell’ampio giardino circostante la villa un vero e proprio teatro all’aperto. Con tanto di palcoscenico, impianto luci, quinte naturali (siepi).
Un burbero generoso
La prima volta che sono andata alla villa di Giulio Brogi – dopo che un amico comune gli aveva sottoposto una mia proposta per uno spettacolo – ero intimorita. Sapevo di lui, avevo visto alcuni suoi film e pure l’Eneide da piccola. Allora era ancora viva sua moglie, Elsa, che mi ebbe subito in simpatia. Per accattivarmi quella di Giulio, invece, dovetti sudare parecchio.
«Cosa sarebbe ‘sta roba che hai scritto?»
Manco l’aveva letta.
Ora, io forse me la cavo a scrivere, ma spiegare a voce cosa mi gira per la testa è un’altra storia. Ci provai. E Giulio, con la sua immancabile pipa in bocca, se ne stava zitto, quasi assente.
Alla fine disse: «Mi piace». E mi offrì un bicchierino del liquore che confezionava lui stesso: era nata un’amicizia.
Le estati nel “Teatro nel bosco”
Essendo all’aperto, di questo teatro si poteva usufruire solo d’estate. In pratica, tra metà giugno e fine agosto. Giulio chiedeva ai suoi amici con interessi legati al teatro, alla letteratura, alla musica, di proporre spettacoli. Io ero una di quegli amici, e con lui è sempre stato tutto fantastico, emozionante, stimolante.
Nel “Teatro nel bosco” hanno recitato, cantato, ballato, suonato sia professionisti che dilettanti. Ma anche i dilettanti, sotto la supervisione di Giulio, acquisivano qualcosa che prima non c’era, e forse era invisibile pure ai loro occhi. Sapeva trasmettere molto, e solo inarcando un sopracciglio, quell’uomo.
L’ultimo spettacolo nel “Teatro nel bosco”
L’estate del 2018, Giulio Brogi mise in scena Lorenzo da Ponte va in America. Si trattava di una sceneggiatura basata sulla vita del celebre librettista di Mozart, e Giulio interpretava Lorenzo Da Ponte.
Incredibile come, con pochi mezzi, il palcoscenico del “Teatro nel bosco” si fosse trasformato nella plancia di un veliero. E Giulio, pur con ottantasette anni sulle spalle (era nato nel 1931, contrariamente a quanto scritto in Wikipedia), ancora in grado di sostenere un monologo difficilissimo.
Giulio Brogi, l’amico
Scavalcata la porta della sua diffidenza, Giulio Brogi era un uomo disarmante e disarmato. Capace di mandarti a quel paese per un nonnulla, oppure di consolarti per dispiaceri che neppure ti eri reso conto di avere. Sapeva ascoltare e anche come rispondere, dote rara.
Ci ha lasciato un anno fa, il giorno dopo la messa in onda della puntata del Commissario Montalbano in cui interpretava il colpevole di turno.
Ai miei occhi, la sua sola colpa è di essersene andato.
Claudia Maschio