La notizia è di qualche giorno fa: Giuliano Pisapia è candidato alle elezioni europee. Scelto come capolista per il Pd nel Nord-Ovest, ha negli scorsi giorni ufficializzato la sua proposta.
Attraverso un post sulla sua pagina Facebook, il fondatore di Campo Progressista spiega le motivazioni che lo hanno spinto a rimettersi in gioco in prima persona.
“È il momento di batterci ancora per i diritti, la giustizia sociale l’ambiente e la dignità sul lavoro, la lotta alle diseguaglianze.” – si legge – “Sento su di me e sulla mia generazione il dovere di fare del nostro meglio per lasciare ai giovani l’idea di un’Europa ancora possibile”.
Parole interessanti, che tentano in qualche modo di fare eco alla politica unitaria che sta portando avanti il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti. Una candidatura dalle intenzioni nobili, che deve però scontrarsi con le acredini interne a tutto il centrosinistra. Come spesso negli ultimi 20 anni abbiamo avuto modo di constatare, l’unità dell’”ei fu” Ulivo è ancora e troppo spesso solo uno slogan.
Per dirlo potrebbe essere sufficiente guardare il simbolo con cui questo partito si presenta alle elezioni del 26 maggio. Un logo che vede l’entrata a gamba tesa della scritta “Siamo europei”, la lista dell’ex ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda. Un simbolo che, piuttosto che promuovere l’unità, sembra quasi a dire “sì corriamo insieme ma io sono io e tu sei tu”.
Se però la posizione di Calenda non è da mettere in discussione, il vero dilemma riguarda la possibilità di allargare questa coalizione a tutti quelli che sono a sinistra del Pd.
Lotte intestine
A farci caso, quando sentono parlare di unità, gli stessi dem sembrano i primi ad arricciare il naso.
Per molti la possibilità di allargare la coalizione a Mdp è da escludere. Considerati i traditori dell’ormai ex segretario Matteo Renzi, Bersani e gli uomini di Articolo 1 paiono ancora una volta il nemico a cui non si deve aprire, anche perché “valgono meno del 3%”. Quello di Federico Pizzarotti è l’altro nome che da giorni è in ballo per un eventuale accordo. Con il suo Italia in Comune, dopo aver stretto un’alleanza con +Europa, punta a superare la soglia di sbarramento del 4%. Nonostante il corteggiamento del temerario Zingaretti, il sindaco di Parma è malvisto all’interno dei dem.
Secondo loro, il morbo del grillismo è come il postino: suona sempre due volte. In ultimo rimangono poi Leu e Sinistra italiana. Agli occhi di un partito come il Pd, che negli ultimi quattro anni ha sempre più spostato il suo baricentro verso il centro e poco verso sinistra, paiono qualcosa di non molto diverso da alieni.
Queste sono ore cruciali per il segretario dem, che tra giovedì e venerdì dovrà presentare la lista di nomi alla direzione nazionale del partito. Giuliano Pisapia è candidato alle elezioni europee e questo è sicuramente un messaggio forte e chiaro, per cominciare ufficialmente una campagna elettorale. Non proprio “il nuovo che avanza”, si direbbe, ma di certo una presa di posizione forte rispetto a quelli del suo partito che hanno provato a lasciare a sinistra quelli che stanno a sinistra.
La candidatura di Franco Roberti
E una presa di posizione forte è certamente la candidatura di Franco Roberti. L’ex procuratore nazionale antimafia è ufficialmente candidato per la circoscrizione Sud, scelto proprio per la sua personale esperienza nella lotta alla criminalità organizzata.
Dopo il traballante inizio legato alle nomine interne, che disegnavano un partito più vecchio di quello di Renzi e Bersani, Zingaretti sta finalmente tentando di mettere in moto una nuova ditta. Cercare di farlo passando anche da personalità come Roberti, gli concede il privilegio di essere quello che ci sta provando, mettendo il naso fuori da un partito che pare ancora incartato su se stesso.
Lo stesso Pisapia, di recente ospite a Otto e mezzo, parlando dei 5 Stelle ha detto una cosa sacrosanta: una cosa sono le classi dirigenti, altro sono gli elettori. Il messaggio che l’ex sindaco di Milano ha voluto far passare è che non importa quali uomini forti si tenta di corteggiare, quello che conta sono gli elettori che devono essere ripresi, da quelli passati a votare per il Movimento, a quelli spostati a sinistra del Pd.
Nella nota di Pisapia si legge: “Serve l’entusiasmo della giovinezza, ma servono anche la competenza e l’esperienza”.
A sentirla così, verrebbe quasi da pensare che tra tutti i dinosauri con cui sta facendo i conti, l’uomo della giovinezza potrebbe essere proprio lui.
Pasquale Ancona