Su Giove c’è un buco nero? La verità sulle immagini della sonda Juno

Giove

NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Kevin M. Gill © CC BY

Kevin M. Gill, un ingegnere della NASA, ha diffuso su Twitter un’immagine di Giove che ha fatto il giro del mondo. Questa, a prima vista, sembrava mostrare un “buco nero” formatosi sul gigante gassoso in prossimità del suo Polo Nord, come hanno riportato molte testate anglosassoni.

Ma cos’è realmente la macchia sopra il pianeta?

Era un buco nero su Giove?

Il 12 settembre di quest’anno la JunoCam ha immortalato un’immagine di Giove. Questa ha fatto il giro del mondo, facendo molto discutere il popolo del web. Lo scatto è stato elaborato in postrproduzione dall’ingegnere della Nasa, nonché appassionato di astrofotografia, Kevin M. Gill.

La sonda spaziale Juno si trovava a 7,865 chilometri di distanza dal gigante gassoso, nel momento in cui ha scattato la foto.

Fortunatamente, quello che è stato erroneamente scambiato per un buco nero, era solamente l’ombra del satellite mediceo “Io” che peraltro sta facendo molto discutere per gli eventi legati al vulcano “Loki”.

C’è da chiedersi perché la sua ombra fosse così nitida: la risposta è molto semplice, si tratta solamente di prospettiva. Fra Giove ed “Io” incorre molta meno distanza di quella fra la Terra e la Luna, motivo per cui le eclissi del gigante gassoso hanno dei contorni molto più delineati delle nostre.

Inoltre, guardandola dalla superficie del pianeta, la luna gioviana sembra avere una dimensione 4 volte superiore a quella del Sole che è molto lontano da quella prospettiva. Per questo motivo la luce della nostra stella madre viene quasi completamente bloccata, rendendo la proiezione dell’ombra incredibilmente definita.

“Io” al centro della cronaca

“Io” continua a regalare grandi emozioni al mondo dell’astronomia, poiché sulla sua superficie si staglia il temibile vulcano “Loki”. Il fatto incredibile è che noi riusciamo ad osservare dal nostro pianeta le eruzioni del vulcano, che hanno luogo una volta ogni 475 giorni, secondo il Planetary Science Institute di Tucson. In corrispondenza di eventi eruttivi, infatti, il vulcano aumenta la sua luminosità.

Chiara Esposito

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