Giovanni Malagò, romano de Roma nel senso più deteriore, calciatore (a cinque), poi commerciante di auto di lusso entrato nelle grazie della famiglia Agnelli e di Luca di Montezemolo e da lì, rapidamente, nei consigli di amministrazione di innumerevoli società, e finalmente alla presidenza del CONI dal 2013.
Questo pur essendo stato condannato per aver falsificato tre esami nella sua “brillante” carriera di studente di economia e commercio (a un anno e dieci mesi in primo grado, sentenza poi caduta in prescrizione, oh che sorpresa!). Per non dire dall’accusa di un articolo di Panorama, mai smentito, di aver ucciso due ragazzi in un incidente stradale, di altri casi di guida spericolata (nessun rimorso, evidentemente: succede agli arroganti restati impuniti e che si sentono al di sopra della legge e della morale) e di operazioni immobiliari in contanti e su conti svizzeri.
Insieme a Flavio Briatore, Giovanni Malagò è il simbolo dell’Italia peggiore e il governo gialloverde o quello giallorosso avrebbero dovuto liquidarlo con una scusa o con l’altra il giorno stesso del loro insediamento, per dare un segno concreto di cambiamento e per eliminare un irredimibile rappresentante del vecchio regime.
Invece eccolo lì, trionfante per il miliardo ottenuto da Cortina per le Olimpiadi invernali che avrebbe dovuto pagarsi da sole la Lombardia e il Veneto e che, state tranquilli, Malagò farà apparire come un suo regalo personale, non del governo. Per non dire dei 50 milioni elargiti per la Ryder Cup di golf, sport notoriamente proletario e bisognoso di sovvenzioni statali.
Non sono un massimalista e penso che in politica i compromessi siano inevitabili e spesso utili. Ma gli errori no. Vorrei che qualcuno del M5S mi spiegasse: cosa ci fa Malagò in una posizione di potere con un governo a maggioranza pentastellata? E cosa si crede di guadagnare, in termini di crescita civile del paese e in termini strettamente politici (vantaggi per il M5S) dal rafforzamento della sua posizione grazie ai regali che gli sono stati appena fatti?
Francesco Erspamer