Le luci della Ville Lumière, la spensieratezza, il benessere di quell’Europa ancora non del tutto consapevole di sé stessa: la Belle Époque è nata a Parigi. Eppure, ha tanto di italiano. Per esempio, il ferrarese Giovanni Boldini, uno dei suoi esponenti più vividi, ha fatto fortuna proprio nella capitale francese.
Giovanni Boldini, o l’irrequieto Zanin
Giovanni Boldini, soprannominato dalla sua famiglia Zanin, nasce a Ferrara il 31 dicembre 1842 dal pittore Antonio Boldini, e da sua moglie Benvenuta Caleffi. Ottavo di dodici figli, ben presto seguì le orme del padre nel campo artistico. Ad otto anni ha già un suo atelier nel granaio di famiglia. Il suo temperamento irriverente, tuttavia, lo spinge a raggiungere Firenze:il centro dell’arte italiana dell’epoca.
Iscrittosi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, ben presto tralascia gli studi per il famoso caffè Michelangelo. Esso è il ritrovo di un circolo di artisti ed intellettuali, che passeranno alla storia con il nome di “Macchiaioli”. Il loro soprannome deriva dal loro modo di dipingere, con uno studio del colore in piccole macchie. Ciò è per riprodurre la percezione dell’occhio umano. Il risultato è molto simile a quello dell’impressionismo francese.
Boldini si inserisce in questo mondo di artisti, patrioti, pensatori e ricchi stranieri. Per lui diventano amici o committenti, a volte entrambe le cose. Eppure, la continua voglia di libertà di Giovanni gli impedisce di restare anche nell’amata Toscana: vuole di più. Vuole Londra.
Lì vive sotto la protezione e gli agi del signor Cornwallis-West. Eppure la città inglese, per lui, è una delusione.
Storia di un italiano a Parigi
Il viaggio di una vita ha finalmente la sua meta. Parigi è la città che Boldini ha sempre cercato, anelando una patria perduta per il suo spirito libero.
Dopo aver vissuto per un periodo con la sua modella Berthe, si stabilisce a Montmartre. All’epoca, quello è il crocevia dei migliori artisti del mondo, delle menti più dissolute e della follie più geniali. Abita proprio di fronte al Café de la Nouvelle Athènes. Lì, ogni settimana, si riunisce con gli impressionisti parigini. Così conosce il suo grande amico, Edgar Degas.
Per lui è un periodo d’oro. Viaggia sino a New York con i suoi quadri. Li vogliono tutti – e tutti vogliono lui. Boldini è centro della vita mondana parigina.
Fa specialmente scandalo la sua relazione con la contessa Gabrielle de Rasty. Il suo stile artistico è riconoscibilissimo tanto quanto la sua personalità da socialite. Raggiunge il suo apice nei ritratti. Riesce a combinare l’eleganza della borghesia con quel dinamismo che è alla base del Futurismo. Cambia più volte la sua palette cromatica. Infatti, passa dai colori chiari richiesti dalla borghesia parigina alla tavolozza più scura, influenzata dal caro Degas.
Giovanni Boldini si sposa a quasi ottant’anni con la giornalista Emilia Cardona. Lei racconta la vita del marito nella sua Vie de Jean Boldini . Il pittore viene a mancare due anni dopo il suo matrimonio, nel 1931.
Scompare assieme allo stesso sogno del secolo nuovo, della città dalle mille luci che era stata Parigi.
Giulia Terralavoro.