Tra le cose più spiacevoli che possano capitare ad un giovane, vi è la tremenda delusione nel constatare che le aspettative non hanno il minimo riscontro nella realtà: dopo aver scelto un corso di studio tra i più complessi, nella convinzione che potesse dare una certa sicurezza economica in futuro e dopo aver incassato una decina d’anni di fatiche sui libri, ritrovarsi davanti a paghe indegne se non addirittura compensati con una pizza, va oltre all’immoralità, è vergognoso.
Alcuni giovani medici raccontano le loro esperienze, e ciò che emerge è un sistema sanitario che in Italia sta spingendo sempre più al modello “low cost”.
Non si parla di casi di volontariato, o di ‘extra’ ad un compenso già stabilito, bensì di dottori che hanno prestato la loro professionalità per incarichi come la copertura sanitaria durante incontri sportivi, turni al 118, assistenza in reparto, e che si sono ritrovati ad essere pagati 3,5 euro l’ora, se non semplicemente con una birra o con una lezione di sci.
Un giorno Lucrezia Trozzi, dopo aver speso di tasca propria circa 1000 euro per il corso di formazione per il servizio di emergenza (in quanto la laurea con annesse specialistiche non è sufficiente), si è trovata a contrattare il tariffario per una prestazione al 118, un lavoro fondamentale per la popolazione, che non conosce orari e festività, e che inoltre comporta una grandissima responsabilità; ebbene, il massimo che le fu offerto furono 16 euro all’ora, quando nella norma il compenso dovrebbe essere molto superiore.
Oltrepassato ormai il limite di sopportazione, Lucrezia disse basta, e creò il gruppo Facebook “Giovani medici anti sfruttamento”, con lo scopo di condividere le proposte di lavoro risultate inadeguate, in confronto alla professione svolta. Presto si scoprì non essere la sola, ed attualmente il gruppo conta addirittura 4056 membri provenienti da tutta Italia. L’obiettivo è principalmente di tutelare la professione, richiedendo un tariffario minimo: nel momento in cui un collega accetta un compenso che lo violi, dev’essere sanzionato.
Purtroppo, lo sfruttamento dei giovani che si trovano da poco a contatto col mondo del lavoro, lo si trova in qualsiasi ambito, ogni professione ha sicuramente la sua importanza, ma credo che nessuno negherebbe mai il notevole spessore che ha il ruolo di un medico, e sapere di questo sopruso nei confronti di chi ha in mano la salute di innumerevoli persone, scatena l’indignazione di tutti.
Dopo un percorso formativo intenso e infiniti sacrifici, ecco come viene trattato chi ha il merito di essersi impegnato.
Roberta Rosaci