Il ventesimo Giorno del Ricordo 2024 si ricorda il 10 febbraio, portando con sé la solenne commemorazione delle tragedie legate alle foibe e all’esodo giuliano-dalmata. Questa giornata, istituita per ricordare le vittime degli orrori subiti durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, si presenta come un’occasione per riflettere sulla complessa storia del nostro paese e promuovere una comprensione più approfondita dei tragici eventi del passato.
Nell’ambito di questo anniversario, il presidente Mattarella ha tenuto un discorso significativo, evidenziando l’importanza di non dimenticare le sofferenze subite dagli italiani massacrati nelle foibe o internati nei campi di concentramento. Tuttavia, il giorno del ricordo 2024 non è immune dalle polemiche politiche ma sopratutto dalle strumentalizzazioni ideologiche, che minacciano di offuscare il vero significato della giornata.
Bisogna esaminare le diverse sfaccettature della commemorazione delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, contestualizzando queste tragedie nel più ampio contesto storico europeo del periodo. Tante sono le controversie politiche sul Giorno del ricordo 2024 e le manifestazioni che circondano questa giornata. In particolare, anche le implicazioni sulla faccenda di recenti iniziative governative, come l’istituzione di un Museo del Ricordo, e riflettendo sulle sfide e le opportunità che si presentano nella promozione di una memoria storica equilibrata e inclusiva.
Commemorazione delle Foibe e dell’esodo Giuliano-Dalmata: il giorno del ricordo 2024 con un doppio spunto di riflessione
Il Giorno del Ricordo 2024, dedicato alla commemorazione delle tragedie legate alle foibe e all’esodo giuliano-dalmata, si apre con un discorso del presidente Mattarella. In questo anniversario, egli cerca di preservare la giornata da ogni forma di strumentalizzazione, ribadendo l’importanza di contestualizzare la tragedia delle foibe come l’ultimo atto di una guerra fratricida innescata dal regime fascista.
Il suo discorso è infatti da considerare come un monito all’attuale governo di leggere e decifrare i passi della storia, facendo attenzione a non revisionare la storia secondo una propria declinazione ideologica. Il Presidente della Repubblica ha parlato infatti di responsabilità del regime fascista dopo l’alleanza con la Germania nazista e un’occupazione militare violenta al confine orientale sull’Adriatico.
Il presidente ricorda che il muro di silenzio e oblio che si è formato attorno alle sofferenze degli italiani massacrati nelle foibe o internati nei campi di concentramento è stato alimentato da un mix di imbarazzo, opportunismo e grave superficialità. Tuttavia, sottolinea che l’Italia, con la sua partecipazione al conflitto mondiale e il regime fascista, ha contribuito alla scatenazione di una guerra devastante. È grazie alla lotta di Liberazione e all’autorevolezza della nuova dirigenza democratica che il paese è stato risparmiato dal destino dell’alleato tedesco.
Le Foibe e il Giorno del Ricordo 2024: oltre la vendetta
Le foibe non devono essere ridotte a semplici atti di vendetta contro il dominio fascista. La ferocia contro gli italiani non può essere derubricata come giustizia sommaria contro i fascisti occupanti. Dopo l’incipit del suo discorso infatti, nell’odierno giorno del ricordo 2024, il presidente invita a non minimizzare questa tragedia, poiché i tentativi di oblio, negazione o minimizzazione sono un affronto alle vittime e dannosi per la coscienza collettiva della nazione. Insomma, il Presidente non si è sbilanciato in dichiarazioni audaci e di particolare demarcazione politica.
Strumentalizzazione politica e controversie
Tuttavia, nonostante gli sforzi per commemorare in modo appropriato le vittime delle foibe, la Giornata del Ricordo 2024 continua a essere strumentalizzata, e non solamente ogni 10 febbraio, dalla destra politica ed extraparlamentare come un mezzo per alimentare la rivalità con la sinistra. Questo si riflette nelle polemiche intorno al sindaco di Milano, Sala, accusato di non aver ricordato in maniera sufficientemente entusiasta il ricordo della giornata delle Foibe.
Manifestazioni e contro-manifestazioni
Le celebrazioni istituzionali nel giorno del Ricordo 2024, che siano di destra o di sinistra, sono ormai imparziali, con pochi accenni di definizione e posizionamento politico. Più preoccupanti, oltre al revisionismo meloniano, sono invece le previste manifestazioni organizzate da gruppi neofascisti e neonazisti, che si macchiano del reato di apologia del ventennio fascista e rivendicazione di un ritorno simile.
Tante sono le sigle che si accompagneranno agli eventi istituzionali, nelle strade della Capitale ma anche delle province più piccole. A Varese, ad esempio, la destra politica ha organizzato una grande manifestazione, con il sostegno di un deputato di FdI, che ha anche chiesto il rinvio di un’iniziativa antifascista promossa dall’amministrazione comunale. Tra le maggiori rivendicazioni, ci sono quelle dei gruppi di Casapound, Forza Nuova e Do.Ra.
La costruzione di un Museo della Memoria
Mentre il governo ha approvato un disegno di legge per istituire un Museo della Memoria delle foibe e dell’esodo, è evidente che questa iniziativa solleva domande sulla sua neutralità storica e la sua efficacia nel promuovere la comprensione storica. C’è il rischio che il museo diventi un ulteriore strumento di propaganda, anziché un luogo per la riflessione e la comprensione delle tragedie del passato. Questo è quindi un altro passo verso un’appropriazione e idologizzazione storica.
Il problema della costruzione del Museo della Memoria, che avrà sede a Roma, si inserisce in uno strano progetto segreto. Il governo ha infatti deciso l’istituzione di questo museo senza sentire il parere di alcuno storico né dando una vera e propria notizia alla popolazione italiana.
Il contesto storico e le considerazioni attuali
Oltre alla commemorazione delle foibe nel giorno del ricordo 2024, è importante ricordare il contesto storico più ampio in cui si sono verificate queste tragedie. La Seconda Guerra Mondiale ha lasciato un segno indelebile sulla regione, con le potenze fasciste che hanno causato devastazione e sofferenza in tutto il continente. Questo contesto complesso richiede una comprensione approfondita e un’analisi critica, al di là delle narrazioni semplificate e degli interessi politici contingenti.
Ciò che incute più terrore, all’interno di questa vicenda, è sicuramente l’atteggiamento revisionista nella narrazione di un evento storico, che deve essere preso ed analizzato come causa e conseguenza di determinate azioni politiche.
Il Giorno del Ricordo 2024 come una chiamata alla comprensione storica e alla riconciliazione
Sebbene sia importante commemorare le vittime delle foibe, è essenziale farlo in modo equilibrato e contestualizzato, evitando ogni forma di strumentalizzazione politica. La verità storica non può essere sacrificata sull’altare dell’ideologia, e il ricordo delle vittime dovrebbe essere un’occasione per promuovere la comprensione e la riconciliazione, anziché alimentare divisioni e conflitti. Allo stesso modo però, è importante che una giornata come quella delle foibe sia veramente compresa per non permettere a nessun fascismo di ritornare e appropriarsi del passato. La memoria delle tragedie del passato dovrebbe servire da monito per il futuro, incoraggiando un impegno per la pace, la giustizia e la solidarietà tra i popoli.
Lucrezia Agliani
Il Presidente Mattarella ha ribadito, senza equivoci, che questi tragici fatti non possono essere letti al di fuori di quel complesso contesto storico in cui avvennero, né essere reinterpretati, o meglio strumentalizzati, a vantaggio di questa o quella parte politica.
È evidente che il voler attribuire a questo ricordo un diverso significato, rappresenti solo una forte distorsione della tragica storia di quei giorni, conseguenza di una dittatura della quale l’Italia seppe liberarsi, non senza pagare un altrettanto, alto costo in termini di vite umane.
Tutte le guerre lasciano a terra vittime …. fu così per le foibe come lo fu per la repressione nazifascista in Italia.
Bene, come ha sottolineato Mattarella il richiamo a tutti a contestualizzare quegli eventi, che vanno certamente ricordati ma non usati a fini di becera propaganda politica che ne svilurebbe il senso storico.