In occasione della Giornata Mondiale dell’Orso Polare, che ogni anno dal 2004 viene celebrata il 27 febbraio, il WWF lancia l’allarme per questa specie, diventata simbolo di un cambiamento climatico che diviene sempre più preoccupante.
La vita dell’orso bianco è a rischio: nuovo studio da segnalare nella Giornata Mondiale dell’Orso Polare
In questa ricorrenza va ricordato come la vita dell’orso polare stia peggiorando drasticamente a causa del riscaldamento globale, aumentando così il rischio di estinzione della specie.
Isabella Pratesi, Direttrice Programma Conservazione – WWF Italia, in merito a tale argomento, afferma:
«L’orso polare è un animale che vive di ghiaccio; purtroppo il riscaldamento globale e in particolare la fusione dei ghiacci al Polo Nord stanno distruggendo il suo habitat, non ha più un territorio di caccia. L’orso bianco ha bisogno del ghiaccio e senza di esso non riesce a catturare le sue principali prede, le foche, che gli permettono di accumulare grasso per affrontare un clima rigidissimo come quello Artico».
In occasione della Giornata Mondiale dell’Orso Polare viene riportato il nuovo studio pubblicato, in questi ultimi giorni, sulla rivista scientifica Nature Communications. A tal proposito, è stato confermato quanto detto poc’anzi: gli orsi polari non riescono più ad adattarsi alle temperature sempre più alte dell’Artico e, come se non bastasse, notizia ancor più preoccupante riguarda la perdita del loro peso, pari a circa un chilogrammo al giorno.
Gli scienziati, guidati da Anthony Pagano, biologo ricercatore di fauna selvatica del Programma di ricerca sugli orsi polari del Servizio Geologico di Anchorage in Alaska, hanno mostrato come vive un orso polare durante il riscaldamento globale e i suoi comportamenti messi in atto per sopravvivere a questa grande tragedia che si sta verificando. Nello specifico, lo studio ha avuto una durata di circa tre anni, tra il 2019 e il 2022, nei quali è stata osservata ed analizzata la vita di 20 orsi polari nella Baia di Hudson, in Canada.
Nonostante le strategie messe in atto da questa specie i risultati dello studio hanno rilevato una situazione disperata: 19 orsi su 20 hanno registrato una drammatica perdita di peso dovuta alle ore trascorse sulla terraferma, durante i periodi di assenza di ghiaccio marino nell’Artico.
La Giornata Mondiale dell’Orso Polare e lo studio “Polar bear energetic and behavioral strategies on land with implications for surviving the ice-free period”
La Giornata Mondiale dell’Orso Polare è stata istituita nel 2004 per aumentare la consapevolezza sull’impatto dei cambiamenti climatici, oltre che delle attività umane sull’habitat degli orsi bianchi. Le ultime notizie hanno aumentato la preoccupazione nei confronti di questa specie.
Nella parte occidentale della Baia di Hudson, il periodo senza ghiacci è aumentato di tre settimane, dal 1979 al 2015, costringendo gli orsi a restare sulla terraferma per circa 130 giorni negli ultimi dieci anni. Gli studiosi hanno misurato il dispendio energetico giornaliero, la dieta, il comportamento, l’attività, il movimento e la composizione corporea dell’orso polare.
Tra le domande alle quali dare una risposta c’era quella di capire cosa mangiassero e facessero gli orsi polari nel prolungato lasso di tempo della loro permanenza sulla terraferma, quando le loro prede, le foche, erano fuori portata. Nei periodi di assenza di ghiaccio è stato evidenziato come gli orsi riducano al minimo la loro attività per conservare l’energia, digiunando o consumando vegetazione a basso contenuto energetico.
Per di più, Charles Robbins, direttore del Washington State University Bear Center, sottolinea che:
«Anche gli orsi che si dedicavano al foraggiamento perdevano peso corporeo allo stesso ritmo di quelli che si riposavano».
Nello studio effettuato i ricercatori hanno pesato gli orsi prima e dopo il periodo di osservazione scoprendo un risultato negativo ed allarmante. Nonostante gli orsi bianchi avessero attuato diverse strategie per ridurre la perdita di energia, tra cui il digiuno, la riduzione dei movimenti e il consumo di bacche e uccelli, il risultato della pesata dei 20 orsi polari sotto osservazione ha mostrato una perdita media di circa un chilogrammo al giorno, indipendentemente dall’età, dal sesso o dalla taglia, aumentando così il rischio di non sopravvivenza.
In merito alla ricerca, il biologo, Anthony Pagano, ha rivelato ulteriori dettagli:
«Il comportamento degli orsi è risultato molto variabile. Tre hanno fatto lunghe nuotate in acque libere, con una femmina che ha nuotato per oltre 160 km. Le riprese video hanno rivelato che l’orsa ha trovato un beluga morto durante la nuotata, ma che non è riuscita a nutrirsene. Abbiamo evidenziato come gli orsi non siano in grado di nutrirsi in acque libere; molti degli orsi polari maschi adulti si sono semplicemente sdraiati per conservare l’energia, bruciando calorie a ritmi simili a quelli del letargo; altri, invece, cercavano attivamente il cibo, consumando carcasse di uccelli, ma anche bacche ed erbe».
Gli orsi bianchi anziché riposare sono alla continua ricerca di cibo; in tal modo è stato confutato il pensiero più accreditato negli esperti, ovvero, credere che gli orsi polari riducessero al minimo le loro attività sulla terraferma per risparmiare energia. Dati scoraggianti e drammatici si leggono nella Giornata Mondiale dell’Orso Polare: questi esemplari spendono tanta energia quanta ne guadagnano con il cibo che riescono a procacciare.
L’allarme del WWF nella Giornata Mondiale dell’Orso Polare
Circa 800 orsi polari vivono nella parte occidentale della Baia di Hudson, con un calo del 30% dal 1980. In aggiunta bisogna diffondere, nella Giornata Mondiale dell’Orso Polare, un altro dato angosciante: la perdita del ghiaccio nell’habitat dell’orso bianco, oltre a creare difficoltà nella ricerca di cibo ha generato complessità sulle opportunità di accoppiamento nella specie.
Avere poca energia porta gli orsi a non allontanarsi sul territorio per la ricerca di altri esemplari, pertanto gli accoppiamenti avvengono sempre più tra individui consanguinei, aumentando le gravi conseguenze sulla diversità genetica.
Per di più, nella disperata ricerca di cibo, viene evidenziato un altro fenomeno allarmante: l’avvicinamento di questi esemplari ai villaggi, creando un vero e proprio conflitto tra le comunità locali e gli orsi polari. A tal proposito, nel 2015 il WWFha utilizzato delle pattuglie per sorvegliare e tutelare la sicurezza degli abitanti di Ittoqqortoormiit, il paese più a nord della Groenlandia orientale. Dall’intrusione dell’orso polare, e in soli sette anni, le squadre di intervento hanno allontanato più di 75 orsi.
Il fenomeno appena descritto e raccontato non può essere trascurato, bisogna considerarlo non soltanto nella Giornata Mondiale dell’Orso Polare, ma in ogni giorno della nostra vita. I cambiamenti climatici provocati, in modo particolare, dall’attività umana hanno completamente trasformato il mondo nel corso degli anni. Per tale ragione, va ricordato che, in qualità di abitanti del pianeta, possiamo migliorare le condizioni di quest’ultimo che, modificandosi ad una grande velocità, sta cambiando e mettendo a rischio la vita di chi lo abita, non soltanto degli animali ma anche la nostra.
Lucrezia Ciotti