Il 22 aprile ricorre il 51esimo anniversario della Giornata Mondiale della Terra: la manifestazione internazionale per la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del nostro pianeta. Conosciuta come Earth Day, la Giornata della Terra coinvolge un numero esorbitante di persone in tutto il mondo: si calcola infatti che ogni anno si mobilitano circa un miliardo di persone. All’inizio la celebrazione riguardava solo gli Stati Uniti, ma in pochi anni si è estesa a tutto il mondo, arrivando a coinvolgere più di 180 nazioni.
Il tema di quest’anno è il “Restore Our Earth”, (ripariamo/riabilitiamo la nostra Terra). L’obiettivo è non solo di ridurre l’impatto ambientale con tecniche green e innovative, ma cercare di rimediare ai danni causati alla Terra negli ultimi decenni.
La Storia della Giornata mondiale
L’idea della Giornata mondiale della Terra venne a John McConnell, un attivista per la pace che credeva profondamente nella distribuzione equa delle risorse naturali. La proposta ottenne un forte sostegno e fu seguita dal festeggiamento del “Giorno della Terra” della città di San Francisco: la prima celebrazione fu il 21 marzo 1970. Si ufficializzava, con un elenco di principi e responsabilità, un impegno a rispettare il Pianeta. Questo fu il primo Earth Day della storia, coincideva con la data dell’equinozio di primavera.
Il democratico Nelson
La Giornata della Terra più nota è nata da un’idea del senatore democratico ambientalista Nelson, poco tempo dopo un grave disastro ambientale. A inizio del 1969, a Santa Barbara, lungo le coste della California, vi fu la più grande fuoriuscita di petrolio che si sia mai verificata in quella zona, in seguito ad un’esplosione in un giacimento petrolifero. Rimasero uccisi uccelli, delfini, foche, leoni marini e l’ambiente circostante compromesso per anni. In tutta l’America ci fu un’ondata di indignazione pubblica con grande copertura mediatica. Il senatore Nelson portò così il tema ambientale all’attenzione del mondo politico. Sulla spinta dei movimenti ecologisti nel 1970 l’ONU istituì la prima Giornata Mondiale della Terra. Da allora il 22 aprile si festeggia la Giornata.
Eath Day 2021
Tantissime le iniziative, anche didattiche e culturali, in occasione della Giornata dedicata alla Terra. Ad esempio, Lollo Caffè aderisce al progetto Treedom, l’unica piattaforma web al mondo che permette di piantare un albero a distanza e seguirlo online: l’azienda pianterà alberi in occasione della Giornata mondiale, alberi che proteggeranno il pianeta e aiuteranno migliaia di contadini locali.
La maratona multimediale
Tredici ore di diretta televisiva con #OnePeopleOnePlanet. La diretta inizierà alle 7.30 del 22 aprile per proseguire fino alle 20.30: dagli studi televisivi di Via Asiago RaiPlay #OnePeopleOnePlanet si collegherà con tanti programmi RAI. In diretta e on demand sulla piattaforma www.onepeopleoneplanet.it , tanti i contributi per parlare e discutere dell’ambiente e della situazione climatica: associazioni, istituzioni, testimonial, esponenti del mondo della scienza, della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport. Gli spettatori da casa potranno partecipare interagendo attraverso gli hashtag: #OnePeopleOnePlanet, #OPOP21, #IoCiTengo, #EarthDay2021, #EarthDay, #GiornataMondialedellaTerra, #Agenda2030, #GlobalGoals, #focolaremedia, #focolaritalia. Il programma completo.
Il Pianeta sta male
Più che discutere ci sarebbe da agire. L’ONU ha presentato proprio in questi giorni il Rapporto “State of Global Climate 2020” in cui fa il punto sullo stato di salute del clima del pianeta e mostra l’intreccio tra le diverse crisi in cui siamo immersi: climatica, economica, sociale. La pandemia da Covid-19, che in un primo momento con il lockdown, sembrava aver aiutato l’ambiente, ora si presenta invece come una delle cause di questo peggioramento. Infatti, i Paesi sembrano cercare stimoli nei combustibili fossili per finanziare la ripresa economica. Il nuovo rapporto sullo stato globale del clima messo a punto dall’Organizzazione mondiale della meteorologia (Wmo), lanciato in vista del summit Usa del 22 e 23 aprile, spiega che gli impatti continueranno nei prossimi decenni.
L’ONU conferma che il 2020 è stato fra i tre anni più caldi della storia e il segretario generale Antonio Guterres avverte: Siamo sull’orlo di un abisso climatico. I paesi devono presentare, molto prima della Cop26, piani ambiziosi per ridurre le emissioni globali del 45% entro il 2030.
Il vertice sul clima
In vista del summit su clima, l’Amministrazione Biden ha espresso l’intenzione di dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2030; mentre l’Europa prevede una neutralità climatica al 2050 e un taglio di emissioni di gas serra del 55% entro il 2030. Al vertice, promosso dagli Usa, ci sarà anche Putin che “esporrà gli approcci della Russia nel contesto della creazione di un’ampia cooperazione internazionale volta a superare le conseguenze negative del cambiamento climatico globale”, si legge in un messaggio del Cremlino. E ci sarà anche il presidente cinese Xi Jinping, a suggellare la collaborazione con gli Usa sul terreno ambientale. Anche Greta Thunberg, la giovane ambientalista, testimonierà al Congresso Usa, invitata a partecipare all’audizione di una Commissione della Camera presieduta dal democratico Ro Khanna.
I dati del Rapporto ONU
Il rapporto ONU si sofferma sulla concentrazione di CO2 in atmosfera. Un indicatore meno soggetto alle oscillazioni temporanee nelle emissioni di gas serra, ma decisivo per comprendere l’intensità del cambiamento climatico in atto e la sua traiettoria futura. Lo State of Globale Climate 2020 dichiara ufficialmente superata la soglia dei 410 ppm (parti per milione) come media globale e stima che, se continua il trend degli ultimi anni, nel 2021 si supererà il livello di 414 ppm.
Gli oceani
Le masse di acqua marina che assorbono circa un quarto delle emissioni antropiche di gas serra e contrastano il riscaldamento globale sono sotto forte stress. L’80% degli oceani ha patito almeno un’ondata di calore nel corso del 2020. Continua a crescere anche il livello medio dei mari, dovuto allo scioglimento accelerato dei ghiacci artici e antartici. L’Artico ha toccato nel 2020 il suo secondo valore minimo storico per l’estensione dei ghiacci al termine della stagione estiva. Groenlandia e Antartide, quanto a scioglimento dei ghiacci, sono rimasti vicini alla media di lungo periodo.
Incendi e tempeste
Il 2020 è stato anche l’anno delle tempeste tropicali: un record , anche qui, con ben 30 cicloni generati nel quadrante atlantico.
Gli Stati Uniti escono dalla loro peggiore stagione degli incendi, l’Australia ha avuto picchi di caldo record che sfiorano i 49°C, e gli incendi nell’Artico hanno imperversato. Nella regione siberiana infatti le temperature medie sono state di ben 3°C superiori alla media e hanno toccato picchi anche di 38°C. Africa e Asia hanno continuato a registrare il maggior numero di inondazioni e di eventi siccitosi.
Marta Fresolone