Giornata mondiale del suolo: perché celebrarla?

Giornata mondiale del suolo 2023

Il 5 dicembre ricorre la Giornata mondiale del suolo. Indetta per la prima volta 10 anni fa, il suo obiettivo è focalizzare l’attenzione sull’importanza di preservare e mantenere sano il suolo, che ci sostiene letteralmente ogni giorno. Dalla FAO alle amministrazioni comunali, ecco perché occuparsi di questa risorsa è fondamentale.

Qual è l’importanza del suolo?

Tre dati per iniziare a riflettere sulla centralità della Giornata mondiale del suolo:

La giornata mondiale del suolo 2023

Ogni anno la FAO sceglie un tema per focalizzare l’attenzione su uno specifico aspetto. La giornata mondiale del suolo di quest’anno è intitolata Suolo e acqua: una fonte di vita, a ricordarci che la sopravvivenza sul pianeta Terra dipende dalla stretta connessione tra il suolo e l’acqua. Ed è sulla relazione simbiotica tra questi due elementi che si basa il sistema agricolo di tutto il mondo.

Tuttavia i cambiamenti climatici e le attività umane degradano il suolo e affaticano le risorse idriche. Per questo è necessario riconoscere l’importanza di questa risorsa e adottare misure attive di tutela, se non altro perché un suolo sano contribuisce positivamente alla mitigazione del cambiamento climatico.



Tutela del suolo e cambiamenti climatici

Quest’ultima affermazione sembra incredibile, eppure sono almeno due i contributi del suolo alla mitigazione dei cambiamenti climatici: da un lato un suolo sano aumenta la resistenza dei territori a eventi climatici estremi quali siccità o inondazioni. Dall’altro i terreni sani assorbono e immagazzinano carbonio atmosferico (cioè CO2). Inutile ripetere quanto sia essenziale ridurre drasticamente l’emissione di gas climalteranti se vogliamo davvero mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. E per farlo è possibile partire anche da elementi che spesso trascuriamo, come il suolo e gli oceani. La superficie della Terra, infatti, è fatta per assorbire carbonio: suoli, mari, foreste e tutto ciò che di naturale ricopre la Terra sono essenziali per limitare i danni.

Cosa succede se il suolo e le risorse idriche vengono gestite male?

La FAO è abbastanza chiara in merito:

La scarsità di acqua genera perdita di biodiversità, il massiccio uso di pesticidi e fertilizzanti in agricoltura compromette la salute di suolo e acqua e, di conseguenza, della salute umana ed ecosistemica. Le cattive pratiche di irrigazione e drenaggio sono tra i principali fattori di salinizzazione del suolo. L’aumento del livello del mare contribuisce alla perdita di terreno e alla sua salinizzazione compromettendo la produttività agricola.

Insomma, avere un suolo sano è essenziale. Ne abbiamo chiari esempi anche alle nostre latitudini. Le alluvioni di quest’estate che hanno colpito la Pianura Padana, infatti, sono date da un insieme di fattori negativi, e l’eccessivo sfruttamento del suolo con il suo conseguente degrado è uno di questi.

La situazione in Italia

L’Italia, secondo i dati forniti da ISPRA e Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, consuma suolo alla velocità di 21 ettari al giorno, ossia 2,4 metri quadrati al secondo. E il fatto che l’area maggiormente interessata dal crescente consumo di suolo sia la Pianura Padana non stupisce ma fa comunque riflettere. Ricoprire il terreno da edifici, strade e infrastrutture di ogni genere, compromette, di fatto, le normali funzioni del suolo. Da un lato lo rende impermeabile e incapace di assorbire grosse quantità di acqua, dall’altro lo rende sterile e sempre più bisognoso di fertilizzanti e pesticidi, con conseguenze dirette sulla qualità del cibo che mangiamo.

Senza considerare il fatto che la formazione di 2-3 cm di suolo sano richiede circa 1.000 anni e che, invece, per distruggerlo è sufficiente una gettata di asfalto. Inoltre, secondo recenti studi, basterebbe un modesto miglioramento dei suoli agricoli di tutto il mondo per riuscire a immagazzinare abbastanza anidride carbonica da mantenere la temperatura media globale entro 1,5 gradi rispetto alla media dell’era preindustriale. Come? Attraverso colture di copertura (tappeti di trifoglio), ad esempio.

Norme per la tutela del suolo

A livello istituzionale, per fortuna, sono in tanti ad occuparsi del suolo. Primo tra tutti l’ONU che con il quindicesimo obiettivo di Agenda 2030 si propone di:

Combattere la desertificazione, ripristinare le terre degradate, comprese quelle colpite da desertificazione, siccità e inondazioni, e battersi per ottenere un mondo privo di degrado del suolo.

Ma di suolo si occupa anche l’UE che il 5 luglio di quest’estate ha approvato una legge a riguardo. Tale atto, secondo la commissione europea, è necessario perché più del 60% del suolo del vecchio continente è compromesso e ciò ha dirette conseguenze ambientali e, quindi, economiche. L’obiettivo della legge è di ripristinare tutti i suoli degradati entro il 2050 monitorando la salute del suolo e limitando l’uso di fertilizzanti e l’erosione dei terreni agricoli. Al momento la legge non ha obiettivi vincolanti, tuttavia è già un primo timido passo nella direzione giusta. Lo stesso vale per l’Italia che a febbraio 2022 ha introdotto la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nell’Articolo 9 della Carta costituzionale.

Certo, al momento alle parole non stanno seguendo azioni significative, ma rappresentano comunque un segnale positivo. E anche per questo è bene celebrare la giornata mondiale del suolo.

Arianna Ferioli

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