Il 10 dicembre ricorre la Giornata Mondiale dei Diritti Umani.
In un periodo storico come quello attuale, segnato da conflitti e ingiustizie, i diritti umani sono un tema su cui riflettere
Giornata Mondiale dei Diritti Umani
La Giornata Mondiale dei Diritti Umani si celebra ogni 10 dicembre, a partire dal 1950.
La data corrisponde al giorno in cui, nel 1948, l’Assemblea Generale ONU adottò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Tale Dichiarazione, tradotta in oltre 500 lingue, stabilisce i diritti inalienabili che tutti possiedono in quanto esseri umani, senza distinzioni di razza, colore, religione, sesso, lingua, origine, nascita o opinioni di alcun genere.
Diritti umani nel 2022: i dati principali
Il 2022 è segnato da violazioni dei diritti umani in diverse modalità. Il rapporto annuale di Amnesty International offre un quadro della situazione nel mondo.
Cambiamento climatico
Le catastrofi climatiche stanno colpendo il pianeta portando fame, sfollamento, disoccupazione, malattia e morte.
L’Africa subsahariana è colpita dalla siccità, causata da causa del riscaldamento globale, della deforestazione e dalle masse d’aria secca, unite alla scarsa disponibilità di acqua.
Il sud-est asiatico (in particolare, Caraibi e Pacifico) si trova a fronteggiare tempeste tropicali, caratterizzate da alte temperature ed elevati livelli di umidità.
L’Europa è colpita da ondate di caldo mortali, che hanno causato incendi anche in Corea del Sud, Algeria e Croazia.
Si sono verificate, inoltre, gravi inondazioni in Pakistan, causando oltre 1000 morti e migliaia si sfollati.
Il Madagascar, il continente africano più colpito dal cambiamento climatico, sta affrontando la peggiore siccità degli ultimi 40 anni e la conseguente carestia.
Salute e diseguaglianze
Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, il mondo ha visto intensificarsi le campagne vaccinali contro il Covid-19. Queste, tuttavia, hanno avuto andamenti molto differenti in diverse parti del mondo.
Alcuni sistemi sanitari nazionali sono riusciti a portare a termine i programmi di vaccinazione nei tempi previsti, mentre alcuni Paesi del sud del mondo e dell’Africa sono stati lasciati indietro.
Nel momento in cui l’UE ha raggiunto un tasso di vaccinazione superiore al 70%, nell’agosto 2021, diversi Paesi erano in attesa della prima dose. Queste differenze hanno acuito l’ingiustizia razziale.
Inoltre, nei Paesi con sistemi sanitari più sviluppati, la campagna è stata portata avanti mediante approcci scientifici e operatori qualificati.
In Paesi più politicamente instabili, come la Russia, il Sud America, l’Etiopia, lo Yemen, l’Afghanistan e il Myanmar, il programma è stato segnato da corruzione, disinformazione e malfunzionamenti dei sistemi sanitari.
Inoltre, le conseguenze economiche della pandemia hanno colpito in modo devastante i diritti economici e sociali delle popolazioni di Paesi in difficoltà, gettando milioni di persone in una situazione di povertà estrema.
Spazio civico
Tra il 2021 e il 2022, si è verificato un declino degli spazi di discussione e dibattito all’interno delle comunità. La tendenza, accentuata dalle crisi internazionali, è quella di reprimere le voci critiche e indipendenti.
Numerosi governi, tra cui Cambogia, Egitto, Pakistan, Turchia, UK e USA, hanno elaborato e introdotto normative che hanno limitato i diritti alla libertà d’espressione, associazione e riunione pacifica.
Di conseguenza, gli individui critici dei governi sono stati sottoposti a detenzioni arbitrarie e procedimenti penali ingiusti, azioni legali intimidatorie, restrizioni amministrative e altre minacce, fino ai casi più gravi di torture e omicidi.
In diversi Paesi si è verificata una crescente restrizione della libertà di stampa, in particolare in Afghanistan, Russia, Ucraina, Hong Kong e Cina.
Per quanto riguarda il diritto alla protesta e alla manifestazione, si è rilevata una propensione dei governi ad adottare misure eccezionali e, in particolare, a ricorrere a poteri di sicurezza nazionale per fronteggiare movimenti di protesta.
In alcuni Paesi in Africa, Medio Oriente, Africa del Nord e Asia, i governi hanno limitato l’accesso a internet per impedire l’organizzazione di proteste.
L’azione repressiva è inoltre accompagnata da un crescente utilizzo di strumenti tecnologici, come il riconoscimento facciale e altre forme di sorveglianza.
Rifugiati e migranti
Tra il 2021 e il 2022, le situazioni critiche in cui versano diversi Paesi hanno causato lo spostamento di grandi masse.
I motivi principali degli spostamenti sono: situazioni di conflitto e violenza, disuguaglianza, cambiamento climatico e degrado ambientale. Inoltre, le categorie più colpite sono le minoranze etniche.
A livello locale, risulta aumentata la solidarietà per le persone in movimento, con la sponsorizzazione di progetti pilota per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati.
Appare però carente a livello nazionale e internazionale, con una crescente narrazione xenofobica che caratterizza specialmente il nord del mondo.
In diversi casi, anche nell’UE, questo ha portato alla mancanza di un sostegno adeguato ai rifugiati e alla limitazione dell’accesso ai porti sicuri.
La Dichiarazione è sotto attacco: l’allarme di Türk
Osservando la situazione dei diritti umani nel 2022, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk, ha espresso preoccupazione in merito al rispetto della Dichiarazione dei Diritti Umani.
Anche se i 30 articoli della Dichiarazione hanno innescato la trasformazione in tutte le aree della nostra vita, le braci del razzismo, della misoginia, della disuguaglianza e dell’odio continuano a minacciare il nostro mondo
Per questo motivo, il tema scelta per la Giornata di quest’anno è “Dignità, libertà e giustizia per tutti“.
L’obiettivo è sensibilizzare la popolazione, in particolare i giovani, e aumentare la loro consapevolezza.
Il linguaggio e lo spirito della Dichiarazione hanno il potenziale per superare la divisione e la polarizzazione. Può indicare come fare pace con la natura, il nostro pianeta, e la strada verso uno sviluppo sostenibile per le generazioni future