Oggi 2 gennaio, la Giornata Mondiale degli Introversi celebra il valore della riflessione e del mondo interiore in una società sempre più estroversa. In un mondo dominato da rumore e azione, questa ricorrenza ci invita a riscoprire la calma e il silenzio, aspetti essenziali per costruire una comunità più bilanciata, capace di valorizzare sia il carisma che la profondità.
2 gennaio Giornata Mondiale degli Introversi
A partire dal 2012, il 2 gennaio è dedicato agli introversi. La scelta della data non è casuale: dopo settimane di eventi sociali, incontri familiari, festeggiamenti, luci e rumori, gli introversi si ritrovano con le batterie scariche e il bisogno di un giorno da dedicare solo a se stessi. Questa giornata offre l’opportunità di celebrare l’introversione e valorizzare un tratto di personalità spesso frainteso.
L’idea di dedicare una giornata all’introversione è nata dalla psicologa esperta in personalità Felicitas Heyne. In un post pubblicato sul suo blog, Heyne proponeva di istituire una giornata dedicata alla comprensione degli introversi, minoranza significativa ma spesso ignorata. A partire dall’anno successivo, la Giornata Mondiale degli Introversi ha ottenuto riconoscimento da pubblicazioni come il New York Times, Psychology Today e Forbes, ispirando eventi e iniziative in tutto il mondo allo scopo di diffondere consapevolezza su quella che parrebbe essere la più grande differenza tra tipi umani.
Tipi umani e categorie
Catalogare le persone sulla base di caratteristiche di temperamento e personalità ha sempre affascinato la nostra specie. Dobbiamo risalire al pensiero classico per trovarne i primi rudimenti nell’astrologia o nella Teoria Umorale di Ippocrate, poi ampliata da Galeno. Per i due medici greci, le caratteristiche della personalità erano predittive anche delle malattie, in un unicum tra mente e corpo.
Sarà poi la psicologia, molti secoli dopo, a far sua la catalogazione dei tipi umani. A oggi, i test e i tipi di classificazione sono decine, ma alla base di quasi tutti possiamo trovare la macro distinzione per eccellenza: quella tra persone a orientamento introverso e persone a orientamento estroverso. La distinzione compare per la prima volta nel 1921, nell’opera Tipi Psicologici dello psicologo svizzero Carl Gustav Jung. Secondo Jung, la forza motivazionale che spinge le persone può essere diretta in due direzioni: verso il mondo esterno, producendo quindi personalità estroverse, o verso il mondo interiore, producendo personalità introverse.
La psicologia successiva ha accolto la distinzione di Jung, fino alla sua validazione grazie alle tecnologie di imaging cerebrale, che hanno permesso di esplorare le differenze tra i cervelli di persone introverse ed estroverse. Alcune delle differenze principali riguardano la struttura e il funzionamento di specifiche aree cerebrali, nonché la chimica cerebrale associata a ciascun tipo di personalità.
Cosa vuol dire essere introversi?
Essere introversi significa trarre energia dal proprio mondo interiore, preferendo attività solitarie o in piccoli gruppi a situazioni sociali intense. Gli introversi tendono a riflettere profondamente, apprezzano il tempo da soli per ricaricarsi e possono sentirsi sopraffatti da stimoli eccessivi. L’introversione è un orientamento verso la contemplazione e un’attenzione maggiore ai propri pensieri e sentimenti, che viene spesso scambiata per timidezza.
Tuttavia, i due concetti non sono sovrapponibili, e non vanno nemmeno necessariamente insieme. La timidezza è una risposta emotiva caratterizzata da ansia o imbarazzo in situazioni sociali, spesso dovuta alla paura del giudizio altrui. L’introversione, invece, è un tratto della personalità che indica una preferenza per attività tranquille e riflessive, senza necessariamente provare disagio sociale. Una persona timida può desiderare interazioni sociali ma sentirsi bloccata dall’ansia, mentre un introverso può essere a proprio agio socialmente, pur preferendo momenti di solitudine.
Una società che premia l’estroversione
La società occidentale è stata plasmata da un paradigma profondamente estroverso, in cui l’espansività, la comunicazione costante e il dominio degli spazi pubblici sono visti come indicatori di successo e valore personale. Questo orientamento è radicato nella storia culturale ed economica: dai retori e gli oratori classici, passando per l’ideale rinascimentale dell’uomo che eccelle in ogni campo, fino ad arrivare al capitalismo moderno, la nostra società ha sempre premiato la capacità di vendersi e dominare gli spazi pubblici.
Scuole, luoghi di lavoro e persino spazi di svago favoriscono chi è più a suo agio nel parlare in pubblico, collaborare in grandi gruppi e affrontare stimoli continui. Questa celebrazione della performance e della competizione si è evoluta nei secoli, fino a incontrare la cultura del self-made man e del consumismo promossi dall’egemonia americana del XX secolo.
Negli ultimi decenni, questa mentalità estroversa si è radicata ancora più profondamente: il mito dell’individuo che “si fa da solo” ha portato a un’enfasi ancora maggiore sull’espansività, sulla capacità di vendere non solo prodotti, ma anche la propria immagine come un marchio, adattandosi a ritmi frenetici che lasciano poco spazio alla lentezza, precondizione di una riflessione ponderata.
In questo slancio verso la performance estroversa, si è però trascurato il valore dell’introversione: la capacità di pensare in modo strategico, di creare spazi per l’innovazione silenziosa e di coltivare relazioni più profonde e significative. Nonostante la predominanza di una cultura estroversa, le persone introverse hanno lasciato contributi straordinari nel corso dei secoli.
Grandi pensatori introversi hanno trasformato la nostra comprensione del mondo grazie alla loro capacità di osservare, riflettere e approfondire. Nella letteratura hanno dato voce a profondità emotive e visioni innovative, spesso nate nella solitudine creativa. Anche nelle arti visive e nella musica, gli introversi hanno canalizzato la loro introspezione in opere di straordinaria bellezza.
Il riconoscimento della complementarità tra introversione ed estroversione potrebbe riequilibrare le dinamiche culturali e offrire nuovi modelli di successo, basati sulla complementarità tra pensiero introspettivo e azione estroversa. Una società che riconosce e celebra entrambe le tendenze potrebbe favorire ambienti più inclusivi e decisioni più ponderate, dove non solo si premiano il carisma e l’azione a ogni costo, ma anche la riflessione, la profondità e la creatività introspettiva.
La propensione degli introversi per l’ascolto e la riflessione potrebbe favorire un dialogo più aperto e rispettoso, essenziale per affrontare questioni complesse come il cambiamento climatico, le disuguaglianze sociali e i conflitti geopolitici. In un mondo che spesso premia l’immediatezza e l’apparenza, l’introversione offre l’opportunità di valorizzare la riflessione, la pazienza e la costruzione di soluzioni a lungo termine, principi che potrebbero essere cruciali per creare un futuro più equo e armonioso.
Celebrare la Giornata Mondiale degli Introversi
La Giornata Mondiale degli Introversi è quindi l’occasione perfetta per fermarsi e ricaricare le batterie dopo il bagno di estroversione delle feste. Rallentare, riflettere, progettare con attenzione e cura il nuovo anno, farsi domande complesse senza accontentarsi di risposte rapide e semplici.
In Giappone, dove l’introversione è maggiormente accettata e apprezzata, la Giornata Mondiale degli Introversi si festeggia con lo shinrin yoku (bagno forestale), una passeggiata lenta nella natura, un respirare profondo che si connette a quello degli alberi, portando pace e svuotando la mente.
Celebrare questa giornata non significa opporsi all’estroversione, ma comprendere che anche la calma, l’ascolto e la riflessione hanno un ruolo cruciale nella costruzione di relazioni significative per la nostra vita personale, e di soluzioni durature per la nostra vita di comunità. In questa giornata, fermiamoci a riflettere e a riscoprire il potere trasformativo del silenzio, ricordando che il mondo ha bisogno di tutti gli aspetti della natura umana per prosperare.