Il 10 ottobre si celebra la Giornata Mondiale Contro la Pena di Morte.
Nonostante i numeri ancora elevati, la situazione appare in costante miglioramento
Perché si celebra la Giornata Mondiale Contro la Pena di Morte
La Coalizione Mondiale Contro la Pena di Morte, fondata a Roma nel 2002, è un’alleanza di oltre 96 ONG, associazioni di avvocati e governi impegnati nell’abolizione della pena di morte nel mondo.
Ogni anno, il 10 ottobre, il Comitato organizza una Giornata di sensibilizzazione sul tema, mobilitando attivisti, artisti e leader politici a livello internazionale.
Tra le grandi associazioni schierate a favore dell’abolizione c’è Amnesty International che, a partire dal 2010, pubblica un rapporto annuale sulla pena di morte.
La pena di morte viola il diritto alla vita, è irrevocabile e può essere inflitta a innocenti. Non ha effetto deterrente e il suo uso sproporzionato contro poveri ed emarginati è sinonimo di discriminazione e repressione.
Oggi, più di due terzi dei Paesi al mondo ha abolito la pena capitale per legge o nella pratica.
Numeri e dati della pena di morte nel mondo
Secondo l’ultimo rapporto di Amnesty International sulla pena di morte, la situazione generale è in miglioramento.
Il 2020 è stato l’anno con il minor numero di condanne a morte a partire dal 2010.
Questo dato, però, è da considerarsi legato al fatto che, durante la pandemia, i tribunali hanno ritardato diversi procedimenti giudiziari.
Inoltre, il conteggio non considera le migliaia di persone condannate a morte in Cina, Corea del Nord e Vietnam, dove la segretezza dell’informazione non permette la raccolta di dati accurati.
Nel 2021, con la fine delle restrizioni, i tribunali hanno ripreso a lavorare a pieno regime.
Il numero delle esecuzioni è aumentato del 20% rispetto all’anno precedente, con 579 morti in 18 Paesi. Inoltre, i giudici di 56 Paesi hanno emesso 2052 condanne alla pena capitale, con un aumento del 40% rispetto al 2020.
In ogni caso, il 2021 è il secondo anno con il minor numero di esecuzioni dal 2010.
Tra i Paesi più prolifici ci sono Iran e Arabia Saudita, con un visibile aumento delle condanne a morte nell’ultimo anno.
In Iran sono state svolte 314 esecuzioni, il più alto numero a partire dal 2017.
In Arabia Saudita, il numero di esecuzioni nel 2021 è raddoppiato rispetto all’anno precedente. Il dato è in costante aumento nel 2022, con 81 persone messe a morte in un solo giorno.
Dopo il calo del 2020, Iran e Arabia Saudita hanno ripreso a usare massicciamente la pena di morte, persino violando vergognosamente i divieti del diritto internazionale. La voglia di far lavorare il boia non è venuta meno nei primi mesi del 2022
A seguire, Bangladesh, in India e in Pakistan hanno registrato i più alti numeri di condanne a morte.
Le esecuzioni sono aumentate in Somalia, Sud Sudan, Yemen, Bielorussia e Emirati Arabi Uniti (gli ultimi 3 Paesi hanno registrato 0 casi nel 2020).
Invece di cogliere l’occasione offerta dalla pausa del 2020, una minoranza di stati ha manifestato un preoccupante entusiasmo nel preferire la pena di morte a risposte efficaci alla criminalità, dimostrando un profondo disprezzo per il diritto alla vita persino mentre erano in corso gravi crisi dei diritti umani
Nel 2021, la pena di morte ha rappresentato uno strumento di repressione contro le minoranze e gli oppositori politici in diversi Paesi nel mondo.
In particolare, la situazione si è aggravata nel Myanmar. Dopo il colpo di Stato del 2021 e l’insediamento del regime militare, sono state oltre 90 le persone condannate a morte. Tra le vittime, principalmente manifestanti e giornalisti.
In Egitto, le esecuzioni e la tortura continuano ad essere utilizzati come strumenti per “proteggere la sicurezza dello Stato“.
In Iran, la maggior parte dei casi è legata a reati di droga. Ma sono numerose anche le accuse di “inimicizia contro Dio“, inflitte alle minoranze religiose.
Sempre più abolizioni nel mondo
Nonostante ciò, sono stati fatti molti passi avanti nel mondo verso l’abolizione della pena di morte.
In Sierra Leone e in Kazakistan, i Parlamenti hanno approvati delle leggi che aboliscono la pena capitale.
All’inizio del 2022, in Papua Nuova Guinea, una consultazione nazionale ha proposto una legge abolizionista.
La Malesia ha annunciato una riforma negli ultimi mesi del 2022, mentre il Ghana e la Repubblica Centrafricana hanno iniziato a discutere in Parlamento.
Per quanto riguarda gli USA, nel 2021, la Virginia è diventato il primo Stato del sud ad abolire la pena di morte, mentre, per il terzo anno consecutivo, l’Ohio ha riprogrammato o sospeso tutte le esecuzioni.
In merito a questi dati, Amnesty International si dice fiduciosa.
La minoranza di Stati che ancora continua a usare la pena di morte sappia che un mondo senza omicidi di Stato non solo è immaginabile, ma è anche in vista. Continueremo a perseguire questo obiettivo, denunciando l’intrinseca arbitrarietà, discriminazione e crudeltà di questa sanzione fino a quando anche una sola persona continuerà a subirla. È davvero giunto il momento di consegnare ai libri di storia questa punizione crudele, inumana e degradante