Ogni anno, sin dal 1996, il 21 marzo l’associazione “Libera” celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
La Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie è l’occasione per commemorare tutti i caduti nella lotta contro ogni tipo di mafia, ma non deve essere certo l’unico giorno in cui parlarne.
La nascita della ricorrenza
La nascita di questa ricorrenza è legata a un particolare episodio.
Durante la commemorazione del primo anniversario della strage di Capaci si avvicinò a Don Ciotti la madre di Antonino Montinaro, agente della scorta di Giovanni Falcone, morto nell’attentato. La donna gli chiese perché il figlio non venisse mai nominato, manifestando così il dolore nel vedere negato ad Antonino anche il diritto di essere ricordato con il proprio nome.
Così dal 1996, ogni anno in una città diversa, vengono commemorati tutti i nomi di tutte le vittime di mafia. L’intento è quello di elencare i nomi e i cognomi come fosse un lunghissimo rosario civile, che li faccia rivivere nel ricordo di chi rimane, e lotta anche per loro contro ogni forma di mafia.
Il riconoscimento formale
L’attività di “Libera” a proposito della commemorazione di tutte le vittime della mafia trova, dopo qualche anno, un riconoscimento formale da parte delle istituzioni italiane.
Il 1° marzo 2017 la Camera dei Deputati ha approvato con voto unanime la proposta di legge che istituisce il 21 marzo quale “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.
Don Ciotti e “Libera”
Pio Luigi Ciotti è un prete e un attivista che ha fatto delle lotte civili la sua ragione di vita.
Frequentatore assiduo dei gruppi parrocchiali di Torino riesce ad organizzare nel 1965 un gruppo chiamato Gioventù, con l’obiettivo di aiutare i disadattati e i tossicodipendenti per strada.
Sempre con la volontà di aiutare tossicodipendenti e persone vittime di varie dipendenze fonda, negli anni 70, il Gruppo Abele. Successivamente crea l’Associazione “Libera” con la quale si occupa di lotta contro i soprusi delle mafie.
L’impegno di don Ciotti si allarga al contrasto alla criminalità organizzata dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio. Nell’estate del 1992 fonda il mensile Narcomafie e il coordinamento di Libera: Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
Nel ’96 l’associazione di don Ciotti raccolse più di un milione di firme a favore dell’approvazione della legge sull’uso sociale dei beni confiscati.
Oggi “Libera” è un punto di riferimento per oltre 1600 organizzazioni nazionali e internazionali. Il suo obiettivo è quello di alimentare un cambiamento etico e sociale che riesca a spezzare alla radice i fenomeni mafiosi e ogni forma di illegalità.
Il tema della memoria delle vittime innocenti della mafia
Per vittime innocenti della mafia si intende tutte quelle persone che hanno perso la vita in attentati mafiosi o comunque per mano di persone appartenenti al mondo del crimine organizzato. Molte di queste persone oltre ad essere innocenti (ossia non aver avuto nessun tipo di legame con la mafia ma anzi averla combattuta) sono persino vittime di scambi di persona o di conflitti a fuoco che non li riguardavano.
L’idea di Libera di creare un elenco di tutte le vittime innocenti delle mafie nasce grazie alla volontà di don Ciotti e di Saveria Antiochia. La signora Antiochia ( madre di Roberto, poliziotto agente della scorta di Ninni Cassarà ucciso nel 1985) suggerì di raccogliere tutti nomi, anche quelli sconosciuti, delle vittime di mafia. Questo lavoro avrebbe avuto la responsabilità di creare una memoria che fosse un impegno serio, un ricordo che non si fermasse alla celebrazione retorica.
L’elenco delle vittime innocenti delle mafie viene letto ogni anno in tanti luoghi in Italia e nel mondo. La lotta per veder riconosciuto il ricordo di tutti loro è una lotta che serve a conquistare la verità e la giustizia per tutte le vittime, assicurando loro la stessa dignità nel ricordo riservata alle vittime più famose.
Ad oggi, in Italia, sono morte per mano mafiosa 1006 persone. L’auspicio più grande è che questo numero non si modifichi e che l’unica nuova morte sia proprio quella della mafia, in tutte le sue forme.