“La cultura ebraica è parte integrante della storia, della coscienza, della vita italiana. E’ un patrimonio di grande valore, che merita di essere preservato, diffuso e approfondito”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha riassunto in un messaggio inviato alla presidente dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, l’apprezzamento a nome delle istituzioni per la ventesima edizione della Giornata Europea della Cultura ebraica.
Titolo di questa edizione della Giornata della Cultura ebraica, “I sogni, una scala verso il cielo”, un riferimento al noto episodio narrato nel capitolo XXVIII del Libro della Genesi: “Chi sogna desidera. E chi desidera progetta, costruisce il futuro. Non possiamo prevedere compiutamente, oggi, quali contorni assumeranno il mondo e la società di domani. Ma sappiamo che il futuro avrà un volto migliore se a prevalere saranno il dialogo, il confronto, l’apertura, nel pieno rispetto e nella valorizzazione della diversità, delle tradizioni e delle radici”, ha aggiunto il Capo dello Stato.
Un’iniziativa per conoscere una cultura diversa dalla propria
La Giornata si è svolta la scorsa domenica in 34 Paesi, in Italia coordinata e promossa dalle Comunità Ebraiche con l’adesione di 88 località in 15 regioni per tutto lo Stivale. Una manifestazione per conoscere da vicino la storia, la cultura e le tradizioni dell’ebraismo, attraverso le visite guidate nei musei, nei quartieri ebraici e nelle sinagoghe, ma anche mediante eventi culturali che spaziano dalle degustazioni kosher ai concerti, passando per gli spettacoli teatrali.
Inaugurata nella “città capofila” di Parma, che ospita una comunità ebraica dal XIV secolo e nel 2020 sarà Capitale Italiana della Cultura, l’iniziativa è volta anzitutto a “diffondere un’idea di società inclusiva”, come ha spiegato Noemi Di Segni. “E’ l’occasione giusta per fare un bilancio, e per lanciare un messaggio alla società”, ha aggiunto. “Al centro della Giornata, il concetto di conoscere una cultura diversa dalla propria, attraverso la visita dei luoghi che connotano un differente vissuto religioso e culturale, ascoltando e partecipando alla narrazione di storie e tradizioni ‘altre’”.
Centinaia di eventi in tutta Italia: un successo frutto della vastità del patrimonio culturale
Centinaia gli eventi in tutta Italia, dalle visite guidate a Venezia, Torino, Roma e Bologna alla varietà degli spettacoli milanesi, fino all’esposizione straordinaria di Chagall, “Re David suona la cetra”, a Casale Monferrato. L’edizione italiana, che si è aperta ufficialmente domenica alle 10.00 alla Biblioteca Palatina con l’esposizione di una delle maggiori collezioni mondiali di manoscritti e libri a stampa ebraici, è fra le più importanti d’Europa, al punto che si sono registrate fino a 50.000 presenze.
Un successo “dovuto anche al fatto che la minoranza ebraica è presente nel nostro Paese da oltre due millenni, e nei secoli si è stratificato uno straordinario patrimonio storico, artistico, architettonico e archeologico, oltre ovviamente al patrimonio ‘immateriale’”, secondo la Di Segni. A questa ricchezza bisogna infatti sommare “l’eredità culturale di grandi rabbini, pensatori e intellettuali che hanno tratto linfa dalla tradizione ebraica. Oggi gli ebrei italiani sono una minoranza viva e integrata, orgogliosa delle proprie radici e desiderosa di dare il proprio apporto in termini di valori e di contenuti”, ha proseguito. Una comunità che può “rappresentare un valido punto di riferimento in materia di convivenza nella diversità”.
Una speranza per il futuro nei giorni dell’antisemitismo strisciante in Italia e in Europa
Il tema onirico assume perciò un significato particolare. Motivo ricorrente nella tradizione ebraica dalla Torah al Talmud, come ha ricordato la presidente delle Comunità Ebraiche, è una costante che giunge fino ai fondamenti della psicoanalisi di Sigmund Freud: ma è soprattutto nell’accezione di speranza per il futuro che il sogno fa da sfondo all’iniziativa. Un messaggio che si è proposto in questi giorni come involontario contraltare dell’ennesima conferma d’un antisemitismo strisciante mai scomparso da alcuni recessi della mentalità italiana, offerta purtroppo dagli insulti a Gad Lerner presso il raduno di Pontida.
“In un anno sul web sono state pubblicate 382.000 espressioni antisemite”, ha ricordato ieri la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello al convegno Pace senza confini promosso a Madrid dalla Comunità di Sant’Egidio con l’arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi. L’Europa in cui si celebra la Giornata della cultura ebraica non è solo il continente in cui si è consumata la Shoah, ma anche quella che ha visto negli ultimi anni centinaia di ebrei lasciare Parigi per l’insostenibile clima antisemita, dagli insulti e le provocazioni alle profanazioni dei cimiteri. Lo scorso anno un bambino di otto anni veniva aggredito perché indossava la kippah a Sarcelles, mentre andava a scuola; meno di due mesi dopo una sopravvissuta alle retate naziste durante la Seconda Guerra Mondiale, Murielle Knoll, era pugnalata e arsa viva nella sua casa parigina.
Un fenomeno che dilaga in Italia e in Europa fra nazionalismi e propaganda razzista
Un’atmosfera intollerabile di cui la Francia detiene il primato assieme all’Ungheria, secondo un’inchiesta della European Agency for Fundamental Rights, ma che dilaga anche in altri Paesi europei, a partire dai nostri stadi dove “si inneggia offendendo”, come ha sintetizzato la Dureghello. Negli stessi giorni in cui si consumavano gli orrendi fatti francesi, infatti, una bambina in Germania veniva picchiata perché ebrea, mentre l’Osservatorio antisemitismo pubblicava una ricerca che consegnava 109 nuovi episodi di antisemitismo in Italia: diffamazione, offese, atti di vandalismo. In base a quei dati, nel 2017 erano 330 i siti internet in cui si rilevavano contenuti antisemiti: 130 d’ispirazione neonazista e legati al fondamentalismo cattolico, 110 cospirativisti, 70 antisionisti e 20 negazionisti.
Un’Europa, quindi, e un’Italia in cui all’insorgere degli estremismi si mescolano rigurgiti nazionalisti e propaganda razzista, dove fare memoria del passato non basta più e occorre prendere atto della drammaticità del presente per poter coltivare, appunto, una speranza per il futuro.
Camillo Maffia