Giornata mondiale contro l’AIDS

AIDS DAY

Ogni 1° dicembre è indetta la Giornata mondiale contro l’AIDS. L’HIV, il virus da immunodeficienza umana, causa l’AIDS infettando e danneggiando parte delle difese immunitarie del corpo.  Si trasmette principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti o tramite contatto con sangue infetto. Un neonato può contrarre l’HIV dalla madre infetta.



Le statistiche dimostrano che in Italia il principale mezzo di diffusione dell’AIDS sono i rapporti sessuali non protetti. Il problema di fondo è la poca consapevolezza e la troppa fiducia nell’altro. Proteggersi, soprattutto in rapporti occasionali è fondamentale. L’HIV è una realtà molto diffusa e vicina a ciascun singolo. La migliore prevenzione è il preservativo. Non c’è nessuna vergogna nel pretendere che venga usato.

In relazione al sesso, non è una gravidanza indesiderata la “peggior cosa” che può accadere. Tuttavia, molto spesso ed erroneamente, soprattutto i giovani, considerano quella come “spiacevole conseguenza” di un rapporto. Dovrebbero essere messe in conto, anche e soprattutto, le malattie sessualmente trasmissibili, a cominciare dall’HIV. Proteggete voi stessi e proteggete gli altri.

L’infezione ha una lunga fase in cui non presenta alcun sintomo, ma può già essere diagnosticata tramite un test specifico. Oggi sono pochi i casi di morte dovuti all’AIDS, la medicina consente infatti di “condurre una vita normale“. Anche se è più corretto affermare che oggi è possibile condurre una vita. Di AIDS non si muore, la malattia si cura ma non si debella. Rimane un’esistenza legata a continui controlli e farmaci che inevitabilmente porteranno, nel tempo, a delle conseguenze.




Come agire in caso di contagio

Nel caso in cui il rapporto a rischio sia avvenuto tra le 4 e le 72 ore, bisogna rivolgersi al Pronto Soccorso per valutare la Profilassi Post Esposizione, una terapia in grado di ridurre drasticamente il rischio di contagio.

Quando si pensa di aver contratto il virus HIV, l’unico modo per esserne certi è sottoporsi ad un test specifico. Le strutture ospedaliere del Servizio Sanitario Nazionale, lo effettuano in maniera gratuita, in altre è richiesta la ricetta medica, eccetto nelle giornate con iniziative particolari, dedicate alla prevenzione. In ogni caso si tratta di un esame sicuro che può essere effettuato in maniera anonima. Sottoporsi al test, se si sospetta che ci sia la possibilità di essere infetti, è un dovere. Un comportamento indispensabile per evitare la diffusione del virus. Con i test disponibili negli ospedali e nei laboratori si può ottenere un risultato affidabile già a 30 giorni dal sospettato contagio.

Se si è maggiorenni, oggi è possibile acquistare un test, in tutte le farmacie e parafarmacie, senza obbligo di ricetta medica (al prezzo consigliato di euro 20.00). Se non venisse trovato è possibile fornire al farmacista il seguente codice ministeriale: MinSan 97.12.68.634. Il test, per avere un’elevata attendibilità (vicina al 100%) deve essere effettuato dopo “il periodo finestra” che, nel caso dell’autotest, è pari a 3 mesi. Facendolo prima si rischia di rilevare dei falsi negativi.

È comunque consigliato rivolgersi ad un ospedale o ad un laboratorio poiché è in queste strutture che vengono effettuati esami più dettagliati.



 

Linea Verde

Per ricevere informazioni precise e dettagliate si può usufruire del Servizio Nazionale, anonimo e gratuito, “Telefono verde AIDS e Infezioni Sessualmente Trasmesse“. Attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 13.00 alle ore 18.00. Impegnato in interventi di prevenzione, rappresenta da oltre 25 anni una delle attività più significative dell’Istituto Superiore della Sanità. L’équipe risponde nelle seguenti lingue: italiano, inglese e francese. La stessa è composta da differenti profili: avvocati, medici, comunicatori e psicologi.

 

La legge vieta ogni forma di discriminazione

La legge afferma che: “lo stato di sieropositività non può essere di per sé motivo di licenziamento; il test per l’HIV non può essere richiesto per le assunzioni, né svolto all’insaputa dell’interessato“. La legge italiana tutela inoltre il diritto alla riservatezza dei dati personali, cioè il diritto di ogni persona a non vedere diffuse informazioni che la riguardano.

Jessica Di Vita

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