Giornalista arrestata in Francia: indaga operazioni militari in Egitto

Giornalista arrestata in Francia

Ariane Lavrilleux, giornalista investigativa francese, è stata detenuta dalla polizia dopo aver rivelato gravi collusioni tra l’intelligence francese e l’Egitto. Il giornalismo investigativo sta venendo criminalizzato?

La giornalista arrestata in Francia è Ariane Lavrilleux, che nel 2021 ha pubblicato l’inchiesta “Egypt Papers” sul magazine d’informazione online Disclose.
Secondo i documenti alla base dell’indagine, l’intelligence francese sarebbe stata utilizzata dall’Egitto per colpire civili e contrabbandieri al confine con la Libia.

Dopo la pubblicazione, la casa della reporter è stata perquisita, e lei è stata arrestata e tenuta in custodia per quasi 40 ore.
I colleghi di Lavrilleux e l’associazione RSF parlano di un grave attacco ai giornalisti investigativi e alle loro fonti, che lede sempre più la libertà di stampa in Francia.

Egypt Papers: Operazione Sirli e il ruolo della Francia

L’inchiesta condotta da Ariane Lavrilleux insieme ad altri tre giornalisti, Jean-Pierre Canet, Mathias Destal e Geoffrey Livolsi, ha portato alla luce la cosiddetta “Operazione Sirli.

I documenti rivelano l’esistenza di un’operazione clandestina dei servizi segreti francesi, la missione Sirli, utilizzata dalla dittatura egiziana per bombardare. Nonostante i numerosi avvertimenti, il presidente francese François Hollande e poi Emmanuel Macron non hanno fermato l’operazione

I documenti, inviati a Disclose da una fonte confidenziale, provengono dai servizi dell’ufficio presidenziale, dal Palazzo dell’Eliseo, dal ministero delle Forze armate e dai servizi segreti militari francesi.
Questi mostrano come l’Operazione Sirli sia iniziata nel febbraio 2016 per combattere il terrorismo, e come sia stata deviata in una “campagna di esecuzione arbitrarie da parte dell’Egitto.

In principio, la missione prevedeva la sorveglianza della regione desertica occidentale per individuare un’eventuale minaccia terroristica proveniente dalla Libia.
Ben presto, però, la squadra francese si è resa conto di venire utilizzata per facilitare l’uccisione di civili sospettati di attività di contrabbando. L’équipe ha informato la gerarchia a intervalli regolari – per un anno, poi per due e, infine, per tre anni – ma invano.

La lotta al terrorismo non era più una priorità

La Francia, pur riconoscendo il fallimento e gli abusi della missione anti-terrorismo, ha continuato a fornire supporto militare all’Egitto.

Tre settimane dopo l’inizio del suo mandato, Macron ha telefonato al suo omologo egiziano, Abdel Fattah al-Sisi.
La conversazione si è subito concentrata sul partenariato militare tra Parigi e Il Cairo. Macron di essere “perfettamente informato sulle operazioni in corso” in Egitto

Come si legge in una lettera del giugno 2017, il Ministro delle forze armate francesi ha scritto al Presidente al-Sisi: “potete essere certi che la DRM [agenzia di intelligence francese] continuerà ad essere pienamente vostra partner, al vostro fianco”.

Secondo Disclose, la Francia continua tutt’ora a fornire armi e soldati all’Egitto per l’Operazione Sirli.

Giornalista arrestata in Francia: “attacco chiaro e preciso”

Dopo la pubblicazione degli Egypt Papers, il Ministero delle forze armate francesi ha presentato una denuncia per “violazione dei segreti della difesa nazionale“. La procura ha quindi aperto un’indagine, sostenendo che i documenti avrebbero potuto mettere in pericolo l’identità di un “agente protetto.




In seguito, lo scorso 19 settembre, degli agenti hanno perquisito la casa di Ariane Lavrilleux per poi arrestarla e tenerla in custodia circa 40 ore.

Questo è un attacco chiaro, netto e preciso contro la libertà di informare

La giornalista arrestata in Francia ha raccontato che nove agenti dell’intelligence e magistrati sono entrati nella sua casa con delle valigette contenenti software per estrarre informazioni dai suoi dispositivi elettronici.
Inoltre, un giudice istruttore le ha fatto apprendere che, da tempo, il suo lavoro era sotto sorveglianza.

Tutti i miei strumenti di lavoro, incluso il mio computer, sono stati perquisiti. È un’esperienza molto violenta, soprattutto quando sei in Francia, in teoria in democrazia.
Sono stata corrispondente in Egitto per molto tempo. Ero sollevata di essere sfuggita alla dittatura. Torno nel mio paese, e vengo a sapere che sono braccata perché sotto sorveglianza da tempo da parte dei servizi

Durante l’interrogatorio della polizia, questi hanno cercato di ottenere informazioni riservati riguardanti l’inchiesta e la fonte dei documenti trapelati. La giornalista ha invocato il diritto al silenzio.

Dopo gli attacchi che si sono moltiplicati negli ultimi anni contro la libertà di stampa, il mio arresto dimostra che abbiamo sorpassato una linea.

Dimostra che disturbiamo, e che siamo necessari affinché cessi l’omertà della vendita di armi alle dittature

Dopo il rilascio di Lavrilleux, la polizia ha rintracciato un ex-soldato di 21 anni che, presumibilmente, sarebbe la fonte dell’inchiesta.
Secondo la procura di Parigi, il soldato è stato incriminato per appropriazione indebita e divulgazione di segreti della difesa nazionale, reati punibili con 7 anni di carcere e una multa di un milione di euro.
Inoltre, Lavrilleux potrebbe essere incriminata prossimamente.

Libertà di stampa in Francia: la giornalista arrestata preoccupa

L’arresto di Ariane Lavrilleux ha sollevato molte polemiche.
La Société des Journalistes di France Télévisions e l’associazione internazionale Reporters Sans Frontières (RSF) hanno condannato l’arresto, dicendosi preoccupati che “le azioni della DGSI mineranno la segretezza delle fonti“.
Il giorno dopo, RSF ha organizzato una manifestazione pacifica di giornalisti e sindacati in Place de la République, a Parigi.

I colleghi di Lavrilleux sostengono che la pressione sui giornalisti sia aumentata a partire dal 2017, con l’elezione del Presidente Macron.
Nel 2019, alcuni reporter che lavoravano sulla vendita di armi da parte della Francia – tra cui due dei co-autori degli Egypt Papers – sono stati indagati e convocati dall’intelligence. Mentre altri tre casi risalgono all’anno scorso.
Secondo la giornalista francese Elie Guckert, siamo di fronte a una “criminalizzazione del giornalismo investigativo“.

L’invocazione del segreto della difesa, chiaramente, non ha nulla a che fare con il desiderio di garantire la sicurezza nazionale. Sembra essere usata impedire ai giornalisti di dire ai francesi cosa lo Stato sta facendo in loro nome, e a loro insaputa.
La questione è fino a che punto il governo è disposto a farsi beffe della riservatezza delle fonti dei giornalisti, garantita dalla legge francese

Anche Mounir Satouri, eurodeputato dei Verdi, è intervenuto sul caso della giornalista arrestata in Francia, denunciando l’accaduto.

La Francia dà il peggior esempio e invia un messaggio ai regimi autoritari. Non c’è democrazia senza libertà di stampa. E c’è libertà di stampa senza protezione delle fonti? Certo che no. Se i giornalisti sono tagliati fuori dalle loro fonti, viene loro impedito di lavorare.

Alle domande di un reporter, il portavoce del governo francese ha rifiutato di commentare la vicenda.

Giulia Calvani

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